Ambrosini stella in campo Grande cuore nella vita
Con il campione del Milan abbiamo compreso che ogni successo è fatto anche di rinunce
Sorpresa in classe! Il primo aprile, grazie alla piattaforma digitale Meet abbiamo intervistato il famoso ex calciatore pesarese bandiera del Milan: Massimo Ambrosini.
Si è mostrato molto disponibile e gentile nei nostri confronti. Ambrosini, da ragazzo, frequentava il liceo scientifico ed era un tifoso della Juventus. Sin da piccolo ha coltivato la passione per il calcio e all’età di 16 anni conduceva una vita frenetica tra studi e allenamenti nella squadra giovanile del Cesena. Gli abbiamo posto dei quesiti.
Qual è stata la tua reazione quando il Milan ti ha chiamato? «Ho provato grande stupore perché avevo solo 17 anni. Per me è stato un grande cambiamento dal quale ho imparato che con i sacrifici si ottengono meritati risultati».
Cosa hai provato quando hai segnato il primo gol in maglia rossonera? «Una gioia indescrivibile! Ho segnato il primo gol nello stadio di San Siro contro la Sampdoria con il mio piede peggiore, il sinistro».
E quando hai indossato la fascia da capitano? «E’ stata un’enorme responsabilità. Inizialmente è stata una sfida, emotiva e fisica perché ancora dovevo comprendere cosa fare per il bene di tutti. Nonostante ciò è stato un grande onore».
Puoi descrivere il momento in cui hai vinto la Champions? «Lo definisco come il coronamento di un sogno. Assieme alla mia squadra, il Milan, ne abbiamo vinte due. La soddisfazione più grande è stata vedere la gioia nei volti dei tifosi che esultavano».
Come hai vissuto il derby contro l’Inter? «Da sempre ho provato un odio profondo per l’Inter, ma le grandi rivalità danno grandi motivazioni per riuscire a primeggiare».
E quando il Milan ti ha dato in prestito al Vicenza? «Quella del prestito è stata una decisione condivisa, per aumentare la mia autostima e migliorare la prestazione».
Attraverso la nostra intervista abbiamo conosciuto anche un lato più intimo del calciatore che ci ha stupito. Il campione infatti ha condiviso tanti aneddoti come quello di credere di non essere scaramantico, ma spesso prima di scendere in campo gli capitava di fare azioni involontarie, come allacciarsi le scarpe sempre nella stessa manie-ra o farsi mettere la fascia da capitano dalla stessa persona. Ci ha rivelato di quanto il gruppo del Milan fosse unito e come durante i pranzi prendessero amichevolmente in giro Gattuso, soprannominato ”Ringhio”, che reagiva rincorrendo i compagni e dando loro delle forchettate nella schiena.
Non si rispecchia in un giocatore odierno, ma apprezza Nicolò Barella per il suo stile di gioco. Ci ha detto anche che il suo viaggio preferito è stato quello in America che probabilmente rifarà e che il momento più bello della sua vita è stato la nascita dei figli. Abbiamo compreso che dietro ogni successo ci sono rinunce e sacrifici.
Massimo Ambrosini, nato a Pesaro il 29 maggio 1977, è stato una leggenda rossonera che ha giocato nel Milan per ben diciassette stagioni: dal 1995 al 2013. Inizia la sua carriera nell’Adriatico Pesaro, squadra della sua città natale, e a tredici anni viene chiamato dalla squadra giovanile del Cesena. Durante la stagione 1993/1994, a diciassette anni, viene inserito in prima squadra dopodiché il Milan s’interessa a lui e lo ingaggia nella stagione1995/1996. Ha esordito nei “diavoli” il 30 agosto 1995 contro il Pescara di Coppa Italia. Nella stagione 1997/1998 viene mandato in prestito al Vicenza per giocare di più infatti, colleziona 28 presenze segnando un gol e, col Vicenza, raggiunge la semifinale di Coppa delle Coppe. Tornato al Milan, l’anno seguente realizza il suo primo gol in maglia rossonera durante Milan-Sampdoria in Serie A. Inizialmente nei rossoneri fatica a trovare spazio, ma poi riesce a raggiungere la titolarità e la fascia da capitano. Ambrosini ha vinto molti trofei con il Milan tra cui due Champions League, quattro Campionati Italiani, una Coppa del mondo per club e un Mondiale con l’Italia. Il Milan ha deciso di non rinnovare il suo contratto e nell’estate del 2013 è passato alla Fiorentina.
Si è ritirato nel 2014 e ora è un apprezzato giornalista sportivo e telecronista.
Massimo Ambrosini, ha partecipato a varie campagne a sostegno delle persone affette da diabete. Questa sensibilità, nasce dal fatto che al suo terzo figlio è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, malattia contro la quale, il piccolo, combatte ogni giorno.
Questa patologia è dovuta al fatto che il sistema immunitario distrugge le cellule che producono insulina, ormone che serve a tenere sotto controllo gli zuccheri nel sangue. Il famoso calciatore ha anche partecipato nel 2023 alla maratona di Milano insieme a qualche ex compagno di squadra per sostenere la Fondazione Italiana Diabete con l’obiettivo di arrivare a una cura definitiva e sostenere la ricerca. Questo gesto non lo compie unicamente per suo figlio ma in nome di tante persone che si trovano nella stessa situazione; così facendo trasmette un messaggio di grande umanità.
Leonardo Colantuono 2 F