ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Emigrazione e dolore, la storia di Enaiat

Il libro di Fabio Geda racconta la storia vera di un ragazzo fuggito a 10 anni dall’Afghanistan e ora a Torino

Sebbene non recentissimo, dopo i fatti dell’agosto 2021, che ha visto Kabul cadere sotto il controllo dei talebani, torniamo a parlare del bellissimo libro di Fabio Geda, «Nel mare ci sono i coccodrilli».Pubblicatonel2010, l’opera tratta la storia vera di Enaiatollah Akbari, un ragazzino afghano lasciato da sua madre all’età di dieci anni in Pakistan. Attraverso un percorso lungo e doloroso, a più riprese interrotto e ostacolato, Enaiat giunge in Italia, dove tutt’ora vive. Dopo l’addio della madre, Enaiat non lascia spazio alla disperazione: riprende invece in mano la sua vita con forza e determinazione trasferendosi prima in Iran, da dove viene rimpatriato in Pakistan per due volte, poi in Turchia, in Grecia e in Italia: Venezia, Roma, Torino. È qui che inizia la sua nuova vita grazie alla generosità di una famiglia adottiva.

Dopo otto anni, pensa che sia giunto il momento di contattare sua madre che, nel frattempo, aveva lasciato Nawa, loro città natale. Ci riesce grazie a una serie amici e conoscenze. È una breve chiamata: la linea si interrompe. Ma è lei, è il suo respiro. «Non usare droghe, non usare le armi, non rubare»: queste le raccomandazione della madre la sera prima dell’addio, raccomandazioni che Enaiat saprà onorare perché è determinato e, soprattutto, ama la vita, consapevole del fatto che prima di occuparsi degli altri bisogna trovare il modo di stare bene con se stessi. Ci sembra di sentirlo: «Come fai a dare amore, se non ami la tua vita?». Nel mare ci sono i coccodrilli è un romanzo adatto a tutte le età.

Lo abbiamo ripreso in mano perché tratta un tema, purtroppo, sempre attuale: l’emigrazione disperata, quella che non prospetta l’alternativa di una vita dignitosa e libera se non attraverso molti pericoli. «Come si trova un posto per vivere, come lo si distingue da un altro?» chiede l’autore. «Lo riconosci – spiega Enaiat – perché non ti viene voglia di andar via. Certo, non perché sia perfetto. Non esistono posti perfetti. Ma esistono posti dove, per lo meno, nessuno cerca di farti del male». Enaiat ha vissuto in diversi paesi dove non si è mai stabilito definitivamente; solo in Italia ha deciso di costruire il suo futuro, la sua vita. Oggi, poco più che trentenne, vive e lavora a Torino dove si è laureato in Scienze Politiche. Recentemente ha ottenuto la cittadinanza italiana: ci sono voluti 18 anni. Bravo Enaiat, te lo sei meritato! Maria Vittoria Bellagamba IIIF

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