ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Orceoli di Forlì (FC) - 3E

Riscrivere gli stereotipi di genere La fragilità è la nostra vera forza

Gli studenti dell’Orceoli hanno riflettuto sui cliché che imprigionano le persone in ruoli sociali prestabiliti Ispirandosi alla canzone di Lucio Corsi ’Vorrei essere un duro’ hanno creato un videoclip e sette illustrazioni

Maschio alfa? No, grazie. Preferiamo l’uomo vero, quello che non ha paura di mostrare le sue emozioni.

Nell’ultimo mese la nostra classe è diventata teatro di tante esperienze alla scoperta della fragilità. Tutto è iniziato con una riflessione sugli stereotipi di genere, nell’ambito del progetto ’W l’amore’, un percorso di educazione all’affettività e alla sessualità promosso dalla Regione Emilia-Romagna, al quale la nostra classe ha aderito. Esistono cose da maschi e cose da femmine? Un interrogativo che ci ha fatto dialogare. Nonostante i ’cliché’ che ci imprigionano in ruoli socialmente prestabiliti, ognuno è libero di essere e fare ciò che vuole. Contemporaneamente alcune letture tratte dalla nostra antologia ci hanno aperto gli occhi su un mondo in cui la fragilità non è debolezza, ma forza. Poi, Sanremo. Come ogni anno, al termine del Festival della canzone italiana ci siamo divertiti ad applicare le nostre conoscenze di analisi retorica ai brani portati in gara dagli artisti, ma questa volta il focus è stato posto sul podio tutto al maschile, che ha scatenato un acceso dibattito.

Guidati dalle considerazioni del dottor Alberto Pellai, psicoterapeuta, abbiamo espresso il nostro parere su quale fosse la differenza tra ‘vero uomo’ e ‘uomo vero’. È emerso che la prima espressione rappresenta lo stereotipo dell’uomo di casa, che deve portare soldi alla famiglia, che non deve piangere e si deve mostrare impenetrabile. Il secondo, invece, è l’uomo gentile, che mostra le sue paure. Un uomo fragile, sensibile e, per questo, ’forte’.

Per noi, Olly, Lucio Corsi e Brunori Sas non sono ’maschi alfa’, ma uomini che hanno il coraggio di mostrare le loro emozioni. Ci siamo concentrati, in particolare, sulla canzone ’Volevo essere un duro’ e l’abbiamo guardata con occhi diversi. Il testo, ricco di immagini antitetiche e metaforiche, parla di un ragazzo che voleva essere un ’vero uomo’, un ’duro’, come appunto dice il titolo, ma che si riscopre ’nessuno’, pieno di limiti e debolezze. Ci siamo riconosciuti nelle parole di Lucio, che parla delle insicurezze che tutti proviamo, e siamo orgogliosi che questa canzone rappresenti l’Italia all’Eurovision. Così, su quelle note scanzonate, abbiamo deciso di metterci alla prova.

Qualcuno ha riscritto il testo della canzone, adattandolo al mondo scolastico e distinguendo tra persone ’normali’ e ’bulli’. Nella nostra stessa classe ci sono dinamiche relazionali per cui alcuni si sentono esclusi, mentre altri i leader del gruppo.

Il nostro finale dice: «Non sono solo un alunno» perché, oltre ad essere degli studenti, che dipendono dai voti e dalle note, siamo figli, amici e persone, talvolta anche molto diverse rispetto a quando siamo a scuola. Un altro gruppo ha dato vita a sette illustrazioni, trasformando le imperfezioni delle macchie d’inchiostro venute per errore in simboli delle nostre vulnerabilità. La rappresentazione grafica permette di esprimere concetti che a parole non suonano nello stesso modo: volevamo trasmettere un senso di emancipazione. Con impegno e un pizzico di simpatia abbiamo realizzato anche un videoclip, dando forma alle immagini evocate dalla canzone. Infine, un gruppo aveva il compito di scrivere una lettera ad un ’uomo vero’. È stato necessario fare chiarezza: ’uomo vero’ è chi non ha paura del giudizio altrui.

Abbiamo, dunque, scelto di indirizzarla all’ex presidente degli Usa, nonché il primo presidente nero: Barack Obama. Riflettendo sul suo celebre discorso dallo slogan ’Yes we can’, in cui ha pianto davanti al mondo intero, gli abbiamo confidato come per noi rappresenti un esempio di uomo che abbatte tutti gli stereotipi. Abbiamo ribadito che l’opinione di ciascuno è importante e accolto tutti i punti di vista. Ci siamo domandati se essere fragili significhi essere sbagliati o se, invece, possa diventare una virtù. Questo percorso ci ha insegnato che la fragilità non è un limite, ma un’opportunità; che non è facile accettare le nostre debolezze, ma ne vale la pena, perché rappresentano più di tutto la nostra unicità. Le buche sono le parti più luminose della nostra luna.

Classe 3ªE

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