ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Manzoni di Reggio Emilia (RE) - 2C, 3E

Nella centrale idrica con Iren Per conoscere il ciclo dell’acqua

La scuola media Alessandro Manzoni di Reggio Emilia all’anteprima di Internazionale Kids «Adesso sappiamo che le riserve si estraggono dalle falde, a cento metri nel sottosuolo»

Con la classe abbiamo partecipato all’anteprima del festival di Internazionale Kids. L’evento si è tenuto alla centrale idrica di Reggio Emilia Est, a cura di Eduiren. Ad accoglierci all’acquedotto c’erano – per la redazione di Internazionale Kids – Alberto Emiletti e Martina Recchiuti, che hanno fatto una breve introduzione su come realizzano il mensile dedicato ai ragazzi e come scelgono i contenuti.

Gli articoli sono scritti da giornalisti di tutto il mondo e pubblicati in diverse riviste e loro li scelgono, li fanno tradurre, così che anche noi possiamo leggerli.

Siamo poi passati alla visita dell’acquedotto insieme agli esperti di Eduiren, Arturo Bertoldi e Fiorenza Genovesi, che ci hanno spiegato da dove si ricava l’acqua di Reggio. Adesso sappiamo che le riserve di acqua nelle cisterne dell’acquedotto si estraggono dalle falde acquifere, a cento metri nel sottosuolo. Le falde acquifere si formano dall’acqua piovana che impiega fino a 40 anni per raggiungere questa profondità. Ci hanno anche spiegato come arriva l’acqua nelle nostre case e quali oggetti ne consumano di più. Lo sciacquone è l’oggetto che consuma più acqua nella nostra casa, quasi 12 litri ogni volta che lo usiamo. Arturo Bertoldi ci ha fatto poi visitare le due vasche dove all’interno viene tenuto l’accumulo di acqua trattata, profonde 15 metri ciascuna. Visitarle è stata una bella esperienza perché non è un luogo accessibile a tutti. L’impianto viene controllato da una sala monitor a distanza.

Ci siamo successivamente spostati in un altro ambiente dove era esposto un modellino dell’intero procedimento che subisce l’acqua prima di arrivare nelle nostre case.

Il primo passaggio illustrato nel modellino – spiegatoci da Fiorenza Genovese – è stato la captazione dell’acqua nelle falde acquifere. Il secondo passaggio presente nel modellino era il trattamento dell’acqua ricavata, cioè la disinfezione dei germi presenti. Da questo abbiamo capito che l’acqua che arriva nelle nostre case è sicura, potabile e che non abbiamo bisogno di comprarla. La terza fase è l’accumulo a terra, ovvero l’accumulo dell’acqua precedentemente disinfettata. Nel modellino era rappresentata inoltre l’acqua che attraverso un sistema di tubi che sale sulla torre idrica dell’acquedotto, detta anche torre piezometrica, per preparare il quarto passaggio, chiamato rilancio.

L’acqua poi viene accumulata in cima alla torre idrica, la sua altezza è finalizzata allo sfruttamento del principio dei vasi comunicanti. Il sesto passaggio presente nel modellino è la distribuzione dell’acqua nelle nostre case attraverso le tubature. A seguire abbiamo visto come l’acqua da noi consumata viene scaricata nelle fogne dove si depura nuovamente e per poi venire restituita nei fiumi e ripetere così il suo ciclo.

 

Pace, una parola tanto potente quanto fragile. Ha un significato molto profondo ma spesso la diamo per scontata, senza capirne il valore. Questo accade poiché pensiamo che sia nella quotidianità qualcosa di già dato, ma non è così, spesso la pace deve affrontare degli ostacoli.

Io, come ragazza di quattordici anni, ho voluto rappresentare questi valori nel disegno premiato al concorso ’Un poster per la pace’. Ho rappresentato una mongolfiera per raffigurare la guerra, uno dei principali problemi con il quale la pace deve confrontarsi. Su questa mongolfiera ci sono persone di varie etnie, tutte diverse ma accomunate da una cosa: la speranza. La Terra, attorniata dalle bandiere, sta a significare che tutti i paesi meritano la pace. In primo piano è presente una violinista che attraverso il potere della musica trasforma la guerra in pace.

Le note musicali che si posano sulla mongolfiera la contaminano di colori brillanti e gioiosi che illuminano l’atmosfera cupa della guerra. Infine, sullo sfondo c’è un altro valore che mi sta molto a cuore e che ho deciso di rappresentare: il potere dell’unione, di combattere insieme per il raggiungimento di uno stesso obiettivo. Secondo me questi principi sono alla base della pace. La speranza, l’unione e la ricerca della felicità nei momenti di difficoltà permettono di superare qualsiasi ostacolo portando la pace oltre i limiti.

 

A scuola è importante utilizzare metodi di apprendimento diversi, fare esperienze a classi aperte? Oppure queste attività non sono utili per acquisire nuove conoscenze? Noi, alunni della III E, dopo aver lavorato con i nostri compagni della III C, possiamo affermare che queste esperienze sono altamente formative e utili per imparare a collaborare con gli altri. Il lavoro a classi aperte ha un grande valore, permette di mettere insieme tante opinioni, sentire idee e punti di vista diversi. Insieme abbiamo riflettuto sul tema del viaggio che trasforma, che insegna, che permette di stringere rapporti e provare emozioni. Dunque, grazie a questa esperienza, abbiamo potuto apprezzare nuovi modi di sentire e riflettere insieme sul tema del viaggio, gustandone il significato e il suo grande valore. 

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