ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado L. Da Vinci di Pedaso (FM) - 3A, 3B, 3C

Da Platone a Wild e De Beauvoir Si discute il concetto di bellezza

Protagonisti gli alunni della scuola ‘Leonardo Da Vinci’ di Pedaso che hanno approfonditoun’idea che può essere vissuta, espressa e percepita in molti modi e che oggi è spesso stereotipata

La bellezza è un concetto che da sempre affascina e incuriosisce l’umanità. E’ un sentimento, un’idea che può essere vissuta, espressa e percepita in molti modi. La bellezza è stata oggetto di riflessione nel corso della storia. Platone scriveva: «La bellezza è la promessa della felicità» invitandoci a riflettere sul legame tra bellezza e piacere. Non è solo un aspetto estetico, ma una condizione che ci permette di avvicinarci alla felicità. È un momento che riempie di soddisfazione e ci offre una sorta di serenità interiore. Anche Oscar Wilde affermava: «La bellezza è un enigma che solo l’amore può decifrare« sottolineando l’importanza della bellezza nell’intimità e nelle relazioni. La scrittrice e filosofa Simone de Beauvoir diceva: «La bellezza è il silenzio dell’anima che si fa vedere nel corpo«. In queste parole c’è l’idea che la bellezza sia un’espressione del nostro essere, che emerge nelle nostre azioni quotidiane e nelle scelte che facciamo, noi giovani ci ritroviamo in questa citazione, anche se siamo dell’idea che la bellezza si esprima soprattutto attraverso le nostre azioni. Un atto di gentilezza, un sorriso sincero sono manifestazioni della bellezza interiore che si riflettono nel mondo esterno. Guardando al passato, studiando la storia dell’arte, ci rendiamo conto che la concezione di bellezza è cambiata profondamente. Nel Rinascimento, la bellezza era idealizzata nelle sue forme più piene e generose, le donne ritratte dai pittori erano simboli di una bellezza morbida, che esprimeva fertilità, pienezza e armonia con la natura.

Nell’epoca impressionista la bellezza delle donne veniva spesso associata alla fragilità e alla delicatezza. Ogni epoca ha creato il suo ideale di bellezza con l’intento di celebrare ciò che era considerato perfetto in quel momento. Oggi la bellezza è ancora fortemente legata a stereotipi creati dalla società dei consumi. I media, la moda e la pubblicità tendono a promuovere un’immagine di bellezza irraggiungibile. Queste immagini contribuiscono a rendere la bellezza un valore superficiale. Questo tipo di fascino spesso esclude una vasta parte della popolazione, creando una pressione psicologica soprattutto sui giovanissimi, che in molti casi sfocia nell’errore di sentirsi inadeguati. Ecco che la bellezza, in questi casi, si svuota della sua essenza, manifestando il suo opposto. Invece, noi crediamo che la bellezza non si limiti a ciò che vediamo nelle riviste o nelle passerelle, ma si esprima in ogni individuo, attraverso la sua unicità. I social media hanno dato voce a una bellezza più autentica e vicina alla realtà. È tempo di liberarsi dai condizionamenti sociali, per accogliere una visione più ampia, che possa celebrare la bellezza in tutte le sue forme.

Classe III C, coordinati dalla docente Daniela Mircoli: Domi Klarisa e Moretti Lucrezia.

 

Esistono emozioni che ci fanno stare male, per esempio la paura, l’invidia, la tristezza ed emozioni che ci fanno stare bene come la gioia, la speranza, la meraviglia, l’amore. Che cosa farne? Abbiamo incontrato il pedagogista Aceti e capito che si tratta di due poli contrapposti. Per essere in armonia con noi stessi è meglio tenere a freno le emozioni che ci fanno stare male e alimentare quelle che ci fanno stare bene traendo insegnamento da quelle negative. Ci chiediamo se è bene dominare razionalmente alcune emozioni o è meglio abbandonarsi ad esse. La nostra generazione è portata ad abbandonarsi con il rischio di cadere nelle dipendenze. Aceti ci ha aiutato a riflettere su questo e altre tematiche che da adolescenti affrontiamo ogni giorno, per esempio i cambiamenti del nostro corpo e lo sviluppo del nostro cervello. Il pedagogista ci ha dato molti consigli interessanti, tra cui quello di iniziare da capo dopo ogni difficoltà, rialzandosi dopo ogni caduta.

L’incontro è stato utile per capi-re che a volte siamo superficiali, tendiamo a fare scelte affrettate e impulsive e non apprezziamo ciò che ci circonda, come la famiglia, la scuola e l’ambiente esterno. Un altro concetto che ci ha conquistati è quello della libertà, l’importanza di essere padroni di sé, ragionare con la propria testa e decidere ciò che è meglio per noi stessi.

Classe III B, coordinata da Daniela Mircoli: Sara Nasini, Ada Haxhiu, Gaia Veneziano, Anna Falanga, Francesco Amadio e Lorenzo Iorio

 

Le emozioni ci permettono di sentire e comprendere il mondo. Ogni emozione che proviamo ci connette agli altri esseri umani. Il battito accelerato, la sensazione del fiato corto sono le emozioni dell’ansia che assorbe in sé i sintomi della paura, utile a riconoscere un pericolo presente. Il pericolo che scatena l’ansia, è assorbito in chi la prova, come costante e invisibile. L’ansia può essere considerata come sintomo di una malattia psicologica, che si manifesta in chi ha paura dell’avvenire o per quanto riguarda una buona parte dei giovani, legata ai risultati dello studio. L’ansia è alimentata da notizie negative provenienti da tutto il mondo. Le popolazioni, con più alto tasso d’ansia sono quelle del Nord America. Ci piace pensare che l’ansia sia un’emozione naturale e utile all’adattamento dell’essere umano, proficua per dare il meglio nell’affrontare impegni e nel creare equilibrio nella nostra vita.

Classe III A, coordinata da Daniela Mircoli: Viola Alunno, Elisa Galiffa, Ettore Pallotti.

Votazioni CHIUSE
Voti: 1

Pagina in concorso

20250211 c api 13 pdf image