ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Guerra e solidarietà: il coraggio di dire sì

La Scuola media paritaria Campanini-La Nuova Scuola ha incontrato chi per primo si è reso disponibile di fronte all’emergenza ucraina

Le immagini di distruzione che stiamo vedendo ci hanno scosso e non abbiamo potuto evitare di fare i conti con questa scossa, come testimonia la solidarietà della nostra città verso i profughi ucraini. Un mare di carità che riempie di gratitudine.

Lei è Cesarina, una donna che, insieme a tanti altri testimoni di accoglienza e fraternità, ha detto il suo Sì, si è resa conto del bisogno dell’altro e non si è girata dall’altra parte. Noi amici la stiamo accompagnando.

Raccontaci la tua esperienza di accoglienza.

«Ho conosciuto la mia amica ucraina Alina, signora che ha tenuto compagnia a mia mamma nell’ultimo anno della sua vita.

Alina non faceva solamente un lavoro, un mestiere, bensì usava il cuore nel farlo, quindi siamo rimaste molto amiche. Un venerdì sera mi manda un messaggio per informarmi che sua figlia, insieme ad un’amica e cinque bambini, stava uscendo dall’Ucraina. Ha condiviso con me il suo bisogno di un appartamento. Mi sono mobilitata subito, ho iniziato a mandare messaggi ad amici e parenti. Ha risposto mio cugino che ha messo a disposizione gratuitamente e senza limite di tempo un suo appartamento sfitto».

Come sei venuta a contatto con la nostra scuola? «È stata la Nuova Scuola che, essendo in contatto con il presidente della Protezione Civile Ugo Schiaratura, mi ha cercata.

Ho scelto questo luogo perché ero certa del modo affettuoso e professionale con cui avrebbero accolto i ragazzi. Quello che mi ha colpito molto è stato il primo giorno: avete creato un cerchio e quando V. ha sentito che un’altra bambina lì presente aveva la mamma ucraina, è scattata per correre ad abbracciarla».

Perché hai scelto di aiutare queste persone? «Ho risposto “sì” alla richiesta di un’amica, anche se non sapevo come muovermi inizialmente.

Torno a casa stanca la sera ma ho una letizia che non pensavo di trovare e provare. La cura nei loro confronti, se non la fai con il cuore, ti stanca. Invece io vedo la bellezza di questo, la bellezza del rapporto con i miei figli e nipoti che vogliono anche loro partecipare a questa esperienza».

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