ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

A pesca di plastica per prendersi cura del creato

Gli alunni hanno incontrato uno dei pescatori di San Benedetto del Tronto citati in tv come esempio da Papa Francesco

Nel corso dell’intervista rilasciata a Fabio Fazio, Papa Francesco ha citato i pescatori di San Benedetto del Tronto dicendo: «Prendono ogni rifiuto dal mare perché sentono che il mare è in sintonia con loro». Desiderosi di conoscere la loro esperienza, li abbiamo incontrati.

Il Santo Padre, ospite a “Che tempo che fa”, vi ha menzionato: cosa avete provato quando vi ha ricordati e ringraziati? «Gratitudine e stupore massimo: dopo due anni, ancora si ricorda di noi. Quando nel giugno del 2019 il Papa ci ha ricevuto in udienza, nella sala dove riceve i capi di stato, gli abbiamo raccontato dell’esperienza della raccolta della plastica. Ci ha fatto i complimenti e ci ha detto di continuare a prenderci cura del creato, non solo con la raccolta della plastica. Ha chiesto ai pescatori di proseguire nel loro lavoro, un lavoro antico».

Antonio Fanesi, perché hai scelto di fare il pescatore? «Adesso, a cinquant’anni, posso dire che l’ho fatto per passione: me l’ha trasmessa mio nonno, che quando ero piccolo mi portava al porto e mi metteva davanti al timone. Questo lavo-ro si tramanda di padre in figlio e io vengo da una famiglia di pescatori: i miei nonni avevano due pescherecci».

La cosa più bella del tuo lavoro? «Il contatto con la natura: non faccio altro che fotografare albe e tramonti. Ancora oggi, dopo anni, quando vedo sorgere il sole rimango meravigliato».

Hai mai pensato di lasciare la pesca? «No, sinceramente non riesco ad immaginarmi nel fare altro. È un lavoro che richiede tanto, ma che in cambio dà tanto: libertà, possibilità di viaggiare, conoscere. Si sta molto tempo fuori casa, in un ambiente piccolo, con il proprio equipaggio. C’è un detto che dice: “Un buon equipaggio fa un buon capitano”. È la verità, la passione deve essere in tutti. Purtroppo oggi i giovani che scelgono di fare questo lavoro sono pochissimi».

Raccontaci dell’esperienza citata dal Papa.

«Nel 2018 abbiamo aderito al progetto europeo “Clean Sea Life”: la proposta era di raccogliere plastica in mare per una settimana. Dopo un anno aderì tutta la flotta sambenedettese e ora continuiamo ad occuparci del nostro mare, al di là del progetto: raccogliamo in media una tonnellata di rifiuti a settimana, di cui la metà è plastica. Quando usciamo in mare aperto, dove ci sono i passaggi delle navi mercantili, troviamo tantissimi rifiuti. Nel 2006 mi capitò di lavorare in Grecia, a Tilos, per la pesca dei gamberi rossi, e svuotando la rete trovammo montagne di plastica; lì infatti c’è il passaggio delle navi che provengono da Istanbul e vanno verso Suez e nel tragitto gettano rifiuti in mare. È un male che riguarda tutti e si sta facendo pochissimo per arginarlo. Noi continuiamo a fare quello che possiamo. Una piccola goccia nell’oceano, ma meglio di niente».

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