ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

La storia di ’Uga’, nata durante il lockdown

Scuola Dante Alighieri di Bibbiano: Martina Facinti, 13 anni, ha scritto un libro. «Parla di cambiamento, della dad e di molto altro...»

Martina Facinti ha 13 anni ed è una nostra compagna di classe. Nel 2020, durante il lockdown, ha scritto quasi per scherzo, sulle note del suo cellulare, la storia di una ragazza come lei. Questo libro, intitolato «Uga… come tutte», è stato poi inviato al concorso letterario «Pubblica il tuo libro» della casa editrice «Il filo d’Arianna» e si è classificato al secondo posto, ottenendo l’opportunità della pubblicazione.

Noi compagne di classe abbiamo voluto farle un po’ di domande.

Emy e Roberta: cosa ti ha dato l’ispirazione per il tuo libro?
«E’ stato ispirato dalla quotidianità, dalle persone che incontro tutti i giorni. Sono partita da un tema in cui mi veniva richiesto di inventare un personaggio da inserire in una storia. Da lì è nata Uga, una sorta di mia ‘caricatura’, a cui ben presto ho deciso di dar voce, per raccontare lo stranissimo periodo del lockdown».

Gaia: è nato per essere tale o è stato una valvola di sfogo, visto il periodo in cui l’hai scritto?
«No, non è nato per essere pubblicato, era un passatempo. L’idea di provare a pubblicarlo, di presentare Uga a tutti è venuta dopo».

Emy: quanto ci hai messo a scriverlo?
«Circa 5 mesi… da maggio a ottobre 2020».

Giulia: di che cosa parla?
«Parla di cambiamento. Innanzitutto quello dalle elementari alle medie. Uga deve incominciare una nuova scuola, conoscere nuovi amici (e ‘nemici’), incontrare i ‘terribili professori’, abituarsi alle materie nuove. Ma soprattutto parla del cambiamento più grande: quello vissuto nel 2020, con il lockdown: la dad, le palestre chiuse, il dover stare in casa. Tutto raccontato dal punto di vista di una ragazza come tante, buffa e osservatrice, in un modo che vuole essere ironico, ma anche far riflettere».

Gaia: perché hai scelto proprio il nome Uga? E come hai deciso le sue caratteristiche?
«Ho scelto Uga perché mi serviva un nome che racchiudesse tutta la sua personalità, che da solo strappasse un sorrisino: doveva essere una ragazza buffa e simpatica, che trasmettesse allegria».

Roberta: c’è stato un episodio del libro che ti è successo realmente?
«Sì, mi sono successe molte figuracce degne di lei. Mi è capitato ad esempio di entrare nella classe sbagliata e rimanere sulla soglia della porta paralizzata. In comune inoltre abbiamo anche il rapporto complicato con lo sport e con il nuoto».

Giulia: ti piacerebbe scrivere il continuo della storia?
«Sì assolutamente, anche perché Uga sta crescendo con me, e lei ci sarà sempre, resta solo da vedere se anche le altre persone la vedranno crescere, o se rimarrà solo nella mia testa».

Concludiamo con la recensione della casa editrice: «È un libro per compiere un viaggio in un anno particolare e comprendere che Uga non è una come tutte, ma molto di più. Divertente ed originale, ma soprattutto unica. Come, del resto, ogni individuo».

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