ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Kabirah, un’infanzia violata dall’infibulazione

La storia di una bambina come tante, sottoposta alla pratica disumana che consiste nella mutilazione dell’organo femminile

«Mi chiamo Kabirah ed ero solo un’innocente bambina egiziana di 10 anni, quando iniziai a sentire le mie coetanee parlare di uno strano rito che ci avrebbe trasformato apparentemente in vere donne. Diventai la bambina più felice del mondo quando mi dissero che mi sarei sottoposta anch’io alla cosiddetta infibulazione. Ero piccola, ingenua, e non mi documentai. Finalmente arrivò il giorno dell’operazione: ero ansiosa ma allo stesso tempo entusiasta.

Fui guidata da mia nonna verso la grande capanna di ramoscelli, ma l’atmosfera tesa suscitò in me un certo timore. Lì si trovava già mia madre appoggiata su una sedia: mi guardava con aria fiera, ma allo stesso tempo stava per piangere, di gioia supponevo. Mi fecero stendere per terra, e senza preavviso mi legarono a dei bastoni. Perché avrebbero dovuto farlo? Era tutto così strano…» «Mi spogliarono e mia nonna estrasse da un telo strani attrezzi con tracce di sangue secco.

Iniziai ad avere paura. L’oggetto che subito mi saltò all’occhio fu un pezzo di vetro. Iniziò l’operazione. Un dolore lacerante si propagò per tutto il mio corpo.

Mi dissero di non urlare, altri-menti avrei disonorato la mia famiglia. Ero ancora sicura che ne sarebbe valsa la pena; che dopo quella tortura sarei finalmente diventata una vera donna… In seguito all’operazione trascorsi dieci giorni di agonia. Sono Kabirah, oggi ho 24 anni. Ne sono successe di cose nel frattempo: sono andata via da quel posto in cui ogni diritto mi era negato.

Oppressa dalla politica maschilista sono scappata in condizioni misere, come profuga, in Italia.

Dopo 7 anni qui, sono riuscita a crearmi una vita abbastanza dignitosa; e mi sono documentata sullo strano rito a cui sono stata sottoposta, e ho scoperto molto di più sulla tecnica dell’infibulazione. Sapendo piuttosto bene l’italiano, ho iniziato a dar voce al mio trauma psico-fisico che mi ha sempre accompagnato nel tempo e oggi mi batto perché nessuna ragazza debba più subire l’incubo che ho subito io».

Questa storia, di fantasia, è solo un esempio del tragico destino di moltissime donne costrette a sottoporsi a quel «rituale».

Infatti, circa 2500 bambine all’anno, per lo più africane, subiscono ciò che ha provato Kabirah, e vengono cresciute con l’idea che ciò sia giusto; così, le vittime non si rendono spesso conto della gravità della situazione in cui si trovano. L’infibulazione consiste nella mutilazione dell’organo genitale femminile.

L’intervento viene praticato per garantire la verginità di una ragazza prima del suo matrimonio negandole per sempre i piaceri sessuali. Oggi questo processo è illegale in molti paesi.

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso