A lezione da Emanuele Pagnini «Bisogna mettersi in gioco»
I ragazzi hanno incontrato il campione mondiale di wakeboard: «A 18 anni ho avuto un incidente in auto e vivo su una sedia a rotelle, ora mi occupo di insegnare sport»
Il cattolichino Emanuele Pagnini è campione mondiale di wakeboard per persone con paraplegia o spina bifida, o malattie progressive che limitano l’uso delle gambe.
Meme Pagnini è stato ospite dai ragazzi di VB, per raccontare i suoi successi mondiali.
Ha conseguito numerosi successi, come ci è riuscito? «Questo sport si può fare anche se finisci in sedia a rotelle. Io ci vivo da 31 anni, adesso ne ho quasi 50.
Ho avuto un incidente in macchina quando avevo 18 anni».
Come ha reagito dopo l’incidente? «I primi tempi non riuscivo ad accettare che fosse successa a me questa cosa. Poi però ho capito che la cosa migliore è accettare quello che ti è successo. Ho deciso di iniziare a praticare uno sport ed è stato proprio questo che mi ha aiutato, mi ha dato motivazione e voglia di raggiungere degli obiettivi. Quando raggiungi gli obiettivi l’emozione e la soddisfazione ti ripagano di tutto».
Come ha iniziato? «All’inizio ho provato con lo sci alpino, partecipando alle Olimpiadi di Torino 2006. In quell’ambiente ho conosciuto dei ragazzi nelle mie stesse condizioni. Sono stati un esempio importantissimo, mi hanno dimostrato che tutto era possibile. Essendo un uomo di mare, vivendo a Cattolica, sono passato allo sci d’acqua. Sono tutti sport creativi che ti lasciano la libertà di farli come più ti piace».
Nel 2016 in Messico è diventato campione del mondo di Wakeboard, come ci si sente durante le gare? «Quando avevo partecipato con lo sci alle Paralimpiadi non ero andato troppo bene, ma con gli anni ho capito che per gareggiare non basta solo l’allenamento fisico, serve anche quello mentale. Durante le gare importanti sei sotto gli occhi di tutti e l’emozione può giocare brutti scherzi».
Fa ancora gare? «Da un po’ di anni mi occupo di insegnare sport. È un bel progetto che da 7 anni faccio per la Federazione Italiana sci nautico e wakeboard. Vado a insegnare il mio sport fatto da seduti, praticato da persone che hanno problemi di mobilità. In questo modo mi sento di restituire quello che lo sport mi ha dato. Lo sport mi ha cambiato la vita».
È difficile vivere su una sedia a rotelle? «Il problema è che noi viviamo in un mondo, che è stato costruito e pensato per persone in piedi. Grazie allo sport ho viaggiato molto e ho trovato tanti Paesi dove invece hanno costruito cose in modo diverso, senza gradini. Un’altra cosa che fa la differenza è imparare ad usare la sedia, anche per far questo servono volontà ed esercizio.
Quando vado a fare i corsi cerco di insegnare anche questo ai ragazzi: provare a mettersi in gioco, a non aspettare sempre l’aiuto.
Sembra difficile, ma niente è impossibile».
La Palla rilanciata è un gioco di squadra, divertente e stimolante, che ha origini antiche, risale all’inizio del XX secolo. Nell’istituto comprensivo di Cattolica questo gioco ha sempre avuto un ruolo importante, proprio perché viene svolto dai noi bambini, dove impariamo a condividere con gli altri la vittoria e la sconfitta, a rispettare sia i compagni che gli avversari. Le regole da seguire sono semplici, ma molto importanti. In campo ci sono 2 squadre da 9 giocatori. Il giocatore che si trova al centro deve lanciare il pallone nella metà campo opposta, mentre tutti gli avversari possono raccoglierla senza farla cadere. Gli unici attrezzi indispensabili sono una palla e una rete. Ogni anno vengono organizzati veri e propri tornei che coinvolgono le classi terze, quarte e quinte della nostra scuola. Quest’anno noi di quinta abbiamo raccolto i commenti dai nostri compagni più piccoli sullo svolgimento del torneo e le risposte sono state particolarmente interessanti. Per esempio, è emerso come tutte le squadre siano state educate durante le partite, i bambini si sono sentiti entusiasti, fieri di se stessi. Si è notato l’impegno che ognuno di loro ha dato ed è stato emozionante quando un bimbo si è complimentato con un altro della squadra avversaria. Ci sono stati anche momenti di delusione e lacrime quando non si è vinto, ma tutto questo fa parte del gioco, un gioco divertente che ci fa correre, saltare e lavorare insieme.
Dal 12 al 16 maggio, l’istituto comprensivo di Cattolica ha aderito alla settimana nazionale della ‘Musica a scuola’ indetta dal Miur. L’istituto organizza questa iniziativa da oltre 10 anni con l’intento di valorizzare il linguaggio dell’arte e della musica. Durante questa settimana gli alunni e le alunne hanno potuto «fare il pieno di musica». Abbiamo chiesto all’insegnante Claudia Giunta perché ritiene importante questa proposta. «La musica è un linguaggio universale, un ponte che unisce menti e cuori.
Inoltre stimola la consapevolezza interiore, accresce il nostro benessere, migliora il nostro umore, sostiene le capacità attentive, espressive e creative… e ha tanti altri benefici effetti».
Tra gli eventi programmati: Voce e chitarra, Le avventure di Mimì Sol, Glamour orchestra, il Concerto violini e piano, il Concerto dell’Orchestra di Libera Musica , quello del gruppo corale misto, Fisarmonica e canti della tradizione. Oltre 500 alunni e alunne hanno partecipato agli eventi.