ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Istituto Paritario Maestre Pie di Rimini (RN) - 2A

Gli ostacoli per raggiungerela parità di genere in Italia

Scuola Maestre Pie Rimini Nel mondo del lavoro le donne guadagnano il 20% in menorispetto agli uomini e l’occupazione femminile è ferma al 55% rispetto al 69,3% dell’Europa

Cosa significa per noi oggi, in Italia, parlare di parità di genere? Cerchiamo di affrontare la questione partendo dai fatti, senza accontentarci di facili risposte. Negli ultimi decenni la condizione della donna in Italia ha registrato importanti progressi, con conquiste in ambiti come l’istruzione, il lavoro e la partecipazione politica. Tuttavia, ci sono ancora molti ostacoli a un’effettiva parità di genere, e le sfide all’orizzonte riguardano tutti noi.

Osserviamo i dati sulla partecipazione al lavoro: nonostante le donne rappresentino il 60% dei laureati italiani, molte risultano ancora disoccupate. L’Eurostat ha calcolato che nel 2022 in Italia l’occupazione femminile era ferma al 55%, rispetto al 69,3% della media europea. Le ingiustizie, però, coinvolgono anche le lavoratrici: a cinque anni dalla laurea le donne guadagnano il 20% in meno rispetto ai colleghi maschi. I dati sono ancora più allarmanti se ci spostiamo nel Mezzogiorno. La disparità tra uomo e donna coinvolge anche la partecipazione politica: sebbene la rappresentanza femminile in Parlamento sia aumentata, l’Eige colloca l’Italia al 14° posto tra i 27 Stati dell’Ue in tema di parità di genere.

Nel nostro Paese ci sono norme che promuovono l’uguaglianza tra uomini e donne nei vari ambiti della società. La prima fonte di tutela è la Costituzione italiana. Basti ricordare l’articolo 3, in cui si afferma: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche ». Nell’articolo 37 si riconoscono alla donna lavoratrice gli stessi diritti e lo stesso salario dell’uomo, mentre l’articolo 51 garantisce libero accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. Dal 1948 ad oggi molte leggi hanno contribuito a migliorare la situazione, ma i dati analizzati dimostrano che è difficile passare dalla teoria alla pratica. Non è un caso che l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 miri ad ottenere la parità di tutte le donne e ragazze nei diritti e ad eliminare ogni forma di discriminazione e violenza. L’altra tematica che non può non allarmarci, infatti, è la violenza contro le donne, che continua a rappresentare un’emergenza sociale.

Nel 2022 in Italia sono state uccise 126 donne, e l’84% degli omicidi è avvenuto tra le mura domestiche. Bisogna gridare tutti insieme a gran voce: «Basta!». È vero, sentiamo spesso parlare di parità di genere, ma mai abbastanza se ancora oggi, nel 2025, i casi di violenza e discriminazione sono all’ordine del giorno. Una società migliore è possibile e dobbiamo lavorare insieme per costruirla, partendo da un dialogo aperto e senza pregiudizi.

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