L’importanza del gruppo scout Accompagna i ragazzi nella crescita
Gli alunni della scuola media di Santa Vittoria in Matenano protagonisti tra i banchi e fuori «Valori importanti come il rispetto, la solidarietà, l’amore per la natura e la scoperta di sé»
A Santa Vittoria in Matenano, c’è un gruppo speciale che da cinquant’anni accompagna bambini e ragazzi nel loro percorso di crescita: gli scout Agesci ‘Santa Vittoria in Matenano 1’, nato nei primi anni ’70 grazie a don Silvio Paternesi, un parroco amato e rispettato dalla comunità. Don Silvio aveva capito che lo scoutismo poteva essere un ottimo modo per educare i giovani a valori importanti come il rispetto, la solidarietà, l’amore per la natura e la scoperta di sé.
Così è iniziata una lunga avventura fatta di campeggi, hike nei boschi, giochi, ma anche di momenti di riflessione e servizio verso gli altri.
Nel tempo, lo scoutismo si è radicato profondamente nel tessuto del nostro paese, diventando un punto di riferimento educativo e sociale per intere generazioni. Le attività proposte non sono mai state fini a sé stesse, ma pensate per trasmettere qualcosa di più profondo: il senso di appartenenza, la fiducia in sé e negli altri, la capacità di affrontare sfide e superare ostacoli. Oggi il team è ancora attivo e accoglie bambini e ragazzi di ogni età, grazie all’impegno di capi scout volontari che dedicano il loro tempo per organizzare attività durante tutto l’anno. Le esperienze che si vivono sono divertenti ed educative. Si impara a collaborare, assumere responsabilità e costruire amicizie. Il cammino scout comincia di solito intorno agli 11 anni con l’ingresso nel ‘reparto’, che nel nostro gruppo si chiama ‘Reparto Antares’. È diviso in tre squadriglie: ‘Volpi’, ‘Rondini’ e ‘Lupi’. Ogni squadriglia ha il suo urlo, una specie di motto che rappresenta il suo spirito: le Volpi gridano «Fox forever slay», le Rondini «Hi rondelles, a fly, to the adventure!» e i Lupi «Black wolf, always the best!». Ogni squadriglia è organizzata in modo preciso: in testa c’è il capo squadriglia, che porta l’alpenstock (la bandiera del gruppo), seguito dai membri più giovani fino ad arrivare al vicecapo, che chiude la fila e aiuta il capo quando serve. Questo sistema insegna a lavorare in squadra, a rispettare i ruoli e a valorizzare le capacità di ciascuno, offrendo a tutti l’occasione di mettersi alla prova. In questi cinquant’anni, il gruppo è cambiato e cresciuto, ma la sua missione è rimasta la stessa: condurre i ragazzi in un cammino di scoperta, avventura e condivisione. Tante sono le storie vissute, le emozioni provate, i traguardi raggiunti. In un mondo dove spesso si corre troppo e si ascolta poco, lo scoutismo ci insegna a camminare insieme, passo dopo passo, a contatto con la natura, con gli altri e con noi stessi. Essere scout non vuol dire solo fare attività all’aperto, ma diventare persone migliori, più consapevoli, più forti e pronte ad affrontare il futuro con il sorriso e il cuore aperto.
Classe III B coordinata da Flavia Giacoboni
L’impresa di reparto è una delle attività più importanti per noi scout. Si chiama così perché coinvolge l’intero reparto (tutte le squadriglie) in un unico progetto. A differenza dell’impresa di squadriglia, che viene realizzata da un solo gruppo, quella di reparto nasce da un’idea dei capi, che poi viene progettata e realizzata dai ragazzi. Di solito si tratta di un’attività pratica che ci permette di imparare cose nuove, usare abilità e lavorare collaborando. Per realizzarla seguiamo più fasi: ideazione, lancio dell’idea a tutti, progettazione con i compiti divisi, realizzazione, verifica (dove valutiamo come è andata) e infine la fiesta, il momento più divertente, in cui festeggiamo il lavoro fatto. L’impresa deve concludersi entro l’anno scout e rappresenta un’occasione unica per crescere, mettersi alla prova e divertirsi. Ognuna di esse lascia un ricordo speciale e insegna che l’impegno congiunto, raggiunge qualsiasi risultato.
Classe III B
Essere scout non significa solo fare campeggi o costruire tende. A Santa Vittoria in Matenano, il nostro gruppo scout Agesci si impegna tutto l’anno anche in attività di autofinanziamento, che ci insegnano ad essere utili agli altri e a mettere in pratica ciò che impariamo a scuola. Questo tipo di attività ci responsabilizza e aiuta a capire quanto sia importante mettersi in gioco, collaborare e dare valore al proprio tempo. Ad esempio, alcune squadriglie offrono aiuto in paese, alle persone anziane o in difficoltà. Andiamo a fare la spesa, cuciniamo, puliamo o teniamo compagnia. Non c’è un prezzo: chi vuole, lascia un’offerta libera e noi usiamo quei fondi per le nostre attività, come il campo estivo o l’acquisto di materiali per le uscite. Altre squadre organizzano pomeriggi di giochi e laboratori per bambini della primaria. Usiamo la fantasia per creare attività a tema, cacce al tesoro e giochi di gruppo. I bambini si divertono, i genitori si rilassano e noi impariamo a gestire il tempo, parlare in pubblico, lavorare in team: proprio come ci insegnano i docenti a scuola. Molti di noi si accorgono che le competenze scolastiche come la responsabilità, il rispetto delle regole o il pensiero creativo, sono le stesse che servono per essere buoni scout. L’autofinanziamento, in ogni caso, non è solo una raccolta fondi, ma un modo concreto per crescere come cittadini attivi, unendo quello che impariamo tra i banchi con quello che viviamo nella comunità.
Classe III B