ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Kinder College di Bologna (BO) - Redazione

Alla ricerca di notizie per la città Tradizione e futuro in dialogo

Gli alunni della scuola media del Kinder College ci guidano in una passeggiata per il centro storico Dalla Garisenda al Museo Civico Archeologico, passando per il Mercato di Mezzo e via Ugo Bassi

Per girare il mondo bisogna prima conoscere la propria città. Convinti di questo, noi delle scuole medie, abbiamo deciso di dividerci e girare per Bologna e provincia alla ricerca di notizie. Siamo partiti esattamente dal centro: le Due Torri. Per una volta la Torre Garisenda ruberà la scena alla più alta Asinelli. La pendenza di 4 gradi della Garisenda è superiore addirittura a quella della Torre di Pisa. La torsione della torre è in costante aumento. L’altezza iniziale della Garisenda era di 60 metri, ma nel 1353, per evitarne il crollo, venne ’decapitata’ di 12. La Torre Garisenda è anche il monumento sul quale campeggia il primo sonetto in assoluto scritto dal sommo poeta Dante Alighieri. Non esistono documentazioni certe, ma è molto probabile che Dante abbia frequentato la nostra università come studente fuori sede, forse addirittura…fuori corso. Una digressione al Mercato di Mezzo ed eccoli: i famigerati taglieri! Protagonista assoluta sua maestà la mortadella.

L’origine di questo insaccato è da ricercare nell’antica Felsina etrusca e nella Bononia dei Galli Boi.

Già nel 1661 la mortadella venne ufficialmente riconosciuta come unicità ed esclusività di Bologna. Fu il Cardinale Farnese in persona ad emettere un bando che codificava la produzione della mortadella.

Una specie di DOP o IGP ante litteram! Fa specie vedere crescentine, tigelle, borlenghi, cibi poveri e di origini contadine, trionfare nei dehors del Quadrilatero. Una sola regola per tutti gli avventori dalle dita unte: va tutto servito caldissimo. Dalle variopinte stradine del Mercato sbuchiamo all’Archiginnasio ed entriamo nel Museo Civico Archeologico. Nelle sue teche sono conservati i reperti degli scavi del Conte archeologo Giovanni Gozzadini che, nel 1853, portò alla luce, nella sua villa di famiglia, vasti sepolcreti dell’età del ferro.

Torniamo sull’antica via Emilia e ci imbattiamo, in via Ugo Bassi, nei binari del nuovo tram. Quello vecchio ha attraversato le nostre strade fino al 1963, quello del futuro sarà elettrico e silenzioso, per ridurre le emissioni e diminuire l’inquinamento acustico. Tra poco tempo, in via Riva Reno, grazie ai nuovi binari e all’apertura del canale, Bologna tornerà ai suoi antichi fasti ed avrà nuovamente i suoi Navigli! Qualcuno ha detto che Bologna ha un tesoro nascosto: i suoi giardini. Un’occasione per scoprire questo tesoro è ’Di verde in verde’, un’esposizione che, attraverso un percorso dedicato, permetterà di visitare tutti i giardini privati di Bologna proprio in questo fine settimana.

Scuola media Kinder College: Andrea R, Carlo Alberto N, Carlos T, Eloise G, Federico F, Ginevra Z, Giorgio A, Huang Jie C, Lorenzo B, Lorenzo Kai Jun W, Luce M, Maria H, Vera A

 

«A Bologna, Bologna con i suoi orchestrali» recita una canzone. Non bisogna nemmeno sottovalutare però, qui, i danzatori.

Nella nostra città, infatti, è stata fondata una nuova federazione internazionale: la World Dance Company, nata per promuovere l’arte della danza in tutto il mondo. Ci allontaniamo dalla città e lungo la strada consolare Emilia troviamo Dozza Imolese, con i suoi murales. I murales di Dozza sono vere e proprie opere d’arte che vestono a festa ogni palazzo con differenti stili. Eccoci a Imola, ultima città della provincia bolognese, ma, di fatto, romagnola. E come tutti i romagnoli, gli imolesi hanno i motori nel sangue. L’autodromo di Imola, costruito nel 1950, ha dovuto aspettare fino al 1980 per vedere una gara ufficiale di Formula 1. In origine, quello di Imola era un circuito molto rettilineo, ma nel tempo si sono aggiunte molte curve al percorso originario, rendendolo uno dei circuiti più pericolosi e affascinanti del campionato.

 

Imbocchiamo il portico più lungo del mondo, quello di San Luca. Due anni fa, nella nostra cattedrale di San Pietro, Papa Leone XIV celebrò la messa in onore della discesa della Sacra Vergine dal suo santuario. Al nuovo Pontefice va il nostro abbraccio. In fondo a via Saragozza ci attende l’arco del Meloncello ed ecco lo stadio. Amiamo andare allo stadio per via della sua magica atmosfera. Il Bologna non è una semplice squadra di calcio: è simbolo di appartenenza, tradizione e passione che vive nel cuore di ogni tifoso. «Conosciamo la sconfitta, conosciamo la Serie B». Recita un coro ed é stato così, sin dal 1909. Dalla stagione ‘23/‘24 però tutto è cambiato. Dopo aver lavorato tanto duramente, era ora che facessimo vedere chi siamo davvero. «Rivolgiamo lo squadron!». Le prime partite sono state difficili perché la squadra doveva ancora ambientarsi, ma una scintilla ha acceso il motore felsineo, una luce che ha illuminato il cammino. Il Dall’Ara però non significa soltanto calcio.

Dentro la struttura dello stadio c’è infatti la piscina olimpionica che ospita gli allenamenti della squadra di pallanuoto De Akker.

La pallanuoto, assieme al basket, è una delle eccellenze dello sport bolognese. La prima squadra della De Akker partecipa ai playoff di serie A1, mentre le formazioni giovanili lottano per primeggiare nei loro campionati contro gli storici rivali della Rari Nantes.

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