ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Da Bologna a Casalecchio, vince la street art

Monica Cuoghi, Sharko e tanti altri: anche da noi gli artisti, sull’onda dei ’maestri’ degli Stati Uniti, creano loro opere sui muri

Da sempre l’uomo ha cercato di trasmettere sensazioni con l’arte visiva, sin dal Paleolitico, con le pitture rupestri. Erano segni raffigurati con colori estratti dai minerali, dipinti per lasciare il segno della propria presenza e per raccontare la quotidianità.

Al giorno d’oggi, questa forma d’arte si è evoluta e viene chiamata ’street art’. Viene praticata in luoghi pubblici, con bombolette spray, stencil, colori acrilici e pennelli. Gli street artist disegnano per esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti o per protestare contro le proprietà private, il capitalismo e la politica.

Anni fa, tutto ciò veniva visto come un atto di vandalismo, per questo i giovani erano spinti a praticare la street art per trasgredire le regole. Ora la street art è considerata una vera e propria forma d’arte, molto praticata e diffusa. Negli anni ‘80, negli Stati Uniti d’America, di pari passo con la street art, nacquero altre forme d’arte come la break dance e l’hip hop. Andy Warhol, infatti, era sia un esponente del movimento Pop Art, che un abile writer. Le sue opere sono conosciute da tutti, specialmente quelle con il medesimo soggetto ritratto in diverse gradazioni di colore.

Altre icone di questo movimento, sempre provenienti dagli Usa, sono Keith Haring, conosciuto per gli omini dai colori sgargianti che ballano e Basquiat, i cui dipinti erano una critica alla società, in particolare verso gli stereotipi nei confronti della comunità nera.

Dall’altra parte dell’oceano, in tutta Italia, anche a Bologna, andava affermandosi la street art. In questa città, una writer, Monica Cuoghi, avviò la produzione di murales con il suo puppet: Pea Brain, una papera particolare, con le zampe sproporzionate al resto del corpo.

Adesso, girando per le strade di tutta Bologna e Casalecchio, possiamo vedere moltissimi pezzi, cioè le opere degli ‘street artist’, dove, in alcune occasioni, possiamo notare il tag, ovvero la firma. A Casalecchio uno dei writer più conosciuti è Sharko, inconfondibile per i suoi tentacoli e polipi dai colori inusuali. Un altro, caratterizzato dall’originalità dei suoi lettering, è Moe. Quindi, è anche grazie agli artisti di strada e alle loro lotte per valorizzare la street art che, oggi, moltissime città come Bologna possono contare su un esteso patrimonio artistico a portata di tutti.

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