Mario Scarpa, leggenda del calcio La folgorante carriera dell’ala destra
Ad un anno dalla sua morte i giovani cronisti della classe 5 di Goro raccontano la storia di un fuoriclasse «Dalle giovanili in paese, nel rione Dosso, l’esordio in D con il Baracca Lugo. Poi gioca in C con Jesi e Chieti»
Dal meteo al calcio, dall’alluvione al campione con i tacchetti. I giovani cronisti della classe 5ª A della scuola primaria di Goro (istituto comprensivo di Mesola) raccontano un’altra pagina della storia del loro paese. I reporter sono seguiti dalle insegnanti Arianna Ferrari e Alessio Ghezzo. Andiamo a leggere il loro reportage.
Mario Scarpa: la leggenda calcistica di Goro.
Ad un anno dalla morte ricordiamo il fuoriclasse Mario Scarpa che nel ruolo di ala destra ebbe una folgorante carriera; orgoglioso di se stesso molte volte diceva: «Sono sempre riuscito a dare il meglio nelle partite fondamentali; per uno spareggio o per una promozione i miei goal erano sempre decisivi». Classe 1949, milita nelle giovanili del paese, nel rione ”Dosso”. Fa il suo esordio in D con il Baracca Lugo poi gioca in C con lo Jesi e con il Chieti. Ritornò in serie D con l’Aquila Montevarchi e, grazie al suo goal segnato nello spareggio contro la Pistoiese davanti a venticinquemila spettatori, la squadra ottenne la promozione. Raggiunse l’apice del successo con il Perugia, dove rimase per cinque anni. Nella prima stagione salvò la squadra dalla retrocessione con una famosa doppietta contro il Parma e nell’annata successiva cioè 1974-1975, contribuisce alla storica promozione dei “biancorossi” in serie A. Intanto gli anni passano, andò in C con il Parma, con cui ottenne subito la promozione fra i cadetti; rimangono memorabili le sue tre reti in una partita contro il Modena. Concluse la carriera nel 1982 totalizzando 63 presenze e 10 reti in A e 96 presenze e 17 reti in B. Continuò a giocare nelle squadre locali dove fece anche l’allenatore. Le figlie Claudia e Sara Scarpa lo ricordano così: «Era un padre buono, ma determinato e nonostante gli impegni era molto presente. Ha sempre visto nello sport un’occasione di condivisione sociale e un mondo sano, motivi per cui ci ha sempre incoraggiato a praticarlo, rispettando le nostre scelte e idee.
Era un uomo ironico dalla battuta sempre pronta, altruista e leale. A noi manca molto, ma manca tanto anche al paese sia come figura rappresentativa del calcio, sia come figura umana».
Emma Ballerini, Ivona Baric, Marco Bottoni, Ambra Bruciaferri, Lucia Cazzola, Jacopo Cupiraggi, Matilda Fogli, Gaia Forzati, Andrea Freguia, Francesca Frisati, Linda Gianella, Cristian Luciani, Alex Mantovani, Gabriel Monteleone, Chantal Luna Paesanti, Eva Passarella, Sofia Sarto, Dennis Soncin, Asia Trombini, Brando Veronesi, Emanuele Viviani. Docenti: Arianna Ferrari, Alessio Ghezzo.