ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado B. Croce di Forlì (FC) - 3M

Ricordare gli orrori della guerra Lottiamo ancora contro l’indifferenza

Gli alunni della Benedetto Croce celebrano la Giornata della Memoria e scoprono le atrocità compiute dai nazisti Il percorso didattico ha approfondito la tragedia attraverso alcuni autori prigionieri nei campi di concentramento

Durante la Giornata della Memoria la scuola Benedetto Croce ha partecipato al progetto ’Ricordare per non odiare’ dove Marco Baldacci, docente del nostro istituto ora in pensione, ha tenuto una lezione alle terze per riflettere sulle tragedie che hanno avuto luogo durante il secondo conflitto mondiale. Il professore ci ha spiegato che la Giornata della Memoria è stata istituita dall’Onu nel 2005 per non dimenticare le atrocità avvenute durante la seconda guerra mondiale. I luoghi dove i nemici del nazismo venivano perseguitati erano i campi di concentramento ed erano suddivisi in due gruppi: campi di lavoro, dove i detenuti morivano a causa degli eccessivi sforzi, e campi di sterminio, dove le persone venivano eliminate in varie orribili modalità. Quello più importante era Auschwitz I, in Polonia. Chi passava le selezioni per entrarvi era condannato a due settimane di lavoro forzato che avrebbero poi portato alla morte, mentre gli incapaci venivano deportati a Birkenau/Auschwitz II, il campo più esteso. Qui c’erano quattro forni crematori e roghi che ardevano giorno e notte. Ospitava fino a 100mila prigionieri e vi morirono oltre un milione di ebrei, di cui 200mila bambini. Un terzo luogo di orrori, Monowitz, detto Auschwitz III, era un altro campo di lavoro.

Poteva ospitare fino a 12mila prigionieri e ve ne transitarono 35mila, tra cui Primo Levi.

Un numero per nome. Il ’materiale umano’ destinato al lavoro forzato veniva privato di un’identità. Ai reclusi tatuavano un numero che sarebbe diventato il loro nuovo nome. I detenuti vivevano in baracche di legno e paglia con il pavimento in terra battuta, i letti erano piccoli e stretti e in ogni brandina dormivano fino a otto persone. Le condizioni igieniche erano inesistenti, ogni tipo di odore proliferava nella baracca.

Tra le ombre del passato la memoria non dimentica. Abbiamo ascoltato i racconti di vari testimoni della Shoah attraverso le parole del professor Baldacci. Tra i libri che hanno lasciato il segno nei nostri cuori troviamo ’Se questo è un uomo’, un’autobiografia di Primo Levi, chimico ebreo che a ventiquattro anni fu deportato ad Auschwitz III. Levi descrive le condizioni atroci in cui dovevano vivere i deportati. Baldacci ci ha raccontato alcune crudeltà avvenute nei campi. Josef Mengele, medico nazista di Auschwitz, faceva esperimenti sui gemelli. Ad esempio, cercò di rendere loro gli occhi azzurri iniettando del metilene blu e provocandone la cecità. Un altro capo spietato fu Amon Goeth, che si divertiva a frustare i deportati o a sparare loro come un cecchino.

Una scrittrice molto importante fu Helga Schneider, abbandonata durante la guerra da entrambi i genitori e affidata alla zia, fanatica nazista che la tenne rinchiusa nel suo seminterrato e la portò a conoscere Hitler. Finita la guerra andò a trovare la madre a Vienna e scoprì che anche lei era nazista. Per questo scrisse il libro ’Lasciami andare, madre’. A questo seguirono ’Io, piccola ospite del Fuhrer’e ’Il piccolo Adolf non aveva le ciglia’ ispirato alla storia del figlio di un generale nazista che, essendo biondo e con la sindrome di Down, sembrava non avere le ciglia. Infine, il professore ci ha parlato di Liliana Segre sopravvissuta all’Olocausto, mostrandoci un suo discorso tenuto al Parlamento Europeo. Uno degli episodi che ci ha colpito è ’L’addio a Juliet’, la sua amica conosciuta nel campo che aveva perso due dita lavorando e fu portata via per essere uccisa. La Segre la ricorda con vergogna perché quando venne portata via, per paura, non la salutò e ancora oggi se ne pente.

Chi non serba memoria non ha neppure cuore. Alla fine dell’incontro il professor Baldacci ci ha dato alcuni consigli che vorremmo diffondere, tra cui l’essere liberi in ogni circostanza, non dare spazio all’indifferenza, non smettere mai di stupirsi e ricordare per non odiare.

Classe 3ªM

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