ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Betti di Fermo (FM) - 3B, 3C, 3D

Gli alunni attori e registi: ciak si gira alla scuola Betti

Gli studenti hanno lavorato al progetto d’istituto ‘Tracce: il materiale e l’immaginario’, supportati dagli insegnanti, dall’art director Corrado Virgili e dal grafico Giacomo Ricci

Per l’anno scolastico in corso, noi alunni delle classi terze della ‘Ugo Betti’ abbiamo lavorato al progetto d’istituto ‘Tracce: il materiale e l’immaginario’, supportati dagli insegnanti, dall’esperto Corrado Virgili, Art Director e Cg supervisor e dal grafico Giacomo Ricci, coinvolti grazie a finanziamenti europei per le materie Stem e il multilinguismo. Il progetto, a cui abbiamo dedicato alcune lezioni e che si è concluso con la creazione di cortometraggi sul tema della scuola del futuro, ci ha fatto riflettere su come potrebbe cambiare la scuola: non sappiamo come sarà tra venti, trenta o cinquant’anni, ma iniziare a pensarci non è mai troppo presto. Virgili ci ha fatto entrare nel mondo del cinema, svelandoci i segreti e facendoci sentire parte di un vero gruppo di collaboratori di un set cinematografico. Ci ha diviso in gruppi per la realizzazione del prodotto multimediale: uno si occupava del cast, un altro della sceneggiatura, un terzo della scenografia, un altro ancora dell’aspetto tecnologico per le riprese ed il montaggio. Abbiamo lavorato con i tablet messi a disposizione dalla scuola e con CapCut, un’app che ci ha aiutato a tagliare scene, aggiungere effetti e rendere il video più accattivante. Chiaramente non potevamo non inserire la figura importantissima di Ugo Betti, poeta e drammaturgo marchigiano, che abbiamo incluso in maniera originale e creativa nei nostri lavori. Questa attività ci ha insegnato l’importanza della scuola e abbiamo riflettuto sul pericolo di un’eccessiva evoluzione tecnologica, poiché sebbene possa essere utile a semplificarci molti aspetti della vita, può anche renderci più isolati e farci socializzare sempre meno, fino ad arrivare a non farlo per niente, come accade nel racconto ‘Chissà come si divertivano’ di Asimov. L’esperienza, molto apprezzata da tutti, ha reso le nostre classi più unite e ci ha insegnato che, se si lavora in gruppo, si possono ottenere grandi risultati. Siamo stati guidati alla scoperta di come l’arte digitale e la computer grafica, possano diventare linguaggi espressivi per raccontare il futuro. La riflessione più importante emersa riguarda il rapporto tra studenti e insegnanti: abbiamo capito che la scuola non è solo un luogo dove si imparano materie, ma uno spazio di crescita, confronto e scoperta dove ogni studente sviluppa le proprie capacità e si prepara per il futuro, includendo tutti, nella convinzione che la cosa più importante è essere liberi di poter scegliere, di fare ciò che ci piace, di amare chi si vuole e di essere felici. Anche a scuola. Presenteremo i nostri lavori il 5 giugno in un evento finale nell’aula magna dell’istituto e li condivideremo con le altre classi e con i genitori presenti.

 

Abbiamo imparato che la ‘storia’ viene da tante storie e non è narrata una volta per tutte. Ma non capita spesso di verificare come dietro le righe del libro sia riassunto un mondo intero: noi ne abbiamo avuta l’opportunità, solcando il lembo di terra descritto dalle carte come Venezia-Giulia e Istria, Friuli e Slovenia della geografia. Dal 6 al 9 maggio, infatti, con la preside e gli insegnanti, grazie ad un finanziamento del ministero, abbiamo compiuto il nostro ‘Viaggio del ricordo’, memorabile coronamento sul campo di un progetto alla scoperta del confine orientale e del dramma dell’esodo giuliano. Trieste, bella e sofferta, i centri raccolta profughi, oggi purtroppo attuali, ma anche Go25, Gorizia/Nova Gorica, città del muro, capitale europea della cultura, il fronte orientale della 1GM e di Ungaretti, Capodistria e Pirano, splendide cittadine veneziane della costa, il laboratorio di storia del ‘900 all’M9 di Mestre. L’esperienza che più ci ha uniti è stata la visita al magazzino 18: insieme di masserizie che è sintesi delle vite, tra valigie, quaderni e piatti.

Monito a studiare, credere nei sogni. Ciascuno si è riconosciuto là dentro, ha messo nelle valigie del cuore ricordi per un viaggio che non si conclude con il ritorno a casa. Perché non dimenticheremo cosa siano i confini, cosa significhi l’incontro con l’altro: quei paesaggi umani saranno sempre parte della nostra vita.

 

A scuola la tecnologia è sempre più presente: nella nostra c’è un’aula dedicata proprio agli strumenti digitali, la bibliomediateca, in cui sono presenti tablet, computer e una Lim che usiamo nelle attività didattiche, anche sperimentando l’intelligenza artificiale.

È vero, l’IA può aiutarci: corregge i testi, spiega concetti difficili, crea lezioni su misura. Ma attenzione! Non deve sostituire gli insegnanti, né diventare un modo per copiare senza imparare. Serve responsabilità. Alcuni usano bene strumenti come ChatGPT, ma altri si fidano troppo e rischiano di sbagliare. L’IA non ha una mente creativa come la nostra, per questo va sempre affiancata al pensiero critico, poiché spesso riassume solo informazioni e non sempre fornisce la risposta esatta.

Avere insegnanti preparati e regole chiare è fondamentale per usarla in modo giusto e sicuro. La tecnologia può migliorare la scuola, ma la voglia di imparare deve partire da noi.  

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