ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

La guerra ci fa tornare indietro nel tempo

Alessia Shevchenko racconta il conflitto che vivono i suoi nonni a Kiev: «Da un mondo evoluto scientificamente a morte e distruzione»

Sentiamo tutti i giorni parlare della guerra in Ucraina. Ma sappiamo davvero cosa sta succedendo? Ci sono molti ragazzi dell’Est Europa che frequentano le nostre scuole e hanno parenti nelle città ucraine: sono dunque più consapevoli e più coinvolti anche se indirettamente in questa situazione drammatica. Io sono Alessia, i miei nonni sono a Kiev e oggi voglio condividere ansie e riflessioni su ciò che sta succedendo. Come si può immaginare, la guerra è stata una sorpresa per tutti noi anche se pochi sanno che la guerra tra Russia e Ucraina è iniziata nel 2014 con la crisi della Crimea. Tuttavia, nessuno si aspettava un attacco così violento da parte dei Russi, soprattutto gli Ucraini. Anziani, persone adulte e bambini costretti a scappare dalla loro casa perché gliela stanno distruggendo con missili e bombe. Guardo le immagini che hanno inviato i miei parenti da Kiev. È possibile vedere distruzioni simili causate dall’uomo nel 2022! È difficile comprendere come siamo passati in modo così repentino da un mondo fatto di progresso, di scoperte tecnologiche e scientifiche a morte e distruzione: sembra davvero di tornare indietro nel tempo a un mondo che studiamo sui libri di storia e su cui ci fermiamo a riflettere, nella convinzione che non debba tornare mai più.

Invece sappiamo che bambini e persone innocenti si devono nascondere in sotterranei, cantine e metropolitane per non essere uccisi, oppure che ragazzi molto giovani partono per difendere il proprio Paese, non sapendo se avranno la possibilità di tornare. È ingiusto. Comunque, credo che anche in Russia ci siano aspetti drammatici: penso per esempio a tutti quei giovani ragazzi russi che devono rischiare la propria vita e combattere contro la loro volontà. La stessa cosa vale anche per gli adulti che sicuramente preferirebbero stare a casa al sicuro con la propria famiglia e con i propri figli. Pare inoltre che la maggior parte della popolazione russa sappia ben poco di quello che sta accadendo in Ucraina, dato che hanno bloccato la maggior parte dei social network: credo che se sapessero e se potessero vedere le immagini reali piangerebbero anche loro per i loro ‘fratelli ucraini’.

Ciò che possiamo fare noi qui è aiutare quella povera gente che invece di vivere la loro quotidianità si trova con due strade davanti: la vita e la morte. Abbiamo accolto con gioia nella nostra scuola media alcuni ragazzi ucraini e facciamo del nostro meglio da adolescenti perché possano ritrovare tra i loro coetanei un briciolo di serenità. Credo fortemente che parlare e diffondere queste notizie serva per non rimanere nell’ignoranza, per essere consapevoli di ciò che accade nel mondo, per sensibilizzare le persone sul fatto che come tutte le altre guerre, anche questa è ormai entrata purtroppo a far parte della storia.

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