Moda e falsi uguali agli originali I controlli non sono sufficienti
I giovani sono attratti dai grandi marchi a basso costo, ma acquistare prodotti contraffatti significa alimentare un’economia sommersa: dietro ogni capo «copiato» ci sono manodopera sottopagata e violazione di diritti

Il confine tra moda e imitazione si fa sempre più sfumato. La contraffazione ha cambiato volto: da merce grezza venduta sulle bancarelle a copie quasi perfette distribuite in rete. Un caso significativo è quello di Cnfans, una rete informale e segreta che fornisce capi d’abbigliamento contraffatti ispirati ai marchi più noti del lusso e dello streetwear globale. Non si tratta più di falsi riconoscibili a prima vista: la qualità di cuciture, materiali ed etichette rende difficile, anche a un occhio esperto, distinguere l’originale e l’imitazione.
Il sistema Cnfans si muove prevalentemente online, in spazi chiusi come gruppi Telegram, profili social secondari e siti web difficili da tracciare. Le vendite avvengono tramite contatti diretti. Le «repliche 1:1» hanno prezzi accessibili, ma imitano con precisione ogni dettaglio, dal logo al packaging.
A portare avanti il fenomeno è soprattutto la fascia giovanile, attratta dall’idea di vestire brand prestigiosi pur non potendo permetterseli veri. Ma la questione non finisce in una scelta individuale. Acquista-re prodotti contraffatti significa alimentare un’economia sommersa.
Dietro ogni capo falso c’è una filiera fatta di manodopera sottopagata, assenza di controlli e violazione di diritti.
A risentirne sono i marchi, ma anche il mercato legale, i lavoratori e spesso lo stesso consumatore, esposto a prodotti di qualità incerta o realizzati con materiali potenzialmente dannosi. I brand cercano di difendersi con tecnologie sempre più avanzate: codici di autenticità, sistemi blockchain e applicazioni per il riconoscimento digitale. Le autorità rafforzano i controlli, ma la velocità e l’adattabilità del fenomeno rendono ogni intervento complicato. Per contrastare davvero il problema serve anche un cambiamento culturale: un’educazione al valore dell’originalità, della qualità e della legalità. La moda non è fatta solo di simboli, ma anche di scelte. Indossare un falso significa promuovere un intero sistema che nasconde sfruttamento, illegalità e disinformazione. È una responsabilità collettiva capire cosa c’è dietro ogni logo. Inoltre si sta diffondendo la vendita da fornitori privati sempre con merce contraffatta I maggiori venditori della merce fake sono: Voghion, Dhgate, Hoobuy, Pandabuy, Aliexpress e molti altri. Speriamo quindi possano diffondersi sempre più scelte consapevoli sull’acquisto di prodotti di abbigliamento e accessori soprattutto tra i giovani che ne sono i principali fruitori.
Francesco Cardaccia, Samuele Montesi, Isacco Greco, Edoardo Ragnetti, Badr Bouziane, e Davide Tombesi classe III A scuola Fagnani di Senigallia
La Rocca Roveresca di Senigallia, uno dei più importanti monumenti della città, è conosciuta anche come il punto di ritrovo principale della gioventù il sabato sera. Qui i ragazzi di una fascia di età compresa fra i dodici e i vent’anni provenienti anche da zone circostanti (Marzocca, Marotta, Vallone, Cesanella, Chiaravalle, Montemarciano, Fano, Jesi…) si incontrano verso le 21,30 per passare la serata in compagnia.
L’area occupata comprende: Piazza del Duca, la zona antistante la banca Intesa Sanpaolo e l’ingresso principale della scuola primaria Pascoli (via Guglielmo Oberdan). Spesso, però, si verificano episodi come risse, vendita di alcool ai minori e uso di sostanze stupefacenti, situazioni che rendono occupati i servizi di emergenza tutta la serata fino alle prime ore della mattina. I motivi delle risse tra i giovani sono diversi: gelosie e rivalità amorose (litigi per ex fidanzati/e, crush condivise), offese sui social e provocazioni continue, bisogno di farsi valere, invidia e abuso di alcool e sostanze, tutto ciò preoccupa le famiglie che a volte non sono pienamente a conoscenza di quanto accade. Il tipico abbigliamento uniforme dei giovani d’oggi in questo ambiente, è influenzato da un forte desiderio di appartenere al gruppo. Lo stile adottato da alcune ragazze risulta talvolta esagerato, caratterizzato da un abbigliamento provocatorio non adatto al contesto, con trucco marcato e accessori appariscenti, nel tentativo di attirare l’attenzione e rispettare modelli estetici imposti dalla società o dai social media. Se da un lato lo stile femminile tende all’eccesso anche per il modo di vestire maschile si possono osservare comportamenti simili, in quanto si adotta un look privo di originalità condizionato dal trend del momento, che esalta capi firmati spesso contraffatti ed acquistati da siti non ufficiali. Durante le serate organizzate dalle varie discoteche di Senigallia e dei dintorni (Mamamia, Megà, Miu, Miami…) la Rocca si spopola. Tuttavia in tutti gli altri sabato sera da luogo turistico, interessante da visitare, si trasforma in un posto poco sicuro e pericoloso. Durante la stagione estiva invece, il Papaya, situato nei pressi del lungomare di Senigallia G. Mameli, diventa una delle mete più frequentate dai ragazzi assumendo gli stessi aspetti della Rocca Roveresca.
Elena Chiappa, Elena Severini, Nina Pettinari, Dalila Zuares, Ivat Anna Vittoria classe III A Scuola Fagnani di Senigallia