Le insicurezze dell’adolescenza «Siate unici senza avere paura»
La scuola media Carlo Levi di Campegine e il periodo più difficile della vita di una persona «Bisogna imparare a non curarsi di ciò che possono pensare o dire gli altri di noi, siamo liberi»
L’adolescenza è un periodo complicato, pieno di difficoltà, insicurezze, dubbi e responsabilità. Molti ragazzi infatti in questo periodo si sentono sbagliati, diversi o strani solo perché hanno idee, pensieri, punti di vista diversi dagli altri.
Oppure perché non rientrano nei canoni estetici dettati dalle mode.
L’unicità è una cosa bellissima e gli adolescenti lo sanno, ma le parole, gli sguardi e i comportamenti dei loro coetanei influenzano molto il loro modo di pensare, vedere il mondo esterno e persino sé stessi. È difficile, soprattutto alla nostra età, non farsi influenzare dalla massa e questo provoca il disagio di molti ragazzi che si sentono diversi e quindi sbagliati. Ma che cosa vuol dire davvero sentirsi sbagliati? È giusto classificarsi nella categoria degli sbagliati solamente perché si è diversi dagli altri? Sul dizionario alla voce «sbagliato» c’è scritto: «Fatto o eseguito male, impostato male, non riuscito, non opportuno, non adatto al momento o alla situazione e basato su una scelta errata».
Secondo noi è una cosa assolutamente insensata che delle persone possano vedersi in questo modo: l’unicità è una qualità che sempre più adolescenti perdono per paura di ciò che potrebbero dire o pensare gli altri ragazzi. «Ma cosa penseranno o diranno gli altri quando mi vedranno?»: una domanda abbastanza frequente tra gli adolescenti, soprattutto fra quelli più sensibili. Questa paura del diverso può nascere in modo irrazionale, oppure può originarsi dal ricordo di episodi passati in cui sono stati presi di mira per questa diversità. L’altro lato della medaglia è la conseguente necessità di diventare parte di un gruppo per venire accettati. Ciò è sempre stato fondamentale per gli esseri umani, ancora più nella società attuale è molto importante, e gli adolescenti sono i più coinvolti in questa ricerca di appartenenza, a causa della loro richiesta di attenzione e la loro paura di essere esclusi.
È questa stessa paura che porta la gente a cercare freneticamente di essere parte di un gruppo, arrivando al punto di cambiare sé stessi e fare cose che non piacciono solo per sentire di appartenere a un insieme. Tale situazione porta l’individuo a fare cose scorrette, fino a compiere azioni che causano dei danni a sé e agli altri, anche alle persone più care. Quindi, se da un lato la ricerca di appartenenza è un sentimento naturale, farlo cambiando parti di sé è negativo. Vogliamo dire ai nostri coetanei: siate unici, non abbiate paura di essere diversi e non curatevi di quello pensano o dicono gli altri.
Bianca Pergetti, Lorenzo Chiari Filippo Zanichelli, Mateo Girod, Lovedeep Kaur, Japman Singh, Rossella Merigo, Jessica Virelli Beatrice Grisetti, Alice Davoli, Sabrina Cerullo, Amine Kassimi, Anna Martignoni, Alice Rosano Zeineb Maraoui, Mouad Jbabdi Emma Pulvirenti, Federico Dallaglio e Rosario Cammarata Classe IIA
La riserva naturale dei Fontanili di Corte Valle Re è un’area protetta di 37 ettari, a metà strada tra Reggio Emilia e Parma. Rappresenta uno degli ultimi esempi di risorgive di pianura, i cui laghetti che ne caratterizzano il paesaggio derivano dalla risalita in superficie di acque profonde che, in prossimità della pianura, incontrano terreni impermeabili. Le acque sono limpide, perché filtrate dal sottosuolo e mantengono tutto l’anno una temperatura compresa tra gli 11° e i 17°.
Questo favorisce la presenza di una vegetazione ricca e rigogliosa, di cui l’ontano nero, il salice e la canna di palude sono i rappresentanti più significativi. La fauna vede la presenza di interessanti specie di anfibi e di volatili affascinanti, come il germano reale e l’airone bianco.
Il periodo che regala maggiori soddisfazioni è quello tra aprile e ottobre.
Christian Melloni e Diego Brugnoli Classe IIA
Un’arma a doppio taglio. L’intelligenza artificiale è ormai entrata nella nostra quotidianità, anche se un po’ troppo velocemente. L’Ia è uno strumento in grado di dare risposte a domande (anche complesse) e di risolvere problemi, tutto in pochissimi secondi. L’Ia è uno strumento potente, che se usato in modo improprio può danneggiare rapporti, creare insicurezze e timori. Per esempio, usare l’intelligenza artificiale per cercare risposte a malattie risulta pericoloso, perché potrebbe fornire risposte sbagliate e provocare nelle persone inutili preoccupazioni. Un altro impatto negativo è il legame con la scuola: spesso gli alunni usano questo strumento per scrivere riflessioni, risolvere problemi e altri compiti che hanno assegnato i professori, ma il problema vero è che gli alunni non prendono spunto da un ipotetico tema, ma lo copiano parola per parola non sviluppando le proprie capacità intellettive. Ci sono però anche dei lati positivi in tale tecnologia: il fatto che sia fruibile da tutti può facilitare la vita delle persone, fornendo informazioni pratiche per esempio su ricette, disegni, immagini, giochi, il tutto in breve tempo. Inoltre può dare un valido l’aiuto nella vita di tutti i giorni, basta avere un dispositivo elettronico collegato a Internet. Un aspetto che riguarda tutti invece sono le truffe legate all’Ia. E occorre fare molta attenzione.
Alessandro Rivari, Lorenzo Bronzoni, Yassine Ben Salem e Jasmin Kaur Classe II A