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Scuola Secondaria di I grado Zappa di Bologna (BO) - Redazione

Ehi bro, ma come parli? I social e l’influenza sulla lingua

Dall’uso dell’inglese ai meme su Internet, il linguaggio nelle classi evolve continuamenteMalak, alunno di terza media delle scuole Zappa, propone a tutti i ’boomer’ un glossario aggiornato

Lo slang della generazione Z e della generazione Alpha è nato principalmente su social network come TikTok, Instagram e piattaforme di gaming come Twitch. Si tratta di un linguaggio che attinge perlopiù a sostantivi e verbi inglesi, adattati al contesto del gioco e dei social, con un pizzico di fantasia. Grazie alla massiccia e globale condivisione di meme e post, le nuove parole si diffondono velocemente, e la Generazione Z si dimostra incline ad adottarle.

Tra i termini più noti troviamo parole come ’amio’, contrazione di amore mio; ’bro’ che è l’abbreviazione di brother, e ’boomer’, usato per schernire gli adulti e specialmente quelli che sono soliti lamentarsi delle nuove generazioni. Come tutte le lingue del resto, anche lo slang dei ragazzi è in continuo mutamento e costante aggiornamento. Ad esempio, negli ultimi mesi, è apparso il neologismo ’apayay’ (o ’apayinye’) che non ha un significato preciso, ma si usa per rispondere in modo scherzoso dopo aver formulato una domanda volutamente confusa che richieda come risposta un chiarimento sulla stessa. Un altro termine molto usato è ’poser’, che indica una persona che finge di essere qualcun altro per ottenere approvazione sociale.

Altri termini sono ’drip’, che vuol dire stiloso, e ’meccare’, che significa avere una o più cose abbinate ad altri. Tra gli altri neologismi più diffusi troviamo ’bae’ (Before Anyone Else), che significa fidanzato/a o ’bestie’, abbreviazione affettuosa di best friend (migliore amico), e ’crush’ che in inglese significa infatuazione, e oggi viene usato per riferirsi a qualcuno di cui si è innamorati.

Ancora troviamo ’hype’, che indica entusiasmo per qualcosa, o ’mood’, che si riferisce allo stato d’animo di una persona. Molto popolare anche l’uso di ’POV’ (Point Of View), usato per esprimere il proprio punto di vista su una situazione. Alcuni termini resistono nel tempo, eventualmente cambiando significato come nel caso di boomer, che abbiamo già visto, riferito ai nati nel periodo del boom economico, tra gli anni ‘50 e ‘60.

Come dicevamo in apertura di articolo, il vocabolario dello slang giovanile deve molti dei suoi neologismi alla lingua inglese: ne è un altro esempio il termine ’ghostare’, dall’inglese ’ghost’ che significa fantasma. Questo termine viene utilizzato in ambito relazionale quando qualcuno sparisce senza farsi più sentire dall’altro.

Stando ad alcune statistiche, il 40% dei giovani utilizza lo slang per comunicare più velocemente, mentre solo il 27% lo utilizza perché è un linguaggio popolare; il 14% ricorre allo slang senza una particolare ragione. Malak El Bastraoui (Terza B)

 

La moda «maranza» deriva dalla trap, un genere musicale nato negli Stati Uniti. Da questo genere deriva anche la drill, nata a Chicago nel 2010, caratterizzata da testi violenti e con dell’autotune. Entrambi i generi condividono un’estetica che punta sull’apparire con un’immagine ribelle.

In Italia, cantanti come Baby Gang e Simba La Rue sono i principali esponenti del movimento musicale. I loro look hanno influenzato i giovani, dandogli un’estetica riconoscibile: la permanente e tute sportive con un fit aderente. Non devono mancare gli accessori iconici: le catenine dorate, il passamontagna e il borsello, il loro simbolo. Questo accessorio deve essere ricoperto da loghi vistosi, con marchi di lusso. Non importa se gli articoli siano autentici, ciò che conta è che attirino l’attenzione.

A cura di Osman Nour Ehab Fawzi Saleh e Dang Alan Marvela (Seconda A)

 

Il termine ’maranza’ è diventato popolare tra i giovani per descrivere un tipo di ragazzo (più raro l’utilizzo di questo termine sulle ragazze) che si distingue per l’abbigliamento griffato e contraffatto, i gusti musicali (in genere la trap) e un atteggiamento volgare.

Maranza non è una parola nuova: è stata usata fin dagli anni Ottanta per definire ragazzo tamarro o coatto, legato al mondo delle discoteche. Dal 2019 il termine ha acquisito una nuova popolarità tra le nuove generazioni, grazie ai social.

Un evento che ha portato l’attenzione sul ’fenomeno maranza’ sono stati i raduni estivi di giovani tra Peschiera del Garda e Riccione, circa tre anni fa.

Questi incontri hanno suscitato dibattiti: alcuni vedono i maranza come una minaccia sociale e criminale, mentre altri li considerano solo con uno stile di vita giovanile. Molti dei ragazzi che si definiscono maranza sono giovani italiani o ragazzi nordafricani.

Alcuni sostengono che questo termine derivi dai dialetti meridionali, dove maranza significa melanzana, e alluda dunque al colore scuro della pelle; altri ritengono sia nato nel milanese come incontro tra marocchino e zanza (piccolo ladruncolo milanese). Nonostante le sue connotazioni razziste in alcuni contesti, oggi maranza è un’etichetta usata per descrivere un certo stile di vita e un comportamento che cerca di impressionare o ostentare, sia nel modo di vestire che in quello di agire.

A cura di Malak El Bastraoui, Osman Nour Ehab Fawzi Saleh, Dang Alan Marvela, Dinari Ouassim, El Idrissi Faisal, Francesca Frazoso ed Elena Salvaggio, Redazione Zappa News

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