ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Alternanza scuola-lavoro, basta vittime

Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, di 18 e 16 anni, hanno da poco perso la vita durante gli stage. Serve più sicurezza

«Tutti gli studenti che intendono procedere con l’alternanza scuola lavoro devono ricevere un’adeguata formazione generale in merito alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, che deve essere riconosciuta a tutti gli effetti e integrata con la formazione che ciascuno di loro riceverà non appena varcata la soglia della struttura ospitante». Così comincia uno dei decreti che espone il regolamento di alternanza scuola lavoro. In esso è chiaro quanto sia importante tutelare gli studenti che partecipano all’attività affinché siano in sicurezza.

Ciononostante poche settimane fa siamo venuti a conoscenza del decesso di due studenti, di 18 e 16 anni, avvenuti durante l’alternanza scuola lavoro.

L’attività appena citata, nata nel 2003, è un metodo didattico che permette agli studenti che frequentano il triennio della scuola superiore di affiancare alla formazione scolastica un’esperienza di lavoro trasferendo, in questo modo, la teoria appresa in classe in attività pratica. Questa è stata resa obbligatoria nel 2015 col progetto Buona Scuola. L’alternanza scuola lavoro offre agli studenti una preparazione per ciò che potrà caratterizzare le loro vite una volta terminati gli studi e, perciò, non viene pagata. Essa è volta a favorire l’orientamento dei giovani con lo scopo di aiutarli a sviluppare la capacità di scegliere autonomamente e consapevolmente, di avvicinarli al mercato del lavoro ed offrirgli opportunità di crescita personale. Quelli appena elencati sono obiettivi innocenti ai quali assoceremmo difficilmente immagini come la morte di adolescenti a loro volta innocenti. Ma analizziamo i due casi di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci nel dettaglio. Lorenzo Parelli aveva 18 anni compiuti nel novembre 2021, frequentava il quarto anno del centro di formazione professionale all’interno dell’Istituto Bearzi di Udine, in Friuli-Venezia-Giulia, amava il calcio, le moto e la meccanica. Partecipava all’attività di alternanza scuola lavoro ed il 21 gennaio 2022 avrebbe dovuto svolgere l’ultimo giorno di tirocinio presso la Burimec di Lauzacco di Pavia a Udine, industria la cui attività si basa sulla costruzione di apparecchi ed impianti per la pesatura, costruzioni e lavorazioni meccaniche per l’industria siderurgica.

Durante lo stage, poche ore prima di tornare a casa e raccontare alla famiglia l’esperienza che lo avrebbe potuto guidare verso il futuro, è stato schiacciato da una putrella, una grossa trave di metallo, cadutagli addosso. Così il 21 gennaio 2022 Lorenzo Parelli venne ucciso ingiustamente durante l’alternanza scuola lavoro per mano di ciò che sperava potesse ammaestrare la sua vita. La direzione dell’istituto frequentato da Lorenzo dichiara: «Lorenzo dimostrava di apprezzare l’esperienza, tanto da sognare un futuro in quell’ambito lavorativo».

Un futuro che egli non potrà conoscere a causa di una società malata che non promuove la sicurezza sul lavoro ma il profitto.

I compagni ed amici di Lorenzo si radunarono, dopo l’accaduto, davanti alla scuola della vittima permanifestareafavoredell’abolizionedell’alternanzascuolalavoro,sostenendo:«Non vogliamo morire di lavoro e ancor peggio di scuola».

È incomprensibile come al giorno d’oggi avvengano episodi di tale gravità come il decesso di Lorenzo durante quella che dovrebbe essere un’esperienza importante che apre le porte al futuro di un giovane.

Purtroppo di recente gli stage di alternanza scuola lavoro hanno provocato un’altra morte innocente, quella di Giuseppe Lenoci. Egli era un ragazzo ancora più giovane della vittima precedente, aveva 16 anni compiuti, viveva a Monte Urano, nelle Marche, ed amava il calcio e la musica. Determinato a diplomarsi in termo idraulica e cominciare a lavorare partecipava all’alternanza scuola lavoro. Durante lo stage ricevette un incarico: c’era un cliente che aveva urgente bisogno di una nuova caldaia. L’operaio che avrebbe dovuto formarlo lo fece salire sul furgone per raggiungere il cliente; egli decise di passare per una piccola strada mal asfaltata che non rientrava nel perimetro entro il quale pare avrebbe dovuto circolare. E fu proprio questo l’errore apparentemente banale che provocò la morte di Giuseppe. Durante il percorso il guidatore sembra che non abbia rallentato nella curva e abbia portato alla perdita del controllo sul veicolo. Il formatore è stato sbalzato parecchi metri lontano dal veicolo mentre Giuseppe, inizialmente creduto guidatore, è rimasto incastrato nel posto del passeggero ed è stato ritrovato senza respiro. L’operaio subì danni abbastanza leggeri da farlo rimettere in sesto dopo poco tempo, egli è ora indagato: Giuseppe avrebbe dovuto trovarsi lì? Lo spostamento dalla fabbrica era previsto? Ad oggi sembra che Giuseppe non sarebbe dovuto salire sul furgone ma ancora non c’è nulla di certo.

Due sono le vittime che, a distanza di pochi giorni, sono morte a causa dell’obbligatoria dell’alternanza scuola lavoro.

Tutto questo è ingiusto: abolite l’alternanza scuola lavoro e aumentate gli investimenti sulla sicurezza sul lavoro: questo è il messaggio che vogliamo lasciare alle istituzioni.

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