ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Fagnani di Senigallia  (AN) - 3F

Trap e comportamenti aggressivi Giovani attirati da questa musica

La soluzione non è vietarne l’ascolto, ma analizzare con i genitori il testo, capendone il vero significato Non è semplice risolvere questo problema in una società immersa nella violenza, la scuola aiuta

L’ascolto della musica di tendenza, specialmente rap, trap e pop è frequente tra i giovani e giovanissimi. Il significato delle canzoni non è sempre costruttivo e spinge i giovani ad avere comportamenti maldestri e aggressivi. La musica non ha lo stesso significato per tutti, perché viene interpretata in modo diverso a seconda del proprio stato d’animo, della propria storia e cultura.

Alcuni la definiscono come una successione ordinata di suoni, melodie e vibrazioni contenute in una composizione; altri sostengono che sia un’arte dove si mettono in gioco le proprie capacità di usare strumenti e voce per essere in grado di produrre suoni semplici e complessi. Diversi studi dimostrano che, dal punto di vista psicologico, la musica influenza il nostro cervello e può fungere da terapia, perché aiuta a distrarre la mente da preoccupazioni e pensieri negativi, migliorando l’umore e dando una sensazione di pace. Purtroppo, i generi più ascoltati dai giovani sono il rap e il trap perché caratterizzati da un beat realizzato da sintetizzatori con melodie ripetitive ed ipnotiche; i testi parlano di droga e alcool, della vita nelle strade, di criminalità e sesso.

Il dilemma principale è che, al posto di denunciare questi temi, gli artisti li promuovono, inducendo i giovani ad avere comportamenti ed idee sbagliate. Perché i ragazzi ascoltano questo genere di musica? La musica classica, rock e jazz richiede una mente più aperta perché, grazie al loro testo e alla loro melodia, riescono a farci ragionare e riflettere. Diversamente, la musica attuale attira i ragazzi grazie ad un ritmo veloce ed incalzante che spinge ad assumere atteggiamenti di iperattività ed impazienza.

L’ascolto di queste canzoni porta ad avere atteggiamenti di sfida tra ragazzi, che, per farsi valere, partecipano a challenge, risse e ad atti di bullismo. Se questo ascolto è così pericoloso, cosa fare? La soluzione non è vietarne l’ascolto, ma analizzare con i propri genitori il testo, capendone il vero significato. È importante abituare il ragazzo ad ascoltare anche altri generi musicali per fargli capire ciò che gli piace, senza seguire la massa. Un aiuto viene dato dalla scuola che, tramite progetti, offre la possibilità di partecipare a concerti nei teatri e di praticare musica durante le lezioni.

Non è semplice risolvere questa problematica perché in una società immersa nella violenza, combattere contro questo dilemma è sempre più difficile.

Sofia Perini e Denise Davis Classe 3F scuola Fagnani Senigallia 

 

Nel ventunesimo secolo i ragazzi ovunque nel mondo, con le nuove tecnologie sono in continua evoluzione, anche nel modo dei videogiochi, preferiscono stare davanti agli schermi invece di uscire con gli amici o stare a casa facendo altro. Nel fare ciò possiamo individuare più svantaggi che vantaggi. Ad esempio si riduce il movimento fisico, che porta sempre a un peggioramento della salute, della qualità della vita, della vista e al rischio di artrosi.

In rete si conoscono altri «utenti», ma mancano aspetti più importanti della comunicazione così ci si abitua all’assenza di tono, di sguardi, di espressioni. La responsabilità va condivisa tra i genitori (fuori casa per lavoro, stanchi) che trovano i videogiochi un valido alleato e la società in generale che spinge in questo senso.

Quale soluzione potremmo proporre? Già rendersi conto che passare ore ed ore davanti a uno schermo non va bene, è un primo passo. Ci sono inoltre delle applicazioni per monitorare e controllare le attività sui telefonini, ma prima di tutto un genitore consapevole dovrebbe far passare il concetto che ci sono dei limiti in tutto: l’unica cosa che non va limitata è la felicità e se i ragazzi trovano la felicità solo o principalmente nella tecnologia, forse bisogna rieducare anche i genitori. I ragazzi si guardano in giro, da quando sono piccoli, e incontrano tanti adulti che, per lavoro, (per esigenze personali?) non alzano nemmeno gli occhi quando vengono salutati. Poi abbiamo dei ragazzi magari molto preparati nelle nuove tecnologie, ma con problemi fisici, come schiene curve, problemi di peso perché la sedentarietà non aiuta mai e con un numero ristretto di esperienze extrascolastiche.

Lo sport, la famiglia e la scuola sono i tre attori che devono far squadra intorno ai ragazzi e dare loro modo di sentire la necessità di muoversi e di giocare per raggiungere un obiettivo dove si suda, si fanno sacrifici e magari non sempre si vince. Se la famiglia è in difficoltà con le rette per lo sport, lo Stato dovrebbe garantire questa possibilità a tutti. I ragazzi non sono tutti schiavi della tecnologia ma comunque ne sono molto attratti ed è un attimo trovarsi in un mondo alternativo che da più soddisfazioni del mondo reale e poi basta un clic per ricevere attenzioni, senza rifiuti.

Leo Rossi e Tommaso Mosca Classe 3F scuola Fagnani Senigallia

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