ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Fiori di Formigine (MO) - 2C, 2M, 2N Formigine, 2M, 2N Casinalbo

«Mafia invisibile, una minaccia da riconoscere e combattere»

Gli alunni delle medie Fiori hanno intervistato la consigliera Sarracino e l’assessora Malvolti A Tabina un terreno confiscato è stato destinato a nuovi progetti con finalità inclusive e ambientali

È vero che la mafia agisce solo in maniera violenta e che nel nostro territorio occupa un ruolo secondario nella società? Ce lo spiegano Simona Sarracino, consigliera provinciale di Modena, e Giulia Malvolti, assessora alla Legalità del Comune di Formigine, che le classi 2^M e 2^N della scuola media Fiori di Casinalbo hanno intervistato. «La speranza è di non avere bisogno di anticorpi per contrastare la legalità», queste sono le parole della consigliera provinciale, che ha condiviso con noi la sua esperienza e il suo impegno. Spesso, in territori come Formigine, la consapevolezza dei cittadini, rispetto a queste tematiche, non è pienamente sviluppata, perché contesti come la mafia sembrano lontani, sia geograficamente che storicamente. Oggi la mafia agisce in modo silenzioso e subdolo, attraverso la corruzione, il controllo occulto delle attività economiche e il riciclaggio di denaro, mentre negli anni ‘90 era solita colpire in maniera più ’pubblica’, con esplosioni e attentati a magistrati famosi o a chiunque osasse contrastarla. Secondo l’assessora, anche se i segnali più eclatanti non sono visibili, il rischio riguarda soprattutto infiltrazioni nei settori dell’edilizia, degli appalti pubblici e dell’urbanistica. Per questo è fondamentale spiegare ai giovani che la mafia può esistere anche dove non si vede. Un aspetto fondamentale della lotta contro le mafie è la confisca e il riutilizzo sociale dei beni, un tempo appartenenti a boss e affiliati.

Grazie alla legge 109 del 1996, promossa dall’associazione Libera, oggi quei beni possono diventare scuole, cooperative agricole, centri sportivi o spazi culturali. È un segnale forte: ciò che era simbolo di potere mafioso si trasforma in luogo di rinascita per la comunità. A Formigine, ad esempio, il terreno di Tabina, un tempo usato per attività agricole legate a interessi illeciti, è stato confiscato alla mafia e destinato a nuovi progetti: parco urbano, pista da ciclo-cross, iniziative sociali e agricole, con finalità inclusive e ambientali.

L’amministrazione comunale ha incontrato sfide burocratiche e procedurali, ma ha perseverato per da-re a quel bene un valore nuovo e collettivo. Anche i cittadini, nel loro piccolo, possono partecipare a questa battaglia, infatti, come ci ricorda la consigliera provinciale, acquistare prodotti con il marchio Libera Terra, coltivati su terreni confiscati, significa sostenere concretamente la legalità. Se, da un lato, il Comune lavora a fianco delle forze dell’ordine e di enti come la Prefettura per monitorare attività sospette, attraverso protocolli di legalità, la rotazione del personale e la trasparenza degli appalti pubblici, dall’altro, come ci hanno detto le due amministratrici, i giovani hanno un ruolo fondamentale: devono raccogliere il testimone di chi ha iniziato questa lotta. E tutto può cominciare da piccoli gesti quotidiani: rispettare le regole, comportarsi in modo corretto a scuola, nel proprio quartiere o in famiglia. Sembrano azioni banali, ma sono il primo passo per una convivenza civile e per una società giusta.

Giulia Malvolti ci incoraggia a essere curiosi, porci domande, fare scelte consapevoli, riconoscere ciò che non va e partecipare alla vita del proprio comune: tutto questo è già una forma di resistenza, per portare avanti i valori della legalità. E tu, cosa puoi fare oggi per la legalità?

Classi 2M e 2N della scuola media ’Adriano Fiori’, sede di Casinalbo docenti: Manzi Yvonne Carmen (2N) e Rizzo Liliana (2M) ds: Piera Ismalia Sambucci

 

«La legalità va condivisa». Così Chiara Casali, esponente del Controllo del Vicinato, introduce un tema cruciale: la prevenzione della devianza giovanile nel territorio di Formigine. In un’epoca in cui le comunità locali si interrogano sul ruolo di ciascuno, le risposte arrivano dal lavoro sinergico di istituzioni, forze dell’ordine e realtà educative. Emblematico è il caso di Casinalbo: un uomo affronta un gruppo di ragazzi sorpresi in atti vandalici, li blocca e li porta con sé dai carabinieri. Risultato? Una denuncia per sequestro e percosse. «Non bisogna mai agire da soli» sottolinea Susanna Beltrami, comandante della polizia locale; «Chi lo fa, non si fida dello Stato. Ma noi ci siamo e possiamo intervenire». A Formigine non si parla di vere baby gang, ma di aggregazioni giovanili che, talvolta, disturbano: musica ad alto volume, linguaggio aggressivo, uso di so-stanze. Il Controllo del Vicinato opera segnalando in modo discreto e collaborativo. La polizia affianca il monitoraggio alla prevenzione, attraverso progetti formativi e la video sorveglianza. Sul versante educativo, interviene l’oratorio Don Bosco, dove ragazzi fragili trovano accoglienza e supporto. Suor Ester, riferimento dell’oratorio, afferma che è difficile per i ragazzi credere in se stessi se gli adulti, per primi, non credono in loro. Qui il cambiamento nasce dalle relazioni, dalla fiducia e da attività che creano appartenenza.

La sfida è di tutti: osservare, fidarsi, supportare. Perché, come ci ricordano le voci raccolte, «non dobbiamo essere eroi, ma non possiamo fare finta di niente».

Classe 2C, scuola media’ Adriano Fiori’, sede di Formigine docenti: Manzi Yvonne Carmen e Gigliotti Cristina

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