ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Coldigioco di Apiro (MC) - 2A

In fuga dalla guerra in Ucraina «Il suono delle sirene è dentro di noi»

Le madri di due studentesse: «Il cervello si rifiutava di credere a quanto si vedeva» Le ragazze si sono inserite nella nuova realtà ad Apiro, dove sono state accolte molto bene dai compagni

Negli ultimi anni la scuola di Apiro ha accolto diversi ragazzi provenienti dall’Ucraina, sfollati a causa della guerra. La 2ªA della Secondaria ha due alunne ucraine. Cerchiamo di capire il dramma che hanno vissuto, le loro storie e le sfide che quotidianamente affrontano. M. è arrivata ad Apiro nel febbraio del 2022 al quarto anno della Primaria.

Era spaesata, spaventata, non riusciva in alcun modo a comunicare con noi. Quando è scoppiata la guerra M. e la sua famiglia hanno raggiunto la Moldavia in macchina e da lì sono partite in autobus per arrivare ad Ancona, dove uno zio, giunto poco tempo prima, le ha portate a Cupramontana. Le sensazioni provate sono state paura e curiosità. La paura più grande è stata quella di aver dovuto lasciare, improvvisamente, il suo Paese, la casa, i suoi amici, i parenti e i suoi animali, consapevole che non li avrebbe rivisti presto. La difficoltà più grande è stata la lingua. La cosa che le manca di più? Il piccolo paese in cui ha vissuto l’infanzia. Ci ha raccontato con emozione i ricordi della casa della nonna, delle sere d’estate passate con gli amici, che ora sono rifugiati in altre parti del mondo. Ad Apiro si è sentita subito accolta e aiutata. Qui le piacciono la natura, in particolare le montagne, e la tranquillità che si vive a contatto con essa. Adora il cibo, soprattutto la pasta, e ama assaggiare tutti i sughi con cui la si condisce. Un altro aspetto che ha apprezzato dell’Italia è l’attenzione che hanno gli insegnanti nei confronti di chi è in difficoltà.

S. invece è arrivata nel settembre del 2024. Ricorda il primo momento che è entrata nella nuova classe della scuola di Apiro. Ha provato ansia, perché credeva di non poter stringere nessuna amicizia dato che non conosceva ancora bene la lingua italiana, invece ha imparato subito. Per arrivare S., sua mamma e sua sorella hanno raggiunto la Polonia in auto e poi hanno preso un volo per Milano. L’angoscia più grande? Accettare che nel proprio Paese la guerra stesse distruggendo ogni possibilità di vita. S. confessa che a volte non si sente libera di esprimere quello che vorrebbe perché ancora non ha piena padronanza della lingua italiana.

Sia S. che M. hanno i loro padri in Ucraina e non sempre riescono a sa-pere come stanno. In Italia sono con le madri.

La mamma di M. dice che fino all’ultimo momento non era convinta di partire dall’Ucraina, voleva portare tutto con sé. Alla fine la paura ha prevalso ed è scappata con le figlie.

«Sembrava un sogno terribile. Il mio cervello si rifiutava di credere a ciò che stava accadendo», risponde commossa: in pochissimo tempo ha dovuto abbandonare tutto quello che in 40 anni di vita aveva costruito sia come affetti sia come beni materiali. Mentre fuggiva in Moldavia, spesso sentiva il suono delle sirene d’allarme: «Non potrò mai dimenticarlo, continuo ancora oggi a sentirlo».

Ora però ad Apiro si sente al sicuro perché ha ritrovato la pace: «La tua casa – dice – non è dove sei nato, ma dove dormi». Anche la mamma di S. riferisce che rifugiarsi in Italia è stata una «necessità impellente».

Qui si sente al sicuro, ha portato con sé i ricordi d’infanzia e una grande speranza nel cuore: poter ricominciare a vivere serenamente con le figlie, che subito non hanno accettato il trasferimento. Per tutti è stata una sfida accogliere e aiutare queste due compagne. Il loro arrivo è stato anche un grande dono: ci ha fatto capire quanto la guerra sia sbagliata; quanto la forza dell’amicizia possa superare barriere e confini sia linguistici che culturali. Ognuno di noi ha una storia, ma quella delle nostre due amiche ucraine è davvero straordinaria.

Classe 2ªA di Apiro

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