Il nostro debito con la Terra Costruire un futuro sostenibile
La scuola media Dante Alighieri di Bibbiano spiega come ridurre l’impronta ecologica dell’uomo «Il nostro Pianeta è uno e occorre dargli il tempo di rigenerare tutte le risorse che consumiamo»
Tutti noi per vivere utilizziamo molte risorse offerte dalla natura: acqua e cibo per mangiare, fibre vegetali per vestirci, alberi per produrre la carta dei nostri quaderni, materiali – come rocce e metalli per la costruzione di case o di altri oggetti, petrolio o carbone per produrre energia. Il consumo di queste risorse non è uguale per tutti perché varia in base allo stile di vita di ciascuno di noi.
La traccia che l’uomo lascia sulla Terra ogni volta che utilizza delle risorse naturali viene definita impronta ecologica. Quest’ultima può essere calcolata valutando le abitudini alimentari, la quantità di rifiuti prodotti, i consumi generali, la mobilità, il consumo energetico legato alla propria abitazione e a molte attività della vita quotidiana.
Per stabilire la propria impronta ecologica esistono due servizi online che misurano il segno che lasciamo sul pianeta. Uno di questi è offerto dal Wwf, il quale presenta un link che aiuta a calcolare la propria impronta ecologica rispondendo ad alcune domande di un questionario. Alla fine il risultato è restituito in ‘pianeti’, cioè il sistema comunica quanti pianeti sarebbero necessari a coprire il consumo di risorse se tutti avessero questo stile di vita. Il secondo è offerto dal Global Footprint Network, il quale dà un risultato simile al Wwf, ma fornisce anche ’l’overshoot day’. Quest’ultimo non è un giorno da celebrare, perché indica il giorno in cui l’umanità termina tutte le risorse che la natura produce nell’intero anno e inizia ad andare in debito. Ogni anno nella giornata mondiale dell’ambiente, il 5 giugno, viene comunicato quando sarà l’overshoot day globale. Ogni Nazione della Terra può calcolare il proprio: il 6 maggio scorso l’Italia ha celebrato il suo overshoot day 2025.
Noi alunni della II D abbiamo calcolato l’impronta ecologica della classe rispondendo individualmente alle domande dei due questionari online. Nel sito Wwf la media dei nostri risultati è stata di 3.27 pianeti, invece per Footprint di 4.37 pianeti. Abbiamo capito che dobbiamo rendere i nostri stili di vita più sostenibili, perché il nostro Piane-ta è uno e occorre dargli il tempo di rigenerare tutte le risorse che consumiamo con le nostre attività. Dobbiamo regolare i nostri acquisti scegliendo prodotti riutilizzabili oppure sostituendo la plastica monouso con alternative più sostenibili e cercare inoltre di ridurre gli sprechi alimentari ed energetici, anche preferendo prodotti locali e di stagione. Ricordiamoci poi di spegnere i dispositivi elettronici quando non li utilizziamo e diamo un freno agli acquisti comprando solo quando è necessario, senza escludere il mercato del riuso.
Con queste piccole azioni possiamo iniziare a ridurre il nostro debito con il Pianeta.
Classe II D
Da anni il lupo convive con il pregiudizio di essere cattivo, ma come tutti gli animali selvatici non pensa prima di agire: se spaventato, si difende attaccando. Inoltre è un predatore, perciò non può diventare magicamente vegano. Il lupo non è cattivo, ma agisce per istinto.
Tra tanti altri stereotipi famosi, il coniglio è noto per essere pauroso e scappare al primo rumore: lo fa perché è un animale predato da molte altre specie e deve stare attento anche ai più piccoli segnali per evitare di essere mangiato. È talmente vigile che dorme perfino con gli occhi aperti.
Nonostante uno sia preda e l’altro predatore, coniglio e lupo sono entrambi vittime della caccia: uno perché indifeso, l’altro perché considerato pericoloso. Ma come si possono superare queste credenze per evitare che danneggino la vita degli animali? È fondamentale conoscerli, comprenderne l’istinto e lasciarli in pace.
Nicolò Landini e Giorgia Marino Classe II A
Il cambiamento climatico è uno dei problemi più gravi del nostro pianeta: aumentano le temperature, si sciolgono i ghiacciai, ci sono sempre più incendi e tempeste violente. Gli animali e le piante faticano ad adattarsi e anche noi esseri umani siamo colpiti da questi mutamenti.
Molti di questi problemi sono causati dalle attività dell’uomo: le fabbriche, le automobili e l’uso di combustibili fossili (come carbone, petrolio e gas) producono grandi quantità di gas serra, che intrappolano il calore nell’atmosfera. Anche se la situazione è grave, non tutto è perduto. Ad esempio, possiamo cambiare le nostre abitudini: andare in bicicletta anziché in auto, riciclare correttamente, ridurre il consumo di plastica e risparmiare energia. Se ognuno fa la sua parte, possiamo proteggere la Terra. Anche Papa Francesco aveva parlato di questo problema nella sua enciclica «Laudato si’», dicendo che dobbiamo prenderci cura della nostra «casa comune» per vivere in modo più semplice e rispettoso. Noi su questo fronte siamo molto impegnati: stiamo lavorando infatti a un progetto europeo eTwinning dal titolo «The climate and us», con alunni di Cipro, Grecia e Spagna. Desideriamo un futuro migliore, con un pianeta sano e vivibile per tutti. Insieme possiamo fare la differenza. Il cambiamento climatico è una sfida grande, ma possiamo affrontarla con coraggio, collaborazione e speranza.
Classe III B