Viaggio nel ‘paranormale’ Un brivido separa sogno e realtà
Gli studenti della scuola di San Domenico hanno compiuto un percorso nella letteratura I racconti gialli hanno impressionato i ragazzi che hanno fatto un’analisi dettagliata
Cos’è la realtà? Cos’è il sogno? Si sono chiesti gli studenti di 2ª E della scuola San Domenico, catturati dal mistero, dopo aver letto un giallo. Ad accompagnarli in questo viaggio nel paranormale è stato il volume ‘Oltre il Muro’ della cesenate Fiorella Monopoli, pubblicato da ‘Il Vicolo’ nella collana Frammenti. Una raccolta di 21 racconti per oltrepassare il muro, cioè la linea sottile che separa la realtà dal sogno, la vita dalla morte e immergersi in un mondo parallelo pieno di enigmi ed eventi soprannaturali. A dare il titolo all’opera è il racconto ‘Oltre il Muro’ in cui il protagonista è Geremia, un bambino che, oltrepassando un muro, dalla sua tranquilla biblioteca approda a dimensioni sconosciute.
Ognuno di questi racconti regala un colpo di scena finale capace di far riflettere e di infondere una profonda inquietudine nei lettori, come Giacomo Manuzzi che è stato particolarmente colpito da: ‘Brivido’. «Il racconto – afferma lo studente- – parla della signora Zira e la sua badante Delfa. Zira non aveva un bel carattere tant’è che sgridava Delfa per qualsiasi cosa. A un certo punto, mentre Zira guardava un film giallo, la tv si spense. Urlando la signora ordinò a Delfa di riaccenderla, ma…
troppo tardi: appena il televisore si accese comparve la scritta ‘The End’. Zira si arrabbiò con Delfa ma, anziché le solite scuse sentì il rumore di una lama affilata». Matteo Carestia ricorda con piacere il racconto «Il quadro» e la vicenda di Bill che in una notte fredda e buia si addentrò in cerca d’aiuto nella luce soffusa di un antico palazzo per raccontare al suo maestro un incubo ricorrente, ma la casa in cui si ritrovò aveva qualcosa di molto strano, capace di trasformare le visioni dell’incubo in una terribile realtà.
Andrea Caminati è stato stregato da ‘La notte di Natale’ che narra la storia di Giò che la mattina del 25 dicembre, aprendo gli occhi, ammira gli addobbi natalizi, si vede riflesso su una sfera appesa al grande abete e capisce di essere un pagliaccio. Prova a scappare, ma si rende conto che la porta è priva di maniglie e il paesaggio che lo circonda non è reale, ma dipinto. Incomincia ad urlare, ma non emette alcun suono fino a quando sente delle grida festose di bambini che aprono il soffitto della sua stanza. «Le descrizioni dettagliate di questo racconto – rivela Andrea – conducono il lettore in una dimensione parallela». Giorgia Venturi ricorda il racconto ‘Evanescenze’. È la storia di una signora anziana, che sorseggiando una tazza di caffè, rivive i ricordi del marito scomparso. «Il sole si specchiava sul mare e Odra era avvolta dalla sua veste da notte ed un ciuffo di capelli le ricadeva sul sopracciglio sinistro. Molto lentamente socchiuse gli occhi.. le sembrò quasi di sentire qualcuno che la chiamava sotto voce. Presto, però, si accorse che quel nome pronunciato piano era soltanto un’illusione».
Gli alunni di 2ª E della scuola di San Domenico
Raccolti i pareri dei lettori, gli alunni hanno incontrato l’autrice Fiorella Monopoli per porle qualche domanda.
Come è nata la passione per la scrittura e per il mistero? «Ho iniziato a scrivere a 15 anni.
Mi sono sempre piaciuti i racconti umoristici, sentimentali, ma soprattutto il mistero perché offre all’autore la possibilità di creare un mondo, impiegando la propria fantasia.
Cosa ha ispirato la stesura di questo libro? «L’ispirazione ha le sue radici nel passato, nelle paure e nelle sensazioni che da piccola mi avevano spaventata. Ho optato per una raccolta di storie brevi per non rischiare che la narrazione risultasse noiosa. Per scrivere un romanzo, d’altra parte, occorrono anni di esperienza».
Come lettrice, qual è stato lo scrittore che ha amato di più? «Ho sempre amato i racconti thriller, il mistero. Direi che Ken Follett è l’autore che mi ha appassionata di più».
Il libro più difficile da scrivere? «Di certo ‘Oltre il muro’, portare a termine il primo libro è stato come una sorta di laurea».
Qual è la fonte d’ispirazione della sua scrittura? «Traggo ispirazione dai sogni o dalle mie fantasie, ma c’è un autore che, più di ogni altra cosa, mi ha ispirata: mio padre. Ha scritto una toccante biografia durante la seconda guerra mondiale, ma non ho mai pensato di rimaneggiare il suo racconto parchè si tratta di una storia familiare e delicata».