ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Montefortino di Montefortino (FM) - 3C

La scuola nella realtà montana Pluriclassi tra sfida e risorse

Gli studenti della media di Montefortino si raccontano: «Qui sviluppiamo autonomia e senso di responsabilità e sperimentiamo anche modalità di apprendimento collaborativo»

Nel corso dei decenni, la scuola è profondamente cambiata e anche le realtà montane, come quella in cui viviamo, sono state coinvolte in queste trasformazioni. A Montefortino e in altri centri dell’entroterra esistono le pluriclassi, composte da alunni di età e livelli diversi, nate per garantire il diritto allo studio in territori dove il numero ridotto degli iscritti non permette la formazione di classi ordinarie. Rappresentano ancora oggi una sfida e una grande risorsa. Un tempo, erano il cuore della vita del paese: luoghi di incontro, crescita e cultura. Col passare degli anni, hanno conosciuto mutamenti dovuti a molteplici fattori: calo demografico, eventi sismici, innovazioni metodologiche e nuove esigenze della società. Le aree interne sono spesso costituite da piccoli borghi, distanti tra loro e con pochi individui in età scolare. Per questo, le pluriclassi sono state la soluzione più efficace per garantire a tutti l’accesso all’istruzione. In passato erano considerate quasi una scelta di ripiego, come se fosse un’istituzione meno valida. Oggi, invece, sta emergendo una diversa consapevolezza. Le pluriclassi hanno molteplici aspetti positivi: ci si aiuta tra compagni, si sviluppano autonomia e senso di responsabilità e si sperimentano modalità di apprendimento collaborativo. Il docente riesce a seguire meglio ogni alunno, valorizzando le sue capacità, rendendo l’esperienza educativa individualizzata e stimolante. Naturalmente non mancano le criticità. Una di queste riguarda il progressivo spopolamento e la diminuzione delle nascite, che mettono a repentaglio la sopravvivenza di queste scuole. La loro chiusura costituirebbe però un grave danno per l’istruzione e la vitalità delle comunità. Sebbene il progresso scientifico abbia fornito un grande aiuto, con la didattica a distanza e gli strumenti digitali, ci rendiamo conto che niente può sostituire il contatto umano e la relazione che si istaura tra insegnanti e studenti. Anche il ruolo del docente si è evoluto: da figura autorevole e punto di riferimento, oggi è chiamato a svolgere compiti più complessi. Deve saper utilizzare la tecnologia, trovare strategie moderne per la didattica e promuovere una scuola che sia accogliente, inclusiva e formativa. In un contesto tanto peculiare, l’istituzione scolastica assume un significato ancora più profondo: non è solo il luogo dove si acquisiscono conoscenze, ma uno spazio dove si costruiscono legami e si alimenta il senso di appartenenza. Ogni ragazzo diventa parte integrante di una comunità educante che va oltre le mura dell’aula, coinvolgendo famiglie, enti locali e territorio.

Le pluriclassi testimoniano che l’educazione può adattarsi, rimodularsi e offrire opportunità significative anche nei contesti più piccoli e apparentemente svantaggiati.

 

Giovanni Morelli e Giuliana Marziali, collaboratori dell’Istituto scolastico, interpreti dei mutamenti subiti dalla scuola. Com’è cambiato il rapporto tra studenti e docenti? «Il rispetto per i docenti era scontato – dice Giovanni – raramente mettevano in discussione le loro parole, mantenere la disciplina era più semplice. Oggi il rapporto è più informale, i ragazzi si sentono più liberi di esprimersi, non sempre in modo costruttivo».

«Credo – aggiunge Giuliana – che sia diventato più umano. Gli insegnanti cercano di capire gli alunni e di instaurare un dialogo». E la disciplina? «E’ peggiorata – dice Giovanni –. Un tempo c’era più rigore e bastava uno sguardo per ristabilire l’ordine». Giuliana ritiene che sia cambiata la concezione di disciplina. Si punta sul confronto, che non tutti gli studenti sanno gestire. Cosa è cambiato nelle strutture scolastiche? «Anni fa c’erano solo lavagne e banchi di legno – ricorda Giovanni –.

Ora abbiamo Lim computer, laboratori». «La scuola è più digitale e attenta alla sicurezza – fa eco Giuliana – l’evoluzione è evidente». Cosa riportereste della scuola di una volta? «Il senso di comunità – afferma Giovanni –.

In passato la scuola era un luogo di incontro, ci si conosceva tutti. Oggi è dinamica e veloce, ma sarebbe bello ritrovare lo spirito che faceva sentire una famiglia.». Giuliana conclude: «Riporterei la semplicità. I ragazzi ora hanno tutto, ma sono stressati. Più contatto umano e meno tecnologia farebbe bene».

 

L’istruzione è in continua evoluzione, ed è necessario ripensare strutture e metodologie didattiche. Nel nostro istituto abbiamo adottato il modello Dada (Didattiche per Ambienti di Apprendimento) un approccio avanguardista che supera la tradizionale disposizione delle aule fisse e assegna ai docenti laboratori personalizzati, nei quali gli alunni si spostano a seconda della disciplina d’insegnamento. Il sistema promuove l’apprendimento attivo e rende gli spazi didattici più funzionali. Inoltre, dal prossimo anno, partirà l’indirizzo Montessori nella scuola dell’Infanzia di Montefortino, un percorso educativo che valorizza l’esperienza diretta.

Gli ambienti sono ideati per favorire l’esplorazione con materiali didattici volti a sviluppare abilità cognitive, motorie e sociali. I due modelli rivolti a fasce d’età diverse, condividono l’obiettivo di rendere lo studente protagonista del percorso formativo. Il nostro istituto è pronto a raccogliere la sfida del futuro innovativo della scuola.

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