ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Convitto Nazionale Giacomo Leopardi di Macerata (MC) - 1C

La preside a tu per tu coi ragazzi «Amo il mio lavoro e le sfide»

Roberta Ciampechini intervistata dagli alunni «Si devono fare di continuo delle scelte e il dialogo è il segreto per far funzionare tutto»

Ecco a voi Roberta Ciampechini, pianista, ex docente di Francese, Dirigente scolastico di due istituti secondari del maceratese, insignita il 4 novembre scorso dal Presidente Sergio Mattarella del titolo di «Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica». Noi della 1ª del Convitto Leopardi l’abbiamo intervistata.

Ciampechini, lei è Dirigente scolastico del liceo scientifico «Galilei» di Macerata ma ha scelto di dirigere in reggenza, da tre anni, anche il Convitto Nazionale Leopardi. Quali sono le ragioni di questa scelta? «Il Convitto mi ha colpito perché possiede un Indirizzo musicale di valore e nel mio percorso ho affiancato l’Università agli studi musicali. La musica è uno strumento educativo straordinario».

Come riesce a coniugare la passione per la musica con il lavoro? «È una questione di organizzazione, la musica è una mia grande passione e il tempo che dedico al piano, lo strumento in cui mi sono diplomata a 19 anni, non mi toglie nulla, anzi mi dà energia per affrontare meglio il lavoro».

Cosa le piace di più del suo lavoro di Dirigente? «Che sia vario e complesso: non annoia mai e spazia dal rapporto con gli alunni, che vanno valorizzati quando conseguono risultati importanti, al rapporto con famiglie, docenti, educatori e personale in generale. Ci sono problemi da affrontare ogni giorno e mi piace trovare una soluzione, risolvere sfide: nel mio lavoro si devono compiere delle scelte e il segreto per far funzionare tutto è il dialogo tra le parti. Ad ogni domanda va data una risposta».

Come è diventata preside? «Per caso. Mio figlio Lorenzo, il più grande, un giorno me lo ha proposto. All’inizio non ero dell’idea, ma le cose cominciano pure per curiosità. Mi piace studiare e mettermi in gioco, anche se adoravo il mio lavoro di insegnante di Francese nella secondaria di I grado. Le radici di tutto affondano nell’amore per la scuola in generale che mi ha trasmesso mia madre, bravissima insegnante di Inglese. In realtà ho capito che si può avere a cuore il bene dei ragazzi in modi diversi, e il lavoro di Dirigente è uno di questi».

Quali sono state le soddisfazioni più grandi da docente, da pianista e da Dirigente? «Ho iniziato come insegnante di scuola primaria, per sette anni, e un momento che ricordo con soddisfazione è stato quando ho diretto un coro di 150 bambini. Da docente di Francese nella secondaria di I grado sono orgogliosa dei bellissimi soggiorni-studio organizzati per gli alunni in Costa Azzurra, a Menton. Da pianista l’emozione più grande è stata quando ho superato le mie paure per suonare in pubblico: si crea una magia quando riesci a concentrarti per trasmettere alla gente ciò che senti nell’anima. Da Dirigente posso dire che l’apprezzamento della comunità locale, degli enti, delle famiglie supera ogni aspettativa e dà enorme soddisfazione».

Cosa ha provato per l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica che le ha conferito il Presidente Mattarella? «È stata una sorpresa quando me lo hanno comunicato, mi ha stupito che qualcuno abbia approfondito la mia persona e il mio lavoro.

Non so chi abbia proposto il mio nome ma questo riconoscimento ci fa capire che la scuola siamo noi, che lo Stato siamo noi, che la crescita degli studenti è qualcosa di importante per il Paese, su cui il Presidente intende puntare la lente di ingrandimento».

Quali consigli può darci per il futuro e i nostri studi? «Gestire bene il tempo, essere sempre curiosi, approfondire tutto, perché ogni cosa vi tornerà utile, ed equilibrare le attività, curando anche il momento del riposo».

Julia Khoja, Nilde Lazzari, Penelope Lapponi, Aurora Capradossi, Agnese Menichelli, Carolina Graziani, Tobia Quondam, Francesco Gentili, Alexander Fabbrizi, Francesca Mercuri, Alice Orlandi e Camilla Sacchetta, 1ª C

 

«Se chiudo gli occhi e penso alla musica, vedo un piano davanti a me. È mio strumento del cuore. In realtà è più di un semplice strumento: ha reso celebri interi Paesi, come la Germania con Beethoven e il suo Inno alla Gioia, l’Austria con Mozart, l’Italia con Verdi e Vivaldi. I loro capolavori sono quelli che provo a suonare. Non alla perfezione, certo, ma ci lavoro da sei anni e mezzo! Ho iniziato quasi per caso, e oggi il piano è parte di me. Non è solo un modo per rilassarmi, ma una porta su un mondo infinito di note ed emozioni».

Filippo Pagano, 1ªC

«Per me la musica è un tocco speciale che dà sapore alla vita.

Io suono il flauto traverso solo da pochi mesi: ho iniziato a settembre, all’Indirizzo musicale del Convitto Leopardi. A dire il vero, all’inizio questo strumento mi intimoriva e mi sembrava complesso, con tutti quei tasti che parevano infiniti! Poi ho capito che si diventa bravi solo provandoci. La soddisfazione più grande? Arriva quando, dopo tanti tentativi, riesci a suonare uno spartito: è come scalare una montagna e arrivare in cima, sentendoti forte e pieno di coraggio. Grazie alla musica ho imparato tante cose nuove, come la scala pentatonica e ho trovato nuove amiche. Una di loro, ad esempio, grande fan di Ghali, mi ha fatto ascoltare la sua canzone “Casa Mia“ suonandola con la chitarra. Quando ho capito che conteneva proprio questa scala, l’ho subito memorizzata e imparata sul flauto».

Julia Khoja, 1ªC

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