ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Chi troppo, chi poco: spreco e sostenibilità

La quantità di cibo a volte è eccessivo, altre volte scarseggia. Nel 2030 si mira a un consumo consapevole e una distribuzione omogenea

Quando parliamo di crisi pensiamo a guerre, epidemie e povertà, ma queste non sono le uniche criticità nel mondo. Un argomento complesso, ma spesso sottovalutato, è il cibo. Ci sono alcune persone che ne hanno troppo e altre che non ne hanno per niente. Negli Stati Uniti, ad esempio, il consumo di cibo è spesso eccessivo e l’alimentazione non è sempre corretta perché vengono assunti molti carboidrati e proteine e poche quantità di vitamine e sali minerali. In questo Paese l’obesità è la seconda causa di morte dopo il fumo. In Africa, invece, il cibo scarseggia e le persone spesso non riescono a consumare un pasto al giorno: ciò causa malattie, soprattutto nei bambini. Proprio per questo motivo uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 è il raggiungimento di un consumo più consapevole del cibo e una sua distribuzione più omogenea nel mondo.

Ognuno di noi ha un rapporto diverso con il cibo, che può essere influenzato dalla società, soprattutto attraverso i mass media. Vediamo spesso in televisione tante modelle magrissime e bellissime che ci fanno dubitare di noi. Può capitare di sentirsi dire: «Sei grassa!», «Che brutto!», «Ma mangi!?». E anche questo può influenzare il nostro modo di vivere e di mangiare. Da un cattivo rapporto con il cibo nascono disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia che sono vere e proprie malattie psichiatriche, seri problemi da risolvere e non capricci, come pensano alcune persone: nel peggiore dei casi, infatti, possono causare anche la morte. Per seguire un’alimentazione sana bisogna cercare di mangiare un po’ di tutto e nelle giuste quantità. Mangiare in maniera equilibrata, però, non coincide sempre con un consumo sostenibile del cibo. Ma cosa significa alimentazione sostenibile? Si tratta di un modo di alimentarsi a basso impatto ambientale che prevede il minor sfruttamento possibile di acqua, suolo ed energia, ad esempio riducendo l’eccessivo consumo di carne.

Questo, oltre a nuocere alla salute, ha effetti negativi sull’ambiente: è il caso degli allevamenti intensivi per cui sono necessari ingenti quantitativi d’acqua e di risorse e dove gli animali non sono cresciuti in libertà nel pieno rispetto dei loro bisogni vitali. Per produrre maggiori quantità di cibo vengono inoltre utilizzati sostanze chimiche, farmaci e fertilizzanti nocivi per l’ambiente, per gli animali e per l’uomo stesso.

Per avere un maggior rispetto dell’ambiente esistono alcune regole: fare la spesa a stomaco pieno, controllare le scadenze degli alimenti, comprare cibi a chilometro zero per supportare le piccole aziende locali e ridurre i consumi, diminuire gli sprechi in generale. Partendo dal nostro piccolo possiamo veramente migliorare il mondo: quello che facciamo noi è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno.

Agata Baroni, Cecilia Benassi, Alice Burani, Erica Grasselli, Alice Grassi, Mya Grassi II C

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