Giornate Fai, studenti Ciceroni «Per riscoprire le nostre radici»
L’esperienza del ruolo di mini-guide per illustrare la civiltà picena «Gran successo, abbiamo reso quell’epoca accessibile a tutti: gioventù e cultura binomio vincente»
«Noi abbiamo un grande fantasma che ci perseguita da molti decenni: sull’Adriatico questo fantasma sono i Piceni». La celebre frase dell’archeologo Massimo Pallottino potrebbe riassumere l’esperienza delle Giornate FAI di Primavera del 22 e 23 marzo presso il Centro di Documentazione Archeologica di Novilara, dove la civiltà picena è tornata a vivere grazie alla passione e alla competenza degli alunni delle classi seconde medie dell’Istituto comprensivo Leopardi di Pesaro e di altre scuole. Per questo evento i ragazzi hanno svolto il ruolo di mini-guide illustrando con entusiasmo e preparazione la storia dei Piceni.
L’iniziativa ha avuto grande successo: la partecipazione, infatti, ha contato ben 230 visitatori nelle due giornate, testimoniando un’attenzione crescente verso la storia locale e le radici del nostro territorio. Il percorso si è aperto con la prima sala dedicata ai sepolcreti di Molaroni e Servici, in cui sono stati trovati più di 300 scheletri.
Qui gli antichi riti funerari e i corredi hanno raccontato gli usi e i costumi dei Piceni, vissuti fra il IX e il III sec nella nostra regione, il cui simbolo non a caso è il picus, il picchio. Proseguendo, la visita è continuata nella stanza dedicata all’acquedotto e alla città di Pisaurum, colonia romana fondata nel 184 a.C. I Ciceroni hanno spiegato l’ingegno degli antichi nella gestione delle risorse idriche e la capacità di adattare il terreno alle loro esigenze. Un esempio mirabile di ingegneria visibile ancora oggi! Infine, la terza sala ha offerto ai visitatori una riflessione sull’importanza di Novilara nel sistema commerciale medio-adriatico nell’antichità.
Le tre stele esposte, calchi degli originali, hanno catturato l’attenzione del pubblico: una, autentica e conservata al Museo Oliveriano, raffigura una naumachia fra un’imbarcazione picena -nell’atto di difendere una nave greca- e un vascello di probabile provenienza illirica. L’ingegner Cobau realizzò negli anni 2000 una riproduzione fedele proprio del legno piceno, 25 x 6 m, di cui rimane però solo il modellino conservato al Centro di Documentazione archeologica di Novilara e la polena sopravvissuta al deterioramento, oggi collocata al Museo del Mare. Le altre due stele, con scene di vita quotidiana del VI secolo a.C., sono considerate dei falsi, realizzate probabilmente tra Ottocento e Novecento e custodite al Museo Pigorini di Roma. Queste Giornate FAI hanno quindi rappresentato un’occasione per far riscoprire le nostre radici. L’entusiasmo degli studenti ha reso la storia picena accessibile a tutti, dimostrando ancora una volta come il rapporto cultura-gioventù sia ancora vincente.
La geografia, la nobile scienza che studia la Terra, ha sempre suscitato interesse e curiosità negli studenti. Ma avete mai provato a studiare divertendovi come in un videogame? Noi della classe 2ª A dell’Istituto “Leopardi” di Pesaro, guidati dall’insegnante, ci siamo immedesimati nei panni di un turista in visita per la prima volta al quartiere di Muraglia. Innanzitutto abbiamo localizzato il quartiere sulla mappa della città. Poi, orientandoci anche con i punti cardinali, ci siamo mossi, come in un gioco di ruolo, all’interno del quartiere, delimitato dai suoi monumenti principali: Villa Borromeo, la Chiesa di Cristo Risorto, Le Limonaie, il crocicchio della Madonnina e il monumento della Brigata Maiella. In seguito, suddivisi in gruppo, abbiamo analizzato la loro storia.
Per conoscere meglio gli aspetti economici di Muraglia, abbiamo intervistato gli abitanti del posto, chiedendo ai proprietari di alcuni locali sulla loro attività, inserita nel contesto del quartiere. L’intervista al parroco ci ha invece permesso di scoprire il profilo culturale della popolazione. Infine, tornati a scuola, ogni gruppo ha realizzato un cartellone, utilizzando i dati acquisiti durante la ricerca sul campo, ma anche altri dati provenienti da ulteriori indagini. Questa attività didattica ci ha permesso di conoscere meglio il nostro territorio, sperimentando competenze utili anche nel quotidiano, attraverso la condivisione di conoscenze in un contesto diverso da quello scolastico.
«Nemo nisi per amicitiam cognoscitur», affermazione più che mai vera perché non c’è niente di più amabile dell’amicizia e per Cicerone è come il sole: illumina la vita e dà calore. Il tema è stato al centro di un incontro con alcuni studenti del Liceo Classico sul significato dell’amicizia, dai tempi antichi fino ad oggi. Una scena tratta dalla serie “Mare Fuori” ha rappresentato l’amicizia come un legame invisibile, ma indispensabile, che può essere sperimentato anche nei videogiochi, come “Brawl Stars”. Spesso, per stare con gli amici, i ragazzi si connettono ad un mondo virtuale che fa divertire, ma fa anche perdere il contatto con la realtà. Attraverso alcune interviste a persone di età differenti sul significato di questo importante legame, è emerso che esso viene percepito come un rapporto fondamentale nella vita, basato sull’ empatia, il rispetto, la lealtà e la disponibilità reciproca.
M. Pierpaoli, M.V. Ranieri, A. Mazzanti 3ª E