ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«L’insegnante di sostegno impara dai ragazzi»

Intervista a Elettra Tozzola: «Occorre essere umili, avere empatia, pazienza e sapere collaborare. Il rispetto deve essere reciproco»

Abbiamo intervistato la professoressa Elettra Tozzola che nel nostro istituto è funzione strumentale per l’integrazione scolastica e ha una lunga esperienza come docente di sostegno.

Che cosa l’ha spinta a fare questo lavoro? «Prima insegnavo educazione tecnica, ma senza posto fisso, quindi ho preso la specializzazione per il sostegno. Avevo infatti la necessità di trovare un posto di ruolo».

Ha sempre voluto fare questo lavoro? «No, inizialmente avrei voluto fare il lavoro di mio marito, ma dopo ho voluto differenziarmi».

Quali sono gli aspetti più belli del suo lavoro? «La cosa che mi piace di più è il rapporto coi ragazzi perché imparo sempre qualcosa da loro».

Quali pensa siano le caratteristiche personali necessarie per fare questo lavoro così delicato? «Essere umili, avere empatia e pazienza, pensare sempre checi sia qualcosa da imparare e essere felici di fare questo lavoro».

Lo consiglia come lavoro e per quale motivo? «Lo consiglio a chi ha la capacità di relazionarsi con i ragazzi, altrimenti è meglio cambiare» C’è stato un momento in cui si è trovata in difficoltà e ha pensato di cambiare? «Non ha mai pensato di cambiare lavoro, nonostante momenti di difficoltà. Ha dovuto però sostenere molti concorsi e spostarmi in diverse città».

I bambini con cui ha lavorato per quale motivo sono stati esclusi? «Esclusi no, anzi sono molto integrati: capita ci siano bambini con difficoltà che rischiano di essere esclusi, ma dobbiamo pensare che tutti le possiamo avere, ognuno di noi, sia a livello fisico sia mentale. Certo occorre fare il possibile per fare integrare i ragazzi, diamo loro strumenti anche per lo studio e la scuola ma soprattutto per il futuro».

Come bisogna approcciarsi ai ragazzi e bambini con cui lavora? È’ difficile? «La difficoltà dipende molto da ragazzo a ragazzo. Prima di instaurare un rapporto col bambino è sicuramente necessario osservare i suoi comportamenti e le sue reazioni, poi bisogna capire, valutare per cercare l’approccio migliore. È qualcosa che si impara molto con l’esperienza e subito può sembrare un po’ complicato» .È meglio essere ‘duri’ per farsi capire meglio o essere un po’ più amichevoli con i ragazzi? «Bisogna essere rispettosi reciprocamente, essere amichevoli e cercare la collaborazione».

Il ruolo di insegnante di sostegno dà più soddisfazioni rispetto al ruolo di insegnante della classe? «Entrambi i ruoli portano grandi soddisfazioni».

Quali sono state le più grandi soddisfazioni del suo lavoro? «Sapere di avere lasciato qualcosa, un ‘segno’ nei ragazzi, quando un alunno ti dice che ha pensato tanto a quello che ci siamo detti».

Le piacerebbe cambiare qualcosa del suo lavoro? «C’è sempre qualche aspetto da migliorare e si trova sempre qualcosa di nuovo da imparare, ma il lavoro non si cambia».

Quale altro lavoro le sarebbe piaciuto fare? Lei pensa di aver fatto la scelta giusta o si è pentita del lavoro che ha scelto? «Da piccola volevo far parte di un’impresa funebre, però penso di aver fatto la scelta giusta con l’insegnamento».

Si diverte a fare quel lavoro? «Sì, molto, perché mi piace stare con i ragazzi». Terza F scuole Valsalva

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