ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

L’entusiasmo contagioso della Segavecchia

Il 2 aprile torna la tradizionale festa di Forlimpopoli dopo lo stop della pandemia. Grande attesa fra grandi e piccini

Dopo una lunga attesa, dovuta al Covid-19 e alle restrizioni dettate dai ripetuti protocolli emergenziali per la pandemia in atto, i ragazzi di Forlimpopoli ricevono una fantastica notizia: la Segavecchia ritornerà! Un segno di ritorno alla normalità (finalmente) e alla spensieratezza.

Tuttavia la guerra in Ucraina genera nei giovani timori e paure. I ragazzi sono sempre più consapevoli dei rischi che un conflitto può portare, studiano la storia, sanno cosa sia la guerra: solo orrori e tragedie, nessuno vince, nessuno! Questa festa, importante per la cittadina di ’Frampula’, farà un gran bene alle anime dei ragazzi, giovani che, come tanti, sono stati ’relegati in casa’ per 2 anni. Qualche giorno di svago che potrebbe alleviare la paura per la guerra.

La Segavecchia è simbolo di divertimento e felicità che i Forlimpopolesi vivono sin da piccoli; questa tradizione ha origini antichissime. Secondo la leggenda tutto inizia da una ragazza che, in tempo di Quaresima, non aveva resistito alla sua golosità e aveva mangiato un salsicciotto, contravvenendo dunque al digiuno quaresimale. Si dice che la giovane, per non farsi riconoscere durante il suo passaggio per le vie del paese, si fosse camuffata da anziana, ’vecchia’ per l’appunto, sporcandosi il viso di fango, strappandosi i vestiti e ricoprendosi di stracci, oltre che coprendosi il capo con un fazzoletto. Ma poi, scoperta, era stata condannata ad essere segata viva. Giunta al patibolo il boia l’aspettava brandendo un enorme sega da boscaioli e con questa le aveva tagliato la pancia! Oggi la festa ricorda proprio questo terribile episodio, essa si svolge nei due fine settimana che comprendono il ’Giovedì di Mezza Quaresima’, giorno della Segavecchia.

Un fantoccio della Vecchia viene portato in giro per le vie della città, accompagnato da carri allegorici, allestiti da volontari che lavorano nelle notti d’inverno e gruppi mascherati a piedi.

La sfilata serve per mortificare la ’vecchia’, fino a umiliarla. Cinque carri si sfidano, valutati da una giuria popolare. La seconda domenica, la Vecchia viene segata con tanto di sentenza e di boia che fingono di faticare con una sega da tagliaboschi lunga quattro metri. La testa e il busto ricadono così in avanti e dal ventre si rovescia una cascata di regali che sono distribuiti ai bambini presenti in tutta la piazza.

Questa festa, anche se ha origini tristi, viene vista come un momento di svago. Segavecchia per i giovani di Forlimpopoli significa ritrovarsi coriandoli nei capelli e perfino nelle mutande, lottare con le unghie e con i denti per impossessarsi del pallone lanciato dai carri, pregare in ginocchio i prof., anche con offerte votive, affinché, in questa magica settimana, assegnino pochi compiti e nessuna verifica! E ora si attende con ansia che torni tutto questo! I forlimpopolesi, giovani e grandi sono pronti.

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