ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Civitella, un piccolo ’mondo’ in Appennino

Nel 2021 erano 600 gli stranieri residenti in paese, ecco le nostre interviste a genitori e nonni sulla nuova ’normalità’

Le migrazioni dell’uomo sono un fenomeno storico. Negli ultimi decenni, la tendenza a spostarsi da una parte all’altra del pianeta continua ad esistere e ha interessato anche luoghi che, fino a qualche anno fa, non avevano mai visto la presenza di stranieri. Tra questi anche la nostra ridente cittadina, Civitella di Romagna. Noi, ragazzi civitellesi, siamo abituati a frequentare classi multietniche sin dalla scuola dell’infanzia. E già da quegli anni nessuno di noi si è mai posto il problema dell’origine dei bambini che frequentano la nostra stessa classe. Attualmente, nella nostra scuola (primaria e secondaria) poco meno della metà degli alunni ha entrambi i genitori di origine straniera.

Da dove vengono questi ragazzi? Prevalgono quelli provenienti dall’Africa, mentre una minoranza di alunni stranieri è originaria dell’Asia. E non è tutto, un discreto numero di studenti proviene anche da altri Paesi europei. Tutta la società di Civitella è cambiata molto in questi ultimi decenni. Abbiamo svolto varie interviste a nonni, genitori, ragazzi originari della nostra città e stranieri, così da capire come vivono e hanno vissuto il loro contesto multietnico. Alcune risposte ce le aspettavamo, altre no. I più ’grandi’ ci hanno raccontato che già negli anni ‘50 vi erano migrazioni, ma interne all’Italia: molte persone venivano dal sud.

Spesso si trattava di famiglie, con i figli ancora in età scolare. Civitella era ai tempi una piccola comunità, il cui tutti erano imparentati tra loro. Il “diverso”, anche se ugualmente italiano, inizialmente spaventava tanto. Solo negli anni ‘80 sono arrivati i primi migranti dall’estero. In questo caso si trattava di persone provenienti dall’est Europa e dal Marocco, a volte giunte a bordo dei famosi barconi. E anche questa volta i civitellesi erano diffidenti nei loro confronti, ma i pregiudizi iniziali sono stati presto superati. Alla fine degli anni ‘90, secondo i racconti dei nostri genitori, tanti capifamiglia provenienti dall’estero sono stati raggiunti da mogli e figli, ed ecco che anche nelle nostre scuole sono arrivate persone di culture differenti. Per gli stranieri, all’inizio, è stato molto difficile adattarsi. Ancora oggi da parte degli italiani alcuni pregiudizi persistono.

Ma ormai tutti i civitellesi e gli stranieri che abitano la nostra cittadina hanno conoscenti, colleghi, amici di altre etnie. Oggi, qui, questa è la normalità. Ed è una normalità che ci piace. Secondo i dati del Censimento permanente della popolazione, a Civitella di Romagna, nel 2021, gli stranieri residenti sono 600, circa il 16,2% della popolazione. La percentuale di residenti stranieri è, quindi, maggiore rispetto a quella della provincia (11.6%), a quella della regione Emilia Romagna (12,7%), e, dell’Italia (8,7%). Nonostante vi siano ancora una minoranza di persone diffidenti nei confronti dello “straniero” e del “diverso” (parole che non ci piacciono proprio per niente) le loro opinioni nei confronti delle altre etnie è positiva. Noi studenti siamo diventati cittadini del mondo in maniera naturale, imparando a conoscere, grazie all’amicizia, nuove culture e tradizioni.

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