ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«L’appello rende viva la presenza»

Le riflessioni di Alessandro D’Avenia tra quarantena, Dad e l’importanza del momento iniziale della giornata

La scuola secondo Alessandro D’Avenia. I ragazzi della scuola hanno incontrato lo scrittore siciliano, introdotto da Davide Rondoni. L’autore ha recitato anche la poesia dedicata al padre ‘Io non voglio diventare vecchio’. Tema principale delle riflessioni di D’Avenia è stato quello sulla scuola e l’importanza dell’appello, che è una chiamata verso qualcosa. «È il modo di approcciare la vita, rappresenta la produzione della felicità e del successo contro la cultura della morte, alla base della società moderna» afferma lo scrittore. Secondo D’Avenia l’appello deve essere un mezzo, per i professori, per comunicare con i propri alunni e far sì che non diventi un rituale continuo e privo di significato, dove l’unico scopo è quello di individuare chi è assente per poi annotarne il nome sul registro. «L’appello è il modo con il quale dare un sen-so e un volto a quel nome – continua lo scrittore – il modo per rendere veramente viva la presenza dell’anima dello studente».

D’Avenia ha anche parlato del periodo di quarantena, da cui pare si stia uscendo, affermando che i professori, attraverso la Dad, hanno voluto solo continuare le loro lezioni non curandosi degli alunni. Ha inoltre affermato, basandosi su dati inconfutabili del 2016 (precedenti alla Dad che, secondo la sua opinione, è diventata la scusa di tutti i prof per i problemi dei loro ragazzi), «che il 73% degli adolescenti prova malessere nello stare a scuola». A suo parere, la scuola da anni non funziona perché non vengono valorizzate le vite degli studenti: esse vengono controllate e non fatte fiorire. Abbiamo riflettuto e discusso a lungo sulle parole di D’Avenia e ci siamo resi conto che noi siamo stati davvero fortunati rispetto a tanti altri studenti. La Dad che abbiamo vissuto noi, pur faticosa, fra alti e bassi, ci ha visti coinvolti con i nostri insegnanti. Nella nostra esperienza i prof hanno sempre cercato di aiutarci e spronarci a far sbocciare quei fiori che sono le nostre vite. Essendo questo il nostro ultimo anno nelle medie, abbiamo iniziato a guardarci alle spalle e a ripercorrere il nostro cammino nella Santa Filomena e siamo grati per aver incontrato professori che vogliono il meglio per noi e dai quali ci sentiamo valorizzati. Alcune tossiche dinamiche fra compagni, che possono accadere e influire sul benessere emotivo e sulla stabilità mentale di una persona, se guardate con benevolenza diventano occasione di maturazione e crescita. Oggi possiamo dire che nei nostri rapporti regna un’armonia che, pur nella sua fragilità, ci legherà per sempre.

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso