La gentilezza è la vera risorsa nel rapporto con gli altri
La riflessione degli studenti del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi Ecco come evitare equivoci, costruire ponti tra generazioni e generare emozioni positive
Per la nostra generazione Alpha, con nati immersi nel digitale, spaziare tra reale e virtuale è una normalità. Possiamo parlarci faccia a faccia o intrattenere lunghe conversazioni sui social, senza sentirne una profonda differenza. A dire il vero non è proprio così: i social possono allargare gli orizzonti, ma anche generare fraintendimenti, ostacolare l’empatia, trasformando le persone in leoni da tastiera.
Quale potrebbe essere dunque il segreto per una comunicazione che non scivoli in parole offensive, se non violente? Noi del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi dell’I.C. Misano siamo arrivati alla conclusione che quello che cercavamo ce l’avevamo davanti agli occhi: la gentilezza! A molti potrà sembrare un’idea fuori moda, ma per noi dovrebbe essere il principio che ispira ogni rapporto umano, da quelli occasionali a quelli che invece sono destinati a durare nel tempo: un ‘grazie’, un ‘mi dispiace’ o un ‘come stai?’, possono fare la differenza nella giornata di qualcuno. La gentilezza è un generatore di emozioni positive e può costruire ponti là dove ci sono distanze e riportare un dialogo autentico tra le generazioni. Si sa, per noi adolescenti non è sempre facile comunicare con gli adulti, in primis i nostri genitori, spesso ci dimentichiamo di essere gentili con loro, pensando che tutto ci è dovuto. Con gli anziani poi parliamo ancora meno, quando invece possono insegnarci molto, attraverso le esperienze che hanno vissuto. Noi stessi possiamo diventare dei maestri di vita per i più piccoli, ma spesso li snobbiamo, perché ci ricordano chi non vogliamo più essere.
È stato partendo da questi ragionamenti che abbiamo messo insieme le nostre idee. Poi l’esperto digitale di Sgr, Stefano Stambazzi, ci ha fatto scoprire come lavorare sui programmi Canva e Word Pad, aiutandoci a trasformare i nostri pensieri in messaggi concreti da diffondere tra i nostri compagni e sul territorio. È stata un’emozione poter creare il gioco Memory per i bambini delle scuole dell’infanzia e le Cartoline della gentilezza, peri nonni del Centro Sociale del Bianco. A breve andremo a trovarli, per portare i nostri regali e divertirci con loro, allenandoci nella gentilezza. Che dire della canzone che abbiamo prodotto con il supporto dell’intelligenza artificiale, dal titolo ‘Comunicazione non ostile: ritmo e parole’? L’abbiamo fatta ascoltare durante i ‘Laboratori di salute’ del distretto di Riccione, la rete che parla del benessere dei cittadini. In conclusione vogliamo affermare a gran voce che se tutti quanti cominciassimo ad usare un linguaggio più gentile, forse nel mondo le cose andrebbero molto meglio.
Le ragazze e i ragazzi del CCRR
Se potessimo interpellare Giuseppe Verdi per definire la linea di trasporto locale n. 61, userebbe l’espressione di Alfredo ne la Traviata «croce e delizia». Il 61 è il bus degli studenti che la mattina da settembre a giugno, assonnati, occupano un posto, non sempre a sedere, per raggiungere la scuola media Giovanni XXIII. Nucleo della questione: lo scarso senso civico degli studenti, che mette a dura prova la pazienza degli autisti e, dall’altro, la poca puntualità e il sovraffollamento della vettura. Per porre rimedio alla situazione, l’Atr e l’IC Misano hanno intavolato un dialogo e una collaborazione sulla sensibilizzazione e sul rispetto di un bene comune.
Interessante la campagna pubblicitaria dell’azienda sull’uso consapevole dei mezzi di trasporto startromagna.it/buone-pratichebus, nonché la richiesta delle famiglie e della scuola di un maggior controllo e puntualità del servizio.
Confronto che auspica concretamente la risoluzione della questione.
Classe II A
I fratelli Cervi amavano la propria patria e erano antifascisti. Erano partigiani e vennero fucilati il 28 dicembre 1943. Divennero degli eroi. La famiglia Cervi era una famiglia di contadini, di giorno lavorava nei campi e di sera i figli studiavano per apprendere le moderne tecniche dell’agricoltura ma anche per capire e formare le proprie idee. Questo ha reso le loro menti libere, non hanno mai aderito al regime fascista che opprimeva la libertà. Imparare ci permette di conoscere e di crescere come persone, per questo la scuola è importante. La scuola, infatti, ci permette di comprendere la realtà, di ragionare con la nostra testa e di distinguere ciò che è giusto da quello che è sbagliato. Anche oggi ci sono tante guerre nel mondo, distanti da noi ma non possiamo dimenticare che sono successe anche qui in Italia. Per questo è importante che le storie vengano raccontante, per evitare che certe dittature possano riproporsi.
La storia dei fratelli Cervi è da ricordare perché è un esempio di coraggio, empatia e altruismo e soprattutto perché non ci si deve arrendere mai. Loro non sono mai stati processati ma fucilati e non si sono neanche potuti difendere.
Ricordiamo le parole di Alcide Cervi: «Dopo un raccolto ne viene un altro», perché la libertà non è un dono, ma una responsabilità, sta a noi scegliere se difenderla o ignorarla.
Classe II B Misano Adriatico