ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Lelio Orsi di Novellara (RE) - 2A, 2C, 2D

In campo contro il bullismo L’iniziativa per dire basta

La scuola media Lelio Orsi di Novellara e l’incontro per sensibilizzare sul fenomeno «Una forma di violenza che può essere fisica o psicologica. L’empatia e il rispetto sono la chiave»

Nell’ambito delle attività promosse nel nostro istituto scolastico, noi alunni della secondaria di primo grado – classe II D – siamo stati coinvolti nelle attività di conoscenza di bullismo e cyberbullismo.

Grazie alla collaborazione con le istituzioni locali, abbiamo partecipato a un incontro di formazione nel nostro istituto.

Durante la lezione il Maresciallo della caserma dei carabinieri di Novellara ci ha fornito una prima serie di informazioni sul fenomeno che in questi ultimi anni coinvolge e travolge la vita di adolescenti come noi. Abbiamo appreso che bullismo significa usare prepotenza, maltrattare, intimidire, intimorire.

Si manifesta soprattutto a scuola, ma anche nei luoghi pubblici. Questa forma di violenza può essere fisica o psicologica ed è attuata da una o più persone nei confronti di qualcuno considerato più debole.

Le azioni del bullo hanno consapevolmente lo scopo di ferire, colpire e isolare. Inoltre, vengono compiute ripetutamente, creando così un contesto di continuità temporale: un solo episodio isolato di violenza non è quindi da considerarsi bullismo.

La vittima può essere considerata inferiore per la sua fisicità, il modo di vestire, il colore della pelle, la religione, le tradizioni culturali o l’orientamento sessuale. Abbiamo anche capito che non solo colui che compie l’atto di bullismo e i suoi complici sono responsabili di queste azioni scorrette, ma anche chi osserva. Lo spettatore che assiste senza chiedere aiuto per chi soccombe ai vari tipi di violenza (fisica, verbale o psicologica che sia) è comunque responsabile.

Le conseguenze del cyberbullismo sono diventate talmente serie che è stato necessario promulgare una legge che rendesse questi atti illegali e perseguibili. Si tratta della Legge 71, a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto al cyberbullismo.

Grazie alla scuola abbiamo conosciuto anche la Fondazione Carolina, nata in memoria di una ragazza vittima di cyberbullismo, che si impegna affinché la sicurezza online diventi un valore condiviso e per chiarire che insultare, tormentare ed escludere qualcuno da un gruppo non può più essere considerata solo una ragazzata.

Infine, grazie alla partecipazione di alcuni professionisti dell’associazione NoveTeatro, abbiamo concluso il progetto scolastico creando uno sketch teatrale sul tema «Cyberbullismo: basta un click». Con NoveTeatro abbiamo recitato scene su bullismo e cyberbullismo, immaginando e ricreando un museo che conserva gli oggetti usati dai bulli per raccontare le conseguenze di tali gesti. Riflettendo insieme abbiamo capito che l’empatia è la chiave per fermare il bullismo, creando una società più rispettosa.

 

Il 21 febbraio scorso abbiamo seguito un incontro sulla relazione tra arte e scienza con l’ospite Marco Ruini: neurologo, neurochirurgo e artista, le cui opere sono state esposte a Novellara.

Ruini sostiene che «ogni aspetto della cultura è ibrido», perché unisce arte, scienza, filosofia, storia e metafisica. I suoi quadri ne sono la dimostrazione, poiché rappresentano il legame tra scienza e arte e come queste siano collegate dalla curiosità per l’ignoto. Durante l’incontro, ci ha mostrato una sua opera che rappresenta la fragilità e la bellezza degli esseri viventi.

In seguito, grazie ad un modellino anatomico del cervello, Ruini ci ha fatto una lezione di anatomia. Ci ha spiegato che il cervello è il risultato di miliardi di anni di evoluzione e ci ha illustrato alcune sue parti: la neocorticale, che gestisce la razionalità; la limbica, che regola le emozioni; e la rettiliana, che controlla i sensi di olfatto, gusto e tatto, proteggendo l’individuo. Abbiamo scoperto che il cervello è composto da 85 miliardi di neuroni che trasmettono informazioni e producono sentimenti, ancora oggetto di studio. Inoltre, Ruini ci ha spiegato che il cervello è diviso in due emisferi: il sinistro, più tecnico e funzionale, e il destro, più creativo. Il neurologo ci ha poi rivelato che anche le piante hanno una forma di cervello e che percepiscono l’ambiente tramite le radici, riuscendo pure a distinguere i colori del cielo.

 

Che cosa ci dicono le strade? I nomi delle nostre strade non servono solo per orientarci nel nostro Comune, ma sono legati spesso al passato, alla memoria storica e alla collettiva.

Studiando gli esploratori, abbiamo osservato l’odonomastica del nostro Comune e scoperto che molte vie di Novellara sono intitolate a chi ha esplorato il Nuovo Mondo. Così oggi, passeggiando per il paese, possiamo associare a ogni nome una biografia e un volto.

La parola «odonomastica» ora ci suona più familiare.

Ci siamo resi conto che c’è una scelta pensata dietro l’intitolazione delle strade. Abbiamo capito che gli esploratori sono personaggi storici importanti che hanno cambiato lo stile di vita delle persone con le loro scoperte di nuove terre e popoli. È importante studiare la storia anche attraverso le tracce che lascia sul nostro territorio, per sentirla più vicina.

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