A teatro con Antonio e Cleopatra Shakespeare parla anche ai giovani
Gli studenti di Dovadola hanno assistito alla tragedia del drammaturgo inglese messa in scena al Diego Fabbri L’opera è stata apprezzata: «La storia è lunga ma il finale è avvincente. La consigliamo a tutti gli appassionati»
Domenica 16 marzo noi alunni della scuola Glauco Fiorini di Dovadola siamo andati al teatro Diego Fabbri di Forlì. L’opportunità di ’andare a teatro con i grandi e come i grandi’ ci è stata data grazie alla nostra partecipazione al concorso ’Cronisti in classe’. Lo scorso anno abbiamo assistito alla rappresentazione del giallo di Agatha Christie ’Trappola per topi’, stavolta, invece, abbiamo visto la tragedia ’Antonio e Cleopatra’, che il drammaturgo inglese William Shakespeare ha scritto tra il 1606 e il 1607. La versione messa in scena al teatro Diego Fabbri è stata prodotta nel 2023, adattata e interpretata da Valter Malosti (che recita il ruolo di Antonio), sul palco insieme a lui c’è anche Anna della Rosa che impersona Cleopatra. I personaggi principali sono, appunto, Antonio, un console romano che fa parte del secondo triumvirato, amante di Cleopatra, regina d’Egitto e considerata da molti una delle più belle donne dell’epoca. Accanto ai due protagonisti troviamo degli aiutanti: la serva di Cleopatra, si chiama Incanto perché secondo tutti era molto bella, e l’amico (anche se non si rivelerà tale) di Marco Antonio Enobarbo. Secondo noi tutti questi personaggi utilizzano un tipo di linguaggio nel complesso abbastanza semplice da comprendere, anche se con alcune parole un po’ difficili.
Talvolta parlano addirittura in latino, la lingua di quel periodo. La storia, infatti, è ambientata nel primo secolo a.C., in Egitto, dove, per interessi personali e tensioni politiche, scoppia una guerra tra l’Impero Romano e l’Egitto. Questa tragedia inizia con Antonio e Cleopatra che stanno festeggiando in Egitto. Successivamente Antonio è chiamato a Roma per ragioni politiche, ma litiga con il suo alleato Ottaviano e… il finale non ve lo vogliamo svelare, vi diciamo solamente che è abbastanza avvincente. Infatti, spiega in modo esplicito le ragioni per cui Antonio e Cleopatra fanno le loro scelte, cioè per amore e per salvaguardare il loro onore. Oltre alla trama, ricca di intrighi e di colpi di scena, sono interessanti i costumi e la scenografia: un’impalcatura di cartongesso, da cui entrano ed escono oggetti e personaggi, che, attraverso i loro dialoghi e i loro monologhi, suscitano negli spettatori emozioni e riflessioni, soprattutto sul tema principale, che è sicuramente l’amore. L’amore tra Antonio e Cleopatra, che, nonostante le avversità, continua anche dopo la loro morte. Questo è il messaggio finale. Per questo Antonio e Cleopatra possono ricordare Dante e Beatrice, che anche dopo la morte continuano ad amarsi. L’amore tra Antonio e Cleopatra è, invece, ostacolato dall’appartenere non a due famiglie rivali, ma a due popoli diversi in lotta tra loro, i Romani e gli Egiziani, nel cui mondo questo spettacolo ci ha teletrasportato grazie alla naturalezza con cui gli attori hanno interpretato i personaggi, aspetto da noi molto gradito. Nonostante ciò, però, non ci è parso molto facile seguire tutto lo spettacolo, a causa dell’eccessiva durata e della mancanza di intervalli. Per questo motivo non siamo riusciti a capire il significato di alcune scene e alcuni di noi si sono anche un po’ ’rilassati’. Sicuramente non ci siamo annoiati, quando i personaggi facevano delle battute, come nella scena durante la quale un messaggero andava da Cleopatra per raccontarle di Marco Antonio.
L’episodio che ci ha colpito di più è stato quando Antonio è andato a Roma senza dire niente a nessuno, neanche a Cleopatra. Lei, infatti, era molto preoccupata e chiedeva a tutti se avessero visto il suo amante. Un altro aspetto positivo è che alcuni di noi sono riusciti a stare due ore e trenta minuti senza cellulare! Scherzi a parte, noi consigliamo quest’opera soprattutto a chi è molto appassionato di storia e di Shakespeare, perché altrimenti potrebbe risultare difficile seguire tutta la tragedia.