ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

La discriminazione corre sui social

Dal body shaming all’omofobia, fino ai cyberbulli: quando la rete può diventare pericolosa

Sui social network esistono diversi tipi di discriminazione, fenomeni odiosi di cyberbullismo, tra questi il body shaming e l’omofobia; anche se si conosce la loro gravità, non se ne parla abbastanza. Il body shaming consiste nel deridere qualcuno per il suo aspetto fisico, colpito perché considerato non aderente ai canoni estetici della cultura in cui la vittima vive. Un canone spesso lontano dalle caratteristiche di un corpo umano comune e chi non è perfetto non è degno di rispetto. Gli effetti possono ridurre l’autostima e portare a malattie, come disturbi dell’alimentazione, ansia, depressione. Il fenomeno è diffuso sui social network come Tik Tok, Instagram, Facebook e molti altri e colpisce, principalmente, gli adolescenti, in una fase della vita in cui accettarsi è spesso difficile. Il messaggio che dovrebbe raggiungere i giovani, in-vece, dovrebbe essere: «Abbracciate tutti i vostri difetti e ripetetevi: questo sono io e mi amo così». Essere se stessi è il lavoro più difficile e duro, ma serve per essere felici. Si possono avere tutti i difetti del mondo ma nelle imperfezioni, spesso, si è perfetti. Un altro fenomeno riguarda l’omofobia, ovvero la discriminazione e l’odio verso le persone omosessuali o, in generale, verso un orientamento sessuale ritenuto non «naturale» (genderfluid, non-binary, trans…). Non ci sono indizi particolari che possano costituire un identikit che definisca un uomo, una donna, un ragazzo o una ragazza come omosessuali o li renda riconoscibili in base a delle particolarità che non si ritrovino nelle persone eterosessuali.

Il report dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione Europea ha evidenziato che il 62% delle persone omosessuali ha paura di tenersi per mano, il 30% di aggressioni e il 40% è stato discriminato. La maggior parte delle discriminazioni sono state subite tramite i social network Instagram, Facebook e Tik Tok che diventano mezzo di intolleranza, ma che possono essere usati anche come strumenti di denuncia e di diffusione del rispetto della diversità; ne è un esempio la pagina Istagram « Le perle degli omofobi» di Erika e Martina che postano i messaggi degli omofobi per mostrare «con un pizzico di ironia l’ignoranza di certa gente e come questa, purtroppo, sia ancora molto diffusa». In effetti a questo dovrebbero servire i social network, a condannare con fermezza ogni episodio di violenza e discriminazione legato alla «diversità», per abbattere stereotipi ed eliminare ogni tipo di violenza fisica o psichica, per costruire una società in cui la diversità sia qualcosa che rende unico ciascuno di noi, una società che scelga sempre l’amore, in tutte le sue forme.

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