«Maestro, ci racconti tutto» Abbiamo intervistato Rossini
La chiacchierata impossibile con il Cigno «Come è stata la sua infanzia? Perché ha smesso così presto? Lei è un uomo emotivo?»
Qualunque cosa stiate facendo è il momento di sospenderla, perché stiamo per presentarvi un’intervista imperdibile che approfondirà le vostre conoscenze riguardanti un compositore nato nella nostra stessa città qualche secolo fa: Gioachino Rossini.
Buongiorno Maestro. Per cominciare le vorremmo chiedere come sia stata la sua infanzia e come l’abbia trascorsa… già da piccolo ha iniziato a coltivare la sua passione per la musica? «La mia è stata un’infanzia molto felice, sono nato il 29 febbraio 1792 circondato da musicisti. Entrambi i miei genitori, mio padre Giuseppe e mia madre Anna Guidarini, erano rispettivamente un compositore e una cantante. La mia infanzia l’ho passata a seguirli nelle loro tournée in giro per l’Italia. Quindi sì, naturalmente sono stato influenzato dalle loro carriere e la musica ha sempre fatto parte della mia vita, ma in realtà è stato Giuseppe Prinetti ad avviarmi verso lo studio della musica».
Quando ha composto la sua prima opera? «La mia prima opera si chiama La cambiale di matrimonio, composta appena fui maggiorenne (1810), ma la mia vera ascesa al mondo della musica avvenne grazie alla mia opera “Tancredi” scritta nel 1813».
Da queste sue prime opere è partito il suo irrefrenabile successo con le sue più importanti composizioni come “Il barbiere di Siviglia” e “Guglielmo Tell”. Dal 1829 però non abbiamo più avuto l’onore di ascoltare altre sue opere. Ci vuole dire il perché? «Ho smesso di comporre perché non mi sentivo a mio agio con la musica romantica. Ho sempre composto musica classica e il romanticismo non mi rappresentava. Quindi ho deciso di ritirarmi da tutto nella mia villa a Parigi».
C’entra forse anche la sua malattia? «Ho sofferto per gran parte della mia vita di depressione psichica, ho avuto crisi di pianto, angoscia, insonnia e a volte ho pensato di suicidarmi. Quindi sì, in realtà soprattutto per questo ho abbandonato il mondo della musica».
Aveva qualche soprannome? Se sì, quale, e perché veniva chiamato così? «A Bologna dai miei compagni di Liceo venivo chiamato “il tedeschino” vista la mia grande passione per Mozart e Haydn, ma in realtà non mi piaceva».
Lei è una persona emotiva? «In tutta la mia vita piansi solo tre volte: quando mi fischiarono la mia prima opera, quando sentii per la prima volta Paganini e quando feci un giro in barca nel lago di Como e mi cadde in acqua il tacchino ripieno di tartufi. Anche se di solito non sono una persona molto emotiva in questi casi ci voleva. La ringraziamo di aver partecipato all’intervista e le auguriamo un buon non 233° compleanno».
Leonardo Beretta, Andrea Filippini, Leila Lamaj, Maya Olivotti, Alessandro Roganti
Anche se Rossini ha trascorso a Pesaro solo pochi anni della sua vita, il legame con la città non si è mai interrotto e ancora oggi monumenti e iniziative lo ricordano. La sua casa natale che fu acquistata dal comune di Pesaro nel 1892, a 100 anni dalla sua nascita, e che oggi ospita un museo, nel 1904 viene dichiarata monumento nazionale. Un altro monumento importante che lo ricorda è il Teatro Rossini, costruito nel 1637, e ricostruito nel 1818. Venne inaugurato lo stesso anno con la messa in scena della sua famosa opera “La Gazza Ladra”. Inoltre abbiamo il Rossini opera festival che è uno dei più importanti festival musicali del panorama europeo, una manifestazione internazionale dedicata a Rossini. Istituito nel 1980, con l’intento di affiancare e proseguire l’operato della Fondazione Rossini, il festival ha riportato alla luce diverse opere di Rossini che erano state dimenticate. Il Conservatorio Rossini è uno dei più antichi e prestigiosi conservatori Italiani. Fondato nel 1882 conserva un rilevante patrimonio storico. Infine il Museo Nazionale Rossini che è stato inaugurato l’11 giugno 2019. Il museo racconta la vita straordinaria di Rossini, il percorso espositivo è un viaggio a 360 gradi nel mondo rossiniano, narrato come un’opera lirica, metafora musicale della sua esistenza.
Alessandro Manenti, Piermarco Moretti, Francesco Pacini, Alessandro Roccetti
La pizza Rossini di Pesaro è una vera e propria opera d’arte gastronomica! Con un impasto soffice e fragrante, questa delizia si distingue per la sua combinazione d’ingredienti raffinati e gustosi. La base è arricchita da una salsa di pomodoro molto saporita, ma la magia arriva con la presenza di uovo e maionese, un tocco di classe che la rende unica. Non manca la mozzarella, per un cuore cremoso, e un’armonia di sapori che si intrecciano perfettamente.
Le reazioni, infatti, sono spesso di incredulità e quasi disgusto, accompagnate da qualche alzata di sopracciglia, sguardi scettici ed espressioni schifate. Potrebbero sembrare commenti sensati, eppure quasi tutti coloro che la provano sono costretti a ricredersi. E’ come assaporare la musica del grande compositore Rossini, un piatto che fa danzare le papille gustative! Se passi a Pesaro, è un’esperienza da non perdere.
Sara Ceccolini Carolina Quilici Leonardo Romano Ginevra Ventorino