ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC del Tronto e Valfluvione di Roccafluvione - Acquasanta (AP) - 3A Roccafluvione e 3A Acquasanta

Dalle opportunità ai rischi dell’Intelligenza artificiale

La tecnologia vista dagli studenti dell’IC del Tronto e Valfluvione: può essere una risorsa, ma è fondamentale che venga regolata e dovrà essere sempre l’uomo a mantenere il controllo

L’intelligenza artificiale (IA) è una tecnologia, che lavora autonomamente utilizzando istruzioni avanzate. La sua storia ebbe inizio negli anni ’50, quando Turing propose il famoso test per studiare il comportamento delle macchine, paragonandole agli esseri umani mentre negli anni ‘80 trovò le prime applicazioni industriali. Nel corso del tempo, l’IA ha attraversato diverse fasi, con le prime teorie sulle reti neurali e la distinzione tra IA forte e debole. La prima sostiene che le macchine possano sviluppare una coscienza di sé, mentre la seconda si limita a svolgere funzioni umane senza coscienza o capacità cognitive. Oggi, l’IA è al centro degli interessi di imprese e governi e si sta sollevando un acceso dibattito sull’impatto che questa può avere sul mondo del lavoro. Alcuni temono che possa sostituire l’uomo in molte professioni non solo nei settori che prevedono attività ripetitive ma anche in ambiti più creativi. Altri sono convinti che l’IA possa migliorare l’efficienza, riducendo le attività faticose e pericolose. Per le aziende, ciò potrebbe significare una riduzione dei costi e un aumento della produttività e potrebbe anche rappresentare un’opportunità per migliorare le competenze degli occupati ma in caso di una sostituzione totale del loro lavoro, sarebbe necessaria un’ulteriore formazione che introduca quelle persone in nuovi settori. L’IA sta cambiando molti settori ma anche il nostro quotidiano: può analizzare i dati delle videosorveglianze per identificare comportamenti sospetti, usare il riconoscimento facciale per ricostruire l’identikit di individui ricercati, fornire diagnosi mediche in tempi rapidissimi, realizzare video, film, sceneggiature, progetti grafici partendo da poche istruzioni scritte.

L’IA è diventata realtà, ma solleva problematiche legate ai diritti d’autore, in quanto i testi e le immagini da essa generati sono sintesi di foto o contenuti creati e caricati su internet da esseri umani.

Solleva anche preoccupazioni etiche e sociali: l’apprendimento automatico sta portando a significati-vi progressi, ma implica anche rischi legati ai diritti umani, alla privacy, e alla diffusione di fake news. Inoltre, l’IA potrebbe migliorare l’accesso a informazioni e servizi, ma essere utilizzata anche per controllare e censurare la popolazione e ciò solleva la necessità di quadri normativi ed etici per garantirne un uso responsabile. In sintesi, l’IA può offrire nuove opportunità in vari settori, ma dall’altro pone seri interrogativi sul futuro di molte professioni. Con un uso responsabile, l’IA può essere una risorsa preziosa, ma è fondamentale che venga regolata e soprattutto dovrà essere sempre l’uomo a mantenere il controllo su di essa e non viceversa.

 

A esporci i rischi che si celano dietro l’IA ci ha pensato l’informatico inglese Geoffrey Hinton, premio Nobel per la Fisica 2024, in un’intervista rilasciata a 60 minutes. «Credo che stiamo entrando in un’epoca in cui per la prima volta in assoluto ci sono cose più intelligenti di noi.

Con il tempo svilupperanno una coscienza» afferma. E quando gli viene chiesto come facciamo a non sapere cosa stia succedendo se l’IA l’abbiamo progettata noi, risponde: «Quello che abbiamo fatto è stato progettare l’algoritmo di apprendimento che produce reti neurali complesse, che sono brave a fare certe cose, ma non comprendiamo davvero come facciano a farle». Insomma, l’uomo ha dato il via a qualcosa che non sa esattamente come e quanto velocemente possa svilupparsi.

Sull’IA si è espresso più volte anche Elon Musk, cofondatore di OpenAI: «È più probabile che sia una cosa buona che cattiva» dichiara in un’intervista. «Ma bi-sogna mettere l’IA nella giusta direzione» perché «se avesse un obiettivo e l’umanità si trovasse in mezzo, la distruggerebbe, un po’ come quando bisogna costruire una strada e in mezzo c’è un formicaio. Se l’obiettivo dell’IA fosse sbarazzarsi delle email spam, potrebbe concludere che il modo più veloce per farlo sarebbe sbarazzarsi degli umani». Per questo è necessario dotare l’IA di una morale ed evitare che da opportunità si trasformi in pericolo.

 

Il 10 ottobre 2024 presso gli studi Warner Bros di Los Angeles si è tenuto l’evento ’We, robot’, durante il quale l’imprenditore sudafricano Elon Musk ha presentato i robot umanoidi Tesla Optimus, lasciando tutti a bocca aperta. Il loro aspetto e il nome dell’evento ci hanno subito fatto pensare al film ’Io, robot’ (2004) con Will Smith nei panni del protagonista. Sia il film sia il titolo dell’evento traggono ispirazione dal capolavoro fantascientifico ’Io, robot’ (1950) dello scrittore statunitense Isaac Asimov. Si tratta di una famosissima raccolta di nove racconti che ruotano attorno a unico grande tema: le tre leggi della robotica. Asimov immagina che tali leggi, alla base del funzionamento dei cervelli positronici dei suoi robot, siano state inventate per evitare che essi potessero arrecare danni al genere umano. Ovviamente gli automi di Musk sono ancora ben lontani da quelli di Asimov, ma la strada intrapresa sembra andare proprio in quella direzione.

La pagina di oggi è stata curata dalle classi 3A di Roccafluvione e 3A di Acquasanta dell’IC del Tronto e Valfluvione. Per la 3A di Roccafluvione hanno partecipato S. Argira, G. Bruni, A. Cerqua, D. Cicconi, M. Croci, A. Di Ferdinando, M. Galotto, G. Giuliani, C. Guerrieri, F. Ianni, S. Marconi, P. Martini, R. Orrù, S. Petrocchi, M. Pignoloni, M. Pignoloni, C. Sciamanna. Per la 3A di Acquasanta M. Allevi, L. Angelini, A. Apostoli, V. Carosi, A. Catalucci, S. Ciolan, D. Di Marzi, M. Falgiani, D. Feliziani, L. Leggieri, A. Manocchi, L. Marozzi, A. Nespeca, Z. Ouali, C.L. Piccioni, G. Rendina e C. Rucci.

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