ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola primaria Tavelli di Ravenna (RA)

Caccia alla street art per le vie della città

Un’inusuale lezione per strada ha visto protagonisti gli alunni della classe 4^B della scuola primaria Tavelli con le prof Gramentieri e Carloni

Mercoledì 2 febbraio 2022, in una giornata di sole, la classe 4^B della scuola primaria Tavelli, dopo due ore di lezione sui banchi, insieme alle maestre Barbara Gramentieri ed Elisa Carloni, hanno partecipato a una particolare caccia al tesoro.

Le insegnanti hanno diviso gli alunni in due squadre: la squadra A e la squadra B. In seguito gli hanno consegnato una mappa del centro storico di Ravenna e un’altra dov’erano rappresentate le opere di street art da trovare: Space Invaders, Blub e Exit-enter. Poi i bambini hanno tracciato sulla mappa il percorso più adatto a raggiungere l’obiettivo: trovare e fotografare il maggior numero di lavori artistici per strada in un’ora.

Gli alunni, ricevuta la mappa, hanno segnato il percorso che ritenevano più opportuno e alle 10.30 sono partiti dal cortile della scuola. Subito hanno preso strade diverse, il ritrovo sarebbe stato alle 11:30 ai giardini pubblici: non si doveva tardare! Le maestre hanno progettato questa lezione innovativa, in giro per il centro storico, sia per soddisfare il desiderio degli alunni di uscire all’aria aperta, sia come ricompensa per il loro comportamento corretto, segnato dal raggiungimento dei ‘10 timbri’ precedentemente stabiliti in base alla strategia della token economy adottata in classe. Un’altra ragione, è stata il voler ideare una lezione sull’orientamento diversa dal solito che potesse rappresentare un’esperienza di apprendimento autentica per gli studenti.

Per tutti il punto di partenza è stata la scuola, l’istituto Tavelli, poi ogni gruppo ha preso la propria direzione. Consultando la mappa entrambi i gruppi si sono diretti verso il centro dove si sono incontrati solo una volta, in via Salara. Il gruppo A, in quell’occasione, ha cambiato direzione per non far capire agli altri che lì si trovava un elemento della caccia al tesoro. L’ultima mezz’ora è stata cruciale. C’è stata molta tensione nell’aria durante il tratto finale in via di Ro-ma. Arrivati al Mar (un museo d’arte), alcuni del gruppo A, avevano esaurito le forze ma per fortuna si trovavano vicino ai Giardini Pubblici, il loro punto di incontro con l’altra squadra.

Hanno aspettato per qualche minuto prima che la squadra B, i loro avversari, arrivassero. Alla fine il gruppo che è arrivato in orario al punto di ritrovo è stato il gruppo A che ha scattato le ultime foto in attesa degli altri. Finalmente sono arrivati i compagni del gruppo B e si sono salutati, approfittando della bella giornata hanno giocato un po’ nel prato. Tutti insieme sono tornati in aula dove li attendeva il premio per la caccia al tesoro: un Monopoly per la squadra vincente, il gruppo A, e un timbro ad ogni suo membro. Il gruppo che ha vinto la caccia al tesoro poteva scegliere se condividere il gioco di società o tenerselo per sé. La squadra A ha deciso di condividere il gioco con la classe dimostrando il forte legame alla base del gruppo classe.

Focus: Ma chi sono questi artisti di strada? “Vado dove mi portano gli eventi, non sono un gran programmatore. I miei quadri sono immersi in acqua, non importa se di un oceano o in piscina.” (Blub, 2018) “Ho capito che fin dall’inizio l’obiettivo del mio personaggio era quello di entrare in contatto con le persone accendendo in loro un pensiero, un’emozione Usando nei disegni le parole “exit” e “enter” per indicare una via di uscita da un determinato pensiero o una via d’entrata per un altro, mi sono ritrovato a pensare che non c’è entrata senza uscita e che un’uscita può anche essere un’entrata; mi ha affascinato la possibilità di interpretazione soggettiva di questo dilemma e ho deciso di sceglierlo come nome.” (K., 2015) “En reprenant une créature d’un jeu vidéo qui s’appelait Space Invaders – les envahisseurs de l’espace ou bien les envahisseurs d’espace – tout le programme était écrit pour moi : il n’y avait plus qu’à envahir l’espace, l’espaceterrestre, l’espace urbain… mais envahir l’espace.” (Invader,2017)

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