Pioggia di coriandoli da Venezia a Rio Questa è la vera storia del carnevale
Le classi VA e VB della scuola primaria Franceschini di Porotto raccontano una tradizione sempre viva «Da sempre vuole dire scherzi, balli, canti, gare, cortei, grandi mangiate e, soprattutto, tanta allegria»
Coriandoli e divertimento, le classi VA e VB della scuola primaria Franceschini di Porotto raccontano una tradizione che non scompare, il carnevale. Sono stati coordinati dalle insegnanti Angela Cenacchi e Elisabetta Dallapiccola.
L’origine del Carnevale. A cosa pensi quando senti la parola Carnevale? A vestirti in maschera? A fare scherzi alla gente? A mangiare cose buone in abbondanza? A cose insomma, che fanno ridere o almeno sorridere e comunque che scacciano i pensieri tristi. Carnevale vuol dire scherzi, balli, canti, gare, cortei, grandi mangiate e, soprattutto, tanta allegria. Gli antichi Romani avevano l’usanza di celebrare l’inizio dell’anno o di una nuova stagione con feste speciali. In marzo e in dicembre si svolgevano i Saturnali.
Erano in onore del Dio Saturno. Si diceva che il Dio aveva assicurato agli uomini felicità e benessere in una lontanissima epoca chiamata «età dell’oro». Si organizzavano perciò, in suo nome, giochi all’aperto e banchetti succulenti. Per un periodo da tre a circa sette giorni i padroni obbedivano ai servi e i servi la facevano da padroni, era un mondo alla rovescia. Giovani e vecchi, uomini e donne, passavano cantando e intrecciando danze. C’era anche l’uso delle maschere che erano fatte di corteccia d’albero, di legno intagliato, di cuoio e perfino d’avorio.
Si aggiungeva, inoltre, il desiderio di fare spettacolo, di spaventare ed anche di divertire. Con l’avvento del Cristianesimo, le feste pagane persero il vero nome e il riferimento agli dei, le loro caratteristiche essenziali però si trasferirono nelle feste cristiane con una festa che dimenticasse preoccupazioni, malattie, affanni, dolori subiti. Non si celebrava in solitudine ma tutti insieme, la festa cristiana di carnevale conservò questo carattere di gaudio condiviso con gli altri, trasmessa lungo i secoli dove per tradizione più alti erano i salti dei danzatori più alto sarebbe stato il grano nei campi. L’abbondanza di cibo divino è un altro elemento che lega Carnevale alle feste antiche, la stessa parola carnevale si fa derivare da Carne Aval, cioè ingoiare molta carne, oppure da espressioni contrarie come Carne Laxare, lasciare la carne e Carne Vale! cioè addio carne! forse dopo averne mangiata parecchia.
Sono molte le rappresentazioni tradizionali che si svolgevano e si svolgono ancora adesso come gli antichissimi riti: in Toscana alcuni gruppi di attori dilettanti portavano un ramo di alloro di pino, lo piantavano in mezzo a una piazza e poi lì intorno recitavano il bruscello, erano episodi di poemi epici che narravano scene di guerra, sfide e duelli tra mori e cristiani. Per tradizione chi organizzava le feste di carnevale erano le autorità che fissavano le date, le regole e i contributi in denaro.
A cominciare dal medioevo nacquero organizzazioni di cittadini chiamate “Compagnie dei Folli” o “Abbazie dei Folli e degli Stolti”, di solito composte da giovani. A Firenze, nel Rinascimento, queste associazioni si chiamavano Potenze o Signorie, anche se spesso erano composte di poveri operai o artigiani, ed avevano un capo detto Abbate o Monarca o Episcopello o Signore o Duca o Imperatore. Uno dei Carnevali più antichi basati su una rievocazione storica è quello di Ivrea, con la battaglia delle arance. Il martedì grasso si bruciano gli Scarli, cioè lunghe pertiche e si dice che se bruciano bene e rapidamente gli innamorati che stanno sotto potranno sposarsi in breve tempo. A Viareggio dal 1873 vi è la grande sfilata dei carri e delle maschere lungo l’ampio viale del mare con pupazzi giganteschi che si muovono nei quali si sfoga una fantasia unica al mondo. Un’altra città che ha saputo creare un carnevale nuovo è Venezia con la grande tradizione del carnevale settecentesco. Piazza San Marco accoglie ogni anno migliaia di persone. Un altro Carnevale storico è quello di Cento che si svolge nella omonima città, in Emilia Romagna. Dal 1990 la manifestazione è diventata un evento folcloristico importante, grazie al gemellaggio con il Carnevale di Rio de Janeiro.
Balboni Thomas, Barameu Emanuel, Botea Camelia, Bottoni Sara, Cornacchia Giacomo, D’Urso Chiara, Forini Gabriele, Jideofor Melvin Chelotam, Khan Muhammad Razi, Lorenzetti Riccardo, Nuredini Sonia, Pizzotti Alice, Polschi Stefano, Roman Ralucaioana, Rossi Elia, Tapex Alexander, Valenti Giada. Ins. Elisabetta Dallapiccola