Cervello, muffa e generazioni Alpha Brainrot, il linguaggio dei giovani
Andiamo a leggere la prima pagina dei giovani cronisti della Smiling Service Scuola Internazionale I reporter sono seguiti delle insegnanti Elena Breveglieri e Sarah Khameroubi. E che vinca il migliore
Ecco la prima pagina della Smiling Service Scuola Internazionale, il campionato di giornalismo è seguito da Guglielmo Trevisan. Insegnanti Elena Breveglieri e Sarah Khameroubi.
Brainrot, il linguaggio dei giovani.
Avete mai sentito parlare del Brainrot language? Se non lo conoscete, oggi, in questo articolo ve ne parleremo e ve lo spiegheremo in tutte le sue forme. La parola Brainrot è composta dalle parole brain e rot. Brain nella lingua Inglese vuol dire cervello, rot vuole dire muffa. Il termine completo indica un cervello ammuffito. Oxford gli ha attribuito questo nome nel 2024 per indicare come ci si sente dopo tante ore consecutive a guardare il telefono o a consultare per troppo tempo i social media. Si tratta di un linguaggio molto diffuso tra i ragazzi delle generazioni Alpha e Z, usato per scherzare e divertirsi anche se il suo utilizzo ha un significato più profondo. La generazione Alpha si compone di persone nate tra il 2013 e il 2024; la generazione Z sono le persone nate tra il 1995 e il 2012. Si tratta di un ampio spettro di anni che non è direttamente coinvolto perché il Brainrot language nasce solamente nel 2019 sui social media; se non avete i social o telefono/Ipad non lo potete conoscere. Ma è veramente una novità? Da sempre i giovani hanno avuto la necessità di distinguersi, riconoscersi e sentirsi parte del gruppo. Per questa ragione a qualsiasi persona che conosciate venga chiesto di ricordare qualche parola della propria adolescenza ve ne elencherà almeno un paio sfoggiando un sorriso divertito. La stessa funzione la svolge il Brainrot language. L’obiettivo è appunto quello di divertire, far ridere e creare un gruppo. Di solito il Brainrot language si usa in momenti di sfogo tra amici, non si usa mai in occasioni di serietà. Tantomeno si usa tra ragazzi e adulti perché i grandi non hanno la possibilità di comprendere questo linguaggio e potrebbero pensare che questo modo di parlare sia inutile o, ancor peggio, offensivo. Questo linguaggio fonda le sue basi nei social media, soprattutto TikTok e Instagram, attraverso dei meme. I meme sono delle barzellette o figure che fanno ridere e divertire. La generazione non si limita più all’essere nato in un preciso anno ma, piuttosto, al riconoscersi in un registro linguistico, come un codice segreto. Entri nella conversazione solo se sai usare il codice; è così che si stabilisce la nuova appartenenza. Alcuni di noi sono andati in piazza ad intervistare persone di tutte le età. La maggior parte degli anziani a cui abbiamo rivolto le nostre domande su questo linguaggio hanno risposto di aver sentito queste parole dai nipoti ma non comprendono che cosa vogliano dire. Il fatto di non sapere potrebbe a volte spaventare, tanto che qualcuno degli intervistati afferma di aver provato a informarsi e a memorizzare qualche termine di questo linguaggio, con lo scopo di non restare ignaro delle conversazioni tra i figli. La realtà è che non c’è nulla di preoccupante o misterioso; parola di chi il Brainrot lo conosce e lo usa! Brainrot Interviews Most youngsters today use Brainrot words but many people do not even know them. To find out how many people know them, we interviewed some students and teachers from different generations at our International School of Ferrara. Let’s see what our findings will reveal. After interviewing 6th and 8th grade students, most of 6th graders understood Brainrot language better than 8th graders who didn’t understand much of it, which just proves that every generation speaks differently. For example, 8 members of 6thB do not use Brainrot words but 9 of them said they do. In 6thA 4 said they do not and 13 said they do We also interv…