«La guerra, fallimento dell’umanità»
Le parole di Papa Francesco condivise anche dai ragazzi: «Dimostrazione di egoismo dei Capi di Stato»
Quando pensiamo alla guerra, i giovani la vedono sempre lontana. In realtà oggi ci dobbiamo tutti fare i conti. Ci sono centinaia di conflitti disseminati nel mondo, lontani dai riflettori. Già nel 2014, Papa Francesco ha definito tutto quello che sta succedendo come una «Terza Guerra Mondiale a pezzi». Oggi il conflitto bellico tra Ucraina e Russia. «La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità – dice il Papa – una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà con i loro occhi e ascoltiamo i loro racconti a cuore aperto. Solo così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace. La guerra è ripugnante e sacrilega perché va contro la sacralità della vita umana indifesa che va rispettata e protetta e non eliminata”. La guerra rappresenta un conflitto violento che porta solo devastazione e perdite da entrambe le parti, è la più grande dimostrazione di egoismo da parte dei capi di stato che, per i loro scopi o principi, sono disposti a sacrificare anche molte vite di civili innocenti. La guerra è un gesto di autodistruzione e le ripercussioni sono visibili anche in ambito politico, economico e sociale: il costo delle materie prime importate da Russia e Ucraina (in particolare petrolio, grano e gas) è aumentato notevolmente, raggiungendo le stelle. In mezzo allo sfascio della guerra, due fatti ci hanno colpito: in un posto di blocco vicino a Kiev, due soldati ucraini, Leysa con il velo sotto l’elmetto e Valeriy con il giubbotto antiproiettile, si sono sposati dopo anni di convivenza; nascosta in un bunker per ripararsi dai bombardamenti, la piccola Amelia ha cantato “Let it Go”, dal film Frozen, al fine di trasmettere coraggio a grandi e piccini, facendo commuovere tutti i presenti.
Queste due testimonianze sono chiaramente un segno di luce e speranza pur dentro alle bombe, al sangue e al dolore della morte e dei diritti violati. Ci siamo chiesti: noi come possiamo fermare tutta questa follia? Come possiamo costruire la Pace? Nella nostra scuola raccogliamo cibo, medicinali, materiale scolastico e accogliamo giovani studenti ucraini fuggiti dal loro Paese. Facendo con serietà quello che ci viene chiesto, studiando e impegnandoci, diventeremo veri uomini e donne capaci di grandi ideali, ricercatori della verità, educati al rispetto della vita e della persona e all’amore reciproco.