ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Coltivare la cultura dell’accoglienza

Arriveranno a scuola alcuni ragazzi ucraini fuggiti dalla guerra. Ma i conflitti nel mondo sono 59: di molti non sappiamo nulla

Accogliere, un verbo che ha al suo interno la parola cogliere.

Si coglie un fiore oppure si colgono occasioni. L’accoglienza andrebbe intesa così, come un’occasione, un fiore da cogliere e donare.

In questi giorni ci stiamo preparando ad accogliere nella nostra scuola alcuni ragazzi ucraini in fuga dalla guerra; ci domandiamo come accoglierli nel modo giusto, ma di una cosa siamo certi: sarà un’occasione di crescita per noi. Ancora prima di conoscerli, sentiamo una particolare vicinanza a questi migranti che fuggono da una guerra che per la prima volta percepiamo vicina. Eppure, in questo momento i conflitti attivi nel mondo sono 59: di molti non sappiamo nulla perché, diversamente da quello ucraino, non se ne parla nei media. Sono decenni che, però, queste guerre, insieme a povertà e desertificazione, spingono persone disperate a chiedere accoglienza all’Europa, intraprendendo viaggi che spesso costano loro la vita.

Per conoscere alcune delle loro storie e confrontarci con esempi concreti di accoglienza abbiamo intervistato Maria Loreta Cocuzzi, fondatrice dell’associazione ’Il Cerchio: dalla Libia a via Libia’, con sede nel quartiere bolognese Cirenaica. La sua missione è di offrire uno spazio di accoglienza e condivisione ai migranti che, passando spesso dalle prigioni libiche, giungono a migliaia ogni anno a Bologna.

’Il Cerchio’ si occupa di creare un ponte fra i migranti e la nostra società, proponendo attività che permettano loro di inserirsi nella vita quotidiana del nostro Paese.

Maria ci ha raccontato cosa l’ha portata a dedicarsi ai migranti e ci ha fatto capire come l’accoglienza sia «una missione che fa bene a chi la riceve ma soprattutto a chi la fa». In poco tempo nel quartiere si è propagato il desiderio di aiutare, coinvolgendo i mercati locali che donano cibo, mentre il Comune che ha messo a disposizione lo spazio e tanti volontari che ogni giorno collaborano al progetto. L’accoglienza attecchisce rapidamente e costruisce una cultura di pace, mentre la guerra genera solo altre guerre. Come ha detto Papa Francesco riguardo al conflitto ucraino, «la vera risposta al massacro in Ucraina non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione: un modo diverso di governare, non facendo vedere i denti, come adesso.

L’unica salvezza da questo naufragio che rischia di far affondare la nave della nostra civiltà è comportarci con umanità».

Classe 3C: Carpanelli, Gillen, Giordani, Liguoro, Mengoli, Signorello

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