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Gli ultimi giorni del martire liceale «Vi raccontiamo Ludovico Ticchioni»

Guarnieri, direttore dell’Archivio di Stato di Ferrara, ci ha raccontato di aver ricevuto i documenti dalla sorella Carla Si è discusso in classe dell’importanza di educare gli studenti su questi temi, per farli diventare ’grandi’

Dai personaggi del paese alla storia, ecco un’altra bella pagina scritta dai giovani cronisti della scuola media di Codigoro. I reporter sono seguiti in questa edizione del campionato di giornalismo cronisti in classe dal professor Gianluca Fusi, docente coadiuvato dalla collega Antonella Priolo, dell’istituto comprensivo di Codigoro. Protagonisti, al computer per scrivere questo articolo i mitici ragazzi della 2ª C della scuola.

La testimonianza ed un ricordo di Davide Guarnieri durante la commemorazione di tre martiri antifascisti. Il comune di Codigoro ricorda Ludovico Ticchioni, giovane partigiano imprigionato e fucilato 80 anni fa.

Venerdì 14 febbraio noi studenti ci siamo recati al Cinema Teatro Arena per la commemorazione di Gino Villa, Angelo Previati e Ludovico Ticchioni. Nell’ultima pagina di Cronisti in classe dell’anno scorso dedicata ad Olga Fabbri, si è fatto riferimento alla storia di quest’ultimo. Fu arrestato il 27 dicembre 1944, ma nemmeno sotto tortura fece i nomi dei suoi compagni. Il 14 febbraio 1945 gli dissero che era libero ma appena raggiunse la piazza gli spararono alla schiena. Davide Guarnieri, direttore dell’Archivio di Stato di Ferrara, ci ha raccontato di aver ricevuto tutti i documenti dalla sorella Carla. Ci ha commosso quando ha mostrato il diario originale di Ludovico dove il giovane partigiano scrisse le celebri frasi “Sono sicuro che oggi sarà il mio ultimo giorno di vita. Non mi importa di morire”. Si è discusso in classe dell’importanza di educare gli studenti su questi temi, per farli diventare “grandi”, buoni cittadini di domani. Per questo motivo il nostro insegnante ci ha proposto la lettura di alcune pagine del libro “Ludovico Ticchioni, un liceale partigiano” come esempio di impegno civile. Vogliamo fare una considerazione: le “Fasanare”, un carcere durante la guerra, ora è diventato un luogo della memoria, simbolo della libertà e monito per le nuove generazioni.

UN PO’ DI STORIA Il 27 dicembre del 1944, mentre si trovava in una breve sosta a casa dovuta al momentaneo scioglimento della sua banda, venne raggiunto da una pattuglia di militi della Rsi che, su segnalazione di un delatore, lo pose in stato di arresto. Condotto nel carcere mandamentale di Codigoro, rimase in prigionia per i successivi quarantanove giorni, durante i quali venne brutalmente torturato e costretto a subire pesanti privazioni per indurlo a rivelare informazioni sulla posizione, l’armamento e i nominativi dei membri del «Gruppo del Gatto». Il timore di perdere la vita durante i durissimi interrogatori lo portarono a segnare sul proprio diario, alla giornata del 17 gennaio, l’ultimo pensiero su quanto stava per accadergli: «Sono sicuro che oggi sarà il mio ultimo giorno di vita. Non mi importa di morire». Asserragliato dietro a un ostinato silenzio, rifiutando persino di aver salva la vita se avesse rinnegato i propri ideali di fedeltà al re e si fosse arruolato nell’esercito della Rsi, venne condannato a morte e fucilato insieme a due compagni il 14 febbraio 1945 nella piazza centrale di Codigoro dagli uomini comandati da Ugo Jannuzzi, che lo trucidarono a colpi di fucile.

L’OMAGGIO Alla memoria venne decretata la medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la qualifica di partigiano combattente con la seguente motivazione: «Sedicenne , di nobili sentimenti patriottici, si arruolava volontariamente in una formazione partigiana dedicandosi alla causa della Libertà con la passione e l’ardimento dei suoi giovani anni.

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