Superiori, il rebus della scelta Seguiamo capacità e competenze
Sondaggio per capire che decisioni hanno preso i ragazzi delle terze Su 127 alunni, il 50% si sono indirizzati verso i licei, il 42% sui tecnici e l’8% sui professionali
Gli istituti tecnici offrono una preparazione teorica di base affiancata dallo sviluppo di competenze tecniche specifiche, mirate a favorire un rapido inserimento nel mondo del lavoro. Con un diploma di istituto tecnico, lo studente ha la possibilità di accedere all’università, oppure di proseguire la propria specializzazione presso gli Istituti Tecnologici Superiori. Gli indirizzi degli istituti tecnici, che spaziano tra vari settori (economico, tecnologico, informatico, ecc.), permettono agli studenti di acquisire competenze utili per intraprendere una carriera professionale o per svolgere attività autonome.
I percorsi liceali puntano a fornire una solida preparazione culturale e metodologica, utile per comprendere e analizzare la realtà con spirito critico. L’obiettivo principale dei licei è preparare gli studenti per gli studi universitari, favorendo lo sviluppo di competenze come il pensiero creativo e la capacità di progettare e risolvere problemi. I licei sono suddivisi in vari indirizzi (Classico, Scientifico, Linguistico, Artistico, ecc.), ognuno si concentra su ambiti specifici, permettendo allo studente di approfondire i propri interessi e le proprie attitudini.
Gli istituti professionali vogliono essere un ponte verso il mondo del lavoro, una volta ottenuto il diploma.
Proprio per facilitare l’inserimento futuro nelle professioni, durante il percorso di studi vengono assicurate attività pratiche in laboratori e anche attività nelle imprese. I professionali inoltre si propongono come un mezzo per mantenere un costante e necessario dialogo con il territorio nella valorizzazione e nel rispetto di tutte le sue componenti.
Abbiamo fatto un sondaggio nella nostra scuola per scoprire che tipo di scuola secondaria di II grado abbiano scelto gli alunni delle classi terze. Siamo arrivati alla conclusione che su 127 alunni, circa il 50% seguiranno un percorso liceale, il 42% di alunni hanno scelto un istituto tecnico, infine ci sono gli alunni che hanno scelto un istituto professionale,chesonopariall’8%. Rispetto al resto dell’Italia, gli studenti che hanno scelto di seguire un corso liceale sono inferiori del 5% alla media nazionale, lo stesso vale per gli alunni che hanno scelto il professionale, in questo caso la media della nostra scuola è inferiore a quella nazionale del 4,72%, invece gli alunni che hanno scelto un istituto tecnico sono superiori del 8,4% rispetto alla media nazionale. Confrontandoci con i nostri coetanei abbiamo capito che la scelta della scuola superiore è spesso è influenzata da amici o genitori, ma anche gli openday sono stati utili. Noi riteniamo che sia giusto scegliere scuole adatte alle nostre capacità e competenze.
Nicolò Paganelli Alan Montecapri Alberto Cecchini Gianluca Nicolini
Noi adolescenti viviamo l’amore in modo intenso, per noi non c’è nulla di più importante. Non sempre una storia è a lieto fine, spesso una persona non viene trattata come merita, prevale l’attenzione all’esteriorità e non al valore personale. Da qui il pensiero di non essere abbastanza, la paura di fidarsi e di non essere amati.
L’amore a quest’età insegna tanto, le relazioni adolescenziali si ricordano per sempre come un vortice di emozioni contrastanti che investono in modo intenso e travolgente.
Abbiamo rivolto ad alcuni ragazzi della nostra scuola delle domande sull’amore. Per molti non è importante innamorarsi alla nostra età ma se capita è totalizzante; la maggior parte dei ragazzi pensa che ogni persona possa scegliere chi amare. Abbiamo chiesto di descrivere con una parola che cos’è l’amore, per noi è un insieme di avventure ed emozioni.
Anita Amato – Viola Improta – Matias Longoni
L’adolescenza è un’età complessa durante la quale subiamo cambiamenti nel corpo e nel modo di pensare, è un’età dove ci sentiamo sempre al centro. Le relazioni sono un pilastro di questa età ma si possono vivere solo in due modi: o sei nel gruppo o sei fuori. In alcuni adolescenti può emergere un’ansia sociale: in Giappone è definita con il termine “hikikomori” e si riferisce a ragazzi che faticano a relazionarsi con gli altri, e quindi si isolano in casa. Questa difficoltà affligge principalmente i ragazzi ma potrebbe durare anche tutta la vita. In Italia in seguito alla pandemia il numero di hikikomori si è alzato in modo esponenziale. Si pensa che il fenomeno sia principalmente dovuto all’uso di Internet, in realtà le attività online sono per i ragazzi hikikomori l’unico modo di uscire per qualche ora dalla loro solitudine. Moltissimi di loro vivono intere giornate senza fare nulla nelle proprie camere lontano da tutti. Le difficoltà possono nascere dall’ambiente scolastico, dalla situazione famigliare o da episodi di bullismo.
La condizione di auto isolamento non è idilliaca per la persona, ma sembra la migliore soluzione possibile. In realtà bisognerebbe creare un dialogo senza giudizio, nel rispetto del ragazzo e della sua condizione. Potrebbe essere utile anche un supporto psicologico.
Nicole Lucci Chiarissi