ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Primaria G. Garibaldi di Ravenna (RA) - 5B, 5C

«Il bullismo è sbagliato e ha conseguenze reali»

I bambini della classe 5^ C della scuola primaria ‘Garibaldi’, nell’ambito di un corso del Moige, hanno intervistato i genitori su una delle piaghe peggiori della nostra società

Quest’anno stiamo facendo un corso per conoscere il bullismo, il cyber bullismo e i pericoli del Web: il corso di formazione per giovani ambasciatori proposto dall’associazione Moige. Questo corso ci insegna come comportarci e cosa fare quando si viene bullizzati, ci insegna ad evitare i pericoli del web, ci insegna quale comportamento adottare nelle nostre attività sul web. Impariamo anche le conseguenze che possono avere i nostri “scherzi”.

Abbiamo intervistato i nostri genitori per sapere quali fossero le loro conoscenze sul tema.

Sai cos’è il bullismo? «Il bullismo sono insulti, pugni o danni agli oggetti personali, prese in giro e minacce».

«Sono tutte le forme verbali e fisiche che offendono, deridono, scherniscono una persona o feriscono fisicamente una persona provocando un disagio interiore».

«Violenza ripetuta da parte di un gruppo nei confronti di un singolo».

Sai cos’è il cyberbullismo? «Il cyberbullismo consiste in insulti o minacce sui social, condivisioni di foto o informazioni private senza consenso».

«Sono tutte le forme verbali che offendono, deridono, scherniscono provocando disagi attraverso uno schermo virtuale».

«La stessa cosa del bullismo ma attraverso uno schermo da parte dei cosiddetti ‘leoni da tastiera’».

Sai cosa si deve fare quando si viene bullizzati? «Si deve parlare con un adulto di fiducia può essere un genitore un insegnante o un famigliare, eventualmente, sporgere denuncia».

Conosci i pericoli di internet per i bambini? «C’è il rischio che i bambini possano condividere informazioni personali senza capire i rischi oppure seguano certe mode sui social che spingono a comportamenti rischiosi».

«Diventare vittime di adescatori di minori per scopi maligni».

Le parole offensive lasciano il segno? «Lasciano un disturbo emotivo, ma a volte, anche fisico».

«Le parole feriscono molto, a volte più dei gesti».

Sei mai stata bullizzata/o? «La maggior parte delle mamme e dei papà intervistati non ha mai subito atti di bullismo, ma alcuni sì».

Cosa faresti se tuo/a figlio/a fosse bullizzato? «Prima di tutto parlerei con l’insegnante se fosse al livello scolastico, altrimenti chiederei aiuto ad un esperto per capire quale potrebbe essere il comportamento giusto da adottare».

«Domanda difficile … se si tratta di un bullismo verbale, parlerei il più possibile in famiglia provando a non far perdere l’autostima di mia figlia , magari rivolgendomi ad un professionista .Se si tratta di bullismo fisico andrei dai genitori del bullo e se servisse dalle autorità competenti». Cosa faresti se tuo figlio fosse un bullo? «Parlerei con lui in modo calmo ma deciso subito per aiutarlo, gli farei capire che il bullismo è sbagliato e che ha conseguenze reali delle persone che lo subiscono, gli chiederei di mettersi nei panni della vittima».

«In primis sarebbe una sconfitta personale e mi rivolgerei ad un professionista».

«Ci resterei malissimo, proverei a parlare con lei per cercare di capire quali sono le motivazioni che la spingono ad adottare questi comportamenti e solo dopo proverei a chiedere aiuto a un esperto».

 

Molte scuole inseriscono dei percorsi sul teatro per far esprimere e socializzare i bambini e le bambine, perché imparino a conoscere anche se stessi. Nell’esperienza teatrale si può parlare, ascoltare, interagire e scoprire il senso della vita che porta enormi cambiamenti. La nostra classe sta svolgendo un progetto di teatro per raccontare la storia dei ricordi vissuti insieme a scuola nel corso di questi cinque anni. Stiamo realizzando uno spettacolo che parla di questo nostro viaggio, dove noi siamo dei viaggiatori in attesa di un treno che arriverà al binario immaginario che abbiamo chiamato “settembre”. In gruppi da cinque abbiamo costruito delle scene con delle ambientazioni diverse tra loro.

Ogni gruppo ha realizzato delle scene corrispondenti al tema della crescita, che rappresentano il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. La prima scena è ambientata in una classe dove rivivono i ricordi di una bambina a partire dalla prima alla quinta primaria. Rivede i suoi compagni, il suo libro preferito e ricorda infine con chi stava nel gruppo disposto a isola.

Nella seconda scena si esprime il desiderio del futuro, su ciò che si vorrebbe fare da grandi. Nel frattempo dei bambini aspettano il treno che li condurrà alla fase preadolescenziale e adolescenziale.

Nella terza scena si spiega il motivo per il quale si vuole diventare adolescenti o non si vuole diventarlo.

Nella quarta e ultima scena un ragazzo cammina nervosamente avanti e indietro chiedendo dei fazzoletti ad alcuni ragazzi e ragazze che, come lui, si preparano per lo stesso viaggio. Ognuno ha un oggetto che gli ricorda l’infanzia ma sembra che nessuno abbia fazzoletti. La scena si conclude con l’apparizione quasi magica dei fazzoletti, che nelle parole finali del protagonista, diventano il passaporto per il nuovo viaggio.

Ringraziamo la regista Francesca Cesari che ci ha aiutato a mettere in scena il nostro spettacolo.

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