ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Pertini2 di Reggio Emilia (RE) - 1A, 3C

Il ’caro’ prezzo del Fast Fashion L’industria che inquina e sfrutta

La scuola media Sandro Pertini 2 di Reggio denuncia i lati oscuri della moda usa e getta «La produzione di abbigliamento richiede enormi quantità di risorse naturali e opprime i lavoratori»

Ogni secondo che passa sulla Terra, viene seppellita una quantità di abiti pari ad un camion della spazzatura. È questo il costo nascosto della moda veloce, conosciuta come fast fashion.

Cos’è? Perché è così pericolosa per il nostro Pianeta? La fast fashion è un modello di produzione consumista nell’industria dell’abbigliamento che prevede di produrre, vendere e comprare in tempi rapidissimi capi a basso costo di ultima tendenza. Il profitto fa leva sul desiderio dei consumatori di vestirsi ‘trendy’, sostituendo capi passati di moda. La produzione di abbigliamento richiede enormi quantità di risorse naturali, soprattutto acqua ed energia. Questa filiera contribuisce in modo significativo all’emissione di gas serra e quindi al cambiamento climatico.

La produzione di vestiti richiede processi inquinanti, specialmente quando si parla di quantità enormi: la coltivazione intensiva del cotone e l’uso di sostanze chimiche per la colorazione sono i maggiori fattori che danneggiano l’ambiente.

In classe si è discusso su come i capi d’abbigliamento, una volta gettati via dai consumatori, vengano smaltiti in modo non corretto, creando ancora più inquinamento. È il caso del Desierto Vestido.

Parte tutto dal porto di Iquique, nel Cile settentrionale, dove sono importate tonnellate di vestiti, provenienti da tutto il mondo: ci sono infatti molte agevolazioni fiscali per lo smaltimento in quella zona. Inizialmente vengono smistati in prima, seconda, terza e quarta categoria. I vestiti di prima e seconda categoria vengono rivenduti nel mercato interno o in negozi di abiti usati. Per quanto riguarda i vestiti di terza e quarta categoria la situazione è fuori controllo: vengono scaricati nel deserto di Atacama e spesso bruciati. Stiamo parlando di tonnellate di vestiti spesso sintetici, che provocano inquinamento visivo, atmosferico e del suolo. Ma oltre all’inquinamento globale, anche lo sfruttamento dei lavoratori è un altro problema.

Grandi aziende approfittano dei paesi più poveri dove donne, bambini e uomini vengono sfruttati la-vorando anche per diciotto ore al giorno, con paghe da fame.

Per fare la differenza bisogna informarsi bene sull’etica di produzione di una determinata azienda, acquistare solo quando necessario e cercare di privilegiare tessuti naturali. La filiera della moda veloce produce tantissimi vestiti, senza rispettare l’ambiente e i lavoratori. Prima di fare shopping esagerati, nel negozio fisico o online, è opportuno chiedersi: l’etica di produzione è stata rispettata? Ho bisogno di tutti questi vestiti? Posso trovare un’alternativa più sostenibile in capi di seconda mano o sistemando quel che ho?

 

Ogni giorno troppe donne subiscono delle violenze fisiche, psicologiche, verbali. La violenza sulle donne non è solo un problema degli adulti, ma riguarda anche noi, ragazze e ragazzi, che dobbiamo imparare fin da giovani a riconoscerla. Non è sempre visibile, fatta di botte o spintoni, ma è anche nelle minacce, nel controllo, nella gelosia eccessiva, nella mancanza di rispetto. Tutti dovrebbero sapere che nessuno ha il diritto di comandare la vita di un’altra persona, decidere per lei o farla sentire inferiore. Situazioni di questo tipo possono accadere ovunque, anche a scuola, e parlarne con un adulto di fiducia è il primo passo per affrontare la situazione.

Le parole hanno un grande potere: possono ferire, ma anche aiutare a risolvere problemi e alleviare le paure. Nessuno merita di sentirsi solo o di avere paura della quotidianità ed è quindi fondamentale trovare il coraggio di parlarne. Al giorno d’oggi è sbagliato limitarsi solo a proteggere le proprie figlie, come si è sempre cercato di fare, ma è ora necessario educare i propri figli a rispettare tutti, anche le femmine. La classe III C della Pertini 2 ha affrontato questo concetto con l’insegnante di inglese, che ci ha spiegato come le donne abbiano combattuto per i loro diritti fino a ottenerli, offrendo lo studio di biografie significative in cui anche la violenza subdola era presente. La violenza non è e non sarà mai una forma di amore.

 

«Before the Flood» – il punto di non ritorno – è un documentario della National Geographic che spiega il cambiamento subito dalla Terra.

Nella scuola media Pertini 2, la classe I A ha analizzato in geografia questo film, realizzato con la collaborazione di Leonardo di Caprio. La Cina affronta tassi elevatissimi di inquinamento, ha una popolazione numerosissima, produce innumerevoli alimenti e indumenti. L’India invece, piena di contraddizioni, mostra il divario tra ricchi e poveri. Coesistono tecnologia e tradizioni in zone rurali come l’abitudine di riscaldare il cibo, bruciando scarti di allevamento. In molte foreste, si tagliano gli alberi, distruggendo l’habitat naturale di flora e fauna selvatiche. È importante mostrare questo documentario per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente per il miglioramento della vita degli esseri viventi.  

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso